Iggy Pop -l’Iguana del rock’n’roll- è tornato più in forma che mai; questa volta con un ospite d’eccezione: mr. Josh Homme.
Ora, su Iggy Pop non si discute: è un genio e ogni cosa che tocca diventa magica, acquistando il carisma tipico di chi ne ha viste e vissute VERAMENTE tante nel corso della sua esistenza. Per chi non fosse avvezzo alla scena rock degli ultimi quindici anni, basta dire che Josh Homme è il leader dei Queens of the Stone Age, band cardine del panorama stoner rock; nonché cantante dei Them Crooked Vultures -con Dave Grohl (Foo Fighters, Nirvana) e John Paul Jones (Led Zeppelin), chitarrista dei Kyuss, batterista degli Eagles of Death Metal e, infine, produttore discografico.
Le premesse per un album eccellente c’erano tutte già in principio, la storia dei due ideatori del disco era tutta dalla loro. Bastava avere in mano una manciata di idee, uno studio a disposizione e il tempo necessario per sviluppare il tutto per bene.
Ed è proprio quello che è successo.
Dopo dei contatti telefonici Pop e Homme iniziano a lavorare a gennaio 2015 alle canzoni -9- che andranno a comporre la line-up finale di “Post Pop Depression” basandosi su pezzi mai finiti e che necessitavano il tocco di una mano esterna per trovare la giusta collocazione all’interno di un progetto ben strutturato.
In questo anno si sono rinchiusi nello studio di Homme a Palm Tree, in California, scrivendo e arrangiando e autofinanziandosi tutto il progetto, facendosi aiutare solamente da Dean Fertita (Queens of the Stone Age) per le chitarre e le tastiere e da Matt Helders (Arctic Monkeys) per le batterie.
Già dal primo ascolto si potrebbe osservare come il suono sia compresso e tipico della prima produzione di Pop, che sembra tornare al garage rock sporco e affilato degli Stooges, solo con una voce più carica di pathos (e di anni n.d.R.) sul groppone. Il suono lo-fi e tagliente fa da terreno perfetto per le voci tanto diverse quanto complementari di Iggy Pop e Homme, che si incastrano, mischiano e rincorrono per tutto l’album creando delle armonie deliziose.
Il disco fila liscio, senza intoppi e si apre con Break Into Your Heart un pezzo quasi atipico per la produzione sia dell’Iguana che del rosso cantante dei Queens of the Stone Age, in quanto presenta un arrangiamento di fiati che domina la scena senza deludere, anzi.
La prima parte prosegue con il primo singolo: Gardenia, uno dei migliori pezzi dell’album, con un arrangiamento funky nelle strofe, ma che si apre in una deliziosa melodia nel ritornello e ancor di più nel bridge, dove il potenziale della canzone è notevolmente sfruttato dalla chitarra di Homme che segue la melodia vocale di Pop con un assolo preciso e potente.
La canzone è una delle più autobiografiche dell’album, fortemente influenzato dagli eccessi del cantante durante la sua vita sui palchi, e parla del suo incontro con una famosa prostituta afroamericana con la quale instaurò una sorta di relazione.
Proseguendo si incontrano alcune tra le migliori tracce del disco, influenzate dallo stile di chitarra di Josh Homme e dalla sua esperienza con i Queens of the Stone Age; stiamo parlando di American Valhalla, pezzo composto da Homme anni fa, ma che non aveva ancora visto la luce per i dubbi dello stesso autore, il quale ha trovato in Iggy Pop il perfetto performer per questa bellissima canzone blueseggiante e ruvida. Proseguendo su questa linea si incontra il trittico formato da Sunday, secondo singolo dell’album, Vulture e German Days.
Vulture nasce come pezzo acustico lo-fi aprendosi poi nei ritornelli dove la voce di Pop, ormai rovinata dagli eccessi si lascia trasportare dalla carica della chitarra di Homme che nel finale si lascia andare ad un giro noise. Di sicuro una delle più potenti del disco.
German Days, invece, è senza ombra di dubbio la canzone migliore del disco: ben arrangiata, ben strutturata e dal tiro notevole, grazie anche ad un basso distorto a fare da tappeto sonoro per le armonie vocali e per le chitarre ruvide che incantano con le loro melodie. Forse il pezzo più stoner in assoluto del disco.
In sintesi, un disco ottimo, volutamente lo-fi e del quale rimarrà traccia nei prossimi anni, sperando che Iggy Pop decida di continuare con la sua carriera già costellata di successi.
Pezzi Consigliati: Gardenia, Vulture, German Days