La musica classica: una bellezza bistrattata

La maggior parte delle persone che non hanno una particolare formazione musicale giudica la musica classica come noiosa, considerandola alla stregua di un oggetto misterioso -soprattutto i giovanissimi che sono cresciuti e stanno crescendo con espressioni musicali odierne sempre più “commerciali”.

In realtà la musica classica, intesa come repertorio di grandissimi compositori come Mozart o Beethoven, ed espressione dei più grandi periodi musicali come il Classicismo o il Romanticismo ottocentesco, presenta grandissime e gradevoli sorprese, se interpretata nella giusta maniera.

Il problema principale nell’avvicinamento a questo ‘oggetto misterioso’ è rappresentato proprio dall’ approccio stesso! La difficoltà iniziale che spinge infatti molte persone a considerare la “Classica” un elemento fin troppo aulico e noioso è proprio quella di andare oltre i semplici suoni e trascendere quell’iniziale accostamento di armonie che però ‘non dice nulla’. Ogni modulazione e passaggio armonico e ogni scelta musicale che caratterizza un brano ha un senso, una storia. Riuscire a interpretare la storia di un brano equivale a gettarsi a capofitto in un mondo immaginariamente squisito, in cui una nota fuori posto si rivela nella sua solitudine d’implacabile malinconia o  può equivalere a un sussulto d’improvviso furore che si scuote terribile nelle note più gravi del basso, intimandoci di prendere atto d’un cambiamento che forse sarà inevitabile -nella trama musicale.

Questo tipo di avvicinamento iniziale può sicuramente permettere di prendere confidenza con il godimento estetico che la musica di questo genere vuole proporre. Non tutti nella maniera più ovvia possono arrivare facilmente a questo tipo di interpretazioni che possono sembrare avanzate a chiunque non sia un musicista; perciò, per valorizzare al massimo il valore aggiunto che la musica Classica può lasciarci, sarebbe un’ottima iniziativa poter far conoscere a qualsiasi tipo di pubblico – dai più piccini ai più grandi- i grandi capolavori classici fornendo un’adeguata spiegazione iniziale che possa permettere di vedere con altri occhi quello che ci appare all’inizio un insieme di suoni apparentemente casuali.

E per chi fosse curioso di provare a immaginarsi una storia e dare la propria personalissima interpretazione ascoltando brani classici, suggerisco di cominciare con alcune melodie facilmente riconoscibili e semplici, come la celeberrima Marcia Turca di Mozart (ascoltata fino alla fine, naturalmente!), per passare attraverso l’altrettanto famoso notturno in Mi bemolle maggiore op 9 n 2 di Chopin fino ad arrivare per esempio ad opere complesse e vaste come le Rapsodìe ungheresi (famosissima la n.2) del virtuoso Liszt.

Poter promuovere questo tipo di iniziative sarebbe sicuramente un punto di inizio per  il recupero di un senso estetico probabilmente andato un po’ perduto e mutato nel corso del tempo a favore delle tendenze più recenti. Perchè una ballata di Chopin non unirà le folle oggi come il tormentone Waka Waka di Shakira -seppur piacevolissimo- ai passati mondiali sudafricani, ma ci annichilirà con il suo magnifico e romantico esistenzialismo per poi riesumarci più filosofi che mai.


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