Più di dieci milioni di turisti all’anno fanno di Parigi la capitale più visitata del mondo. Pochi però si spingono oltre i soliti circuiti, oltre il Louvre e la Tour Eiffel, oltre Notre Dame e Montmartre. Proprio a Est di Montmartre, la culla di artisti e poeti bohémiens dell‘Ottocento, si trova uno dei quartieri più popolari e forse meno conosciuti: il quartiere de La Goutte d’Or.
Parigi è divisa amministrativamente in venti “arrondissements” (distretti) e il quartiere de La Goutte d’Or si trova nel diciottesimo, a Est di Montmartre. Attraversato da Nord a Sud dai binari della Gare du Nord, il suo nome vuol dire letteralmente “goccia d’oro” e viene dal vino bianco che si produceva qui prima che questo antico comune venisse annesso a Parigi nel 1859. Inoltre la sua forma può ricordare vagamente quella di una goccia.
Questo quartiere può essere definito uno degli ultimi davvero “popolari” di Parigi, come detto. Qui infatti hanno vissuto dall’Ottocento molti lavoratori manuali e operai; anche adesso il suo carattere di “parte povera” di Parigi non è cambiato. Sono cambiati però decisamente i suoni e i colori della Goutte d’Or: persone originarie del Maghreb e dell’Africa sub-sahariana si sono infatti stabilite qui dagli anni ’20 e successivamente dagli anni ’50 del Novecento, contribuendo a formare quello che viene definito un “piccolo angolo d’Africa“, anche se in realtà la maggioranza dei residenti è di cittadinanza francese.
Uscendo dalla stazione del métro di Chateau Rouge si viene colpiti dal grande numero di persone presenti e dal mercato all’aperto “Dejean”, un’installazione permanente di venditori di ogni tipo – da arachidi a schede telefoniche – e di prodotti e spezie che vengono dall’Africa e che si troverebbero difficilmente in altre parti della città. Continuando a camminare per il quartiere, inoltre, si possono notare negozi che vendono prodotti ivoriani, ghanesi, congolesi, bar le cui insegne inneggiano allo scambio di culture e in generale una grande multietnicità.
In questo spazio urbano però non mancano problemi sociali. Anche se è cambiata la composizione etnica del quartiere, non è cambiata la sua caratteristica di essere povero: la disoccupazione è vicina al 20%, molti sono i giovani che si incontrano in strada senza un’occupazione e ci sono problemi di traffico di droga e di rivendita di oggetti rubati. Inoltre, i ragazzi che frequentano le scuole di questo quartiere ricevono un’istruzione di qualità inferiore rispetto a quella in altre parti di Parigi e della Francia e hanno perciò minori possibilità di migliorare la propria posizione sociale o semplicemente di ottenere un lavoro per uscire dallo spettro della disoccupazione una volta terminata la scuola dell’obbligo.
A questo si può aggiungere il fatto che, nonostante siano cittadini francesi, gli abitanti della Goutte d’Or di origine maghrebina e dell’Africa sub-sahariana non sono generalmente considerati come dei “veri francesi”: ciò non fa altro che acuire i problemi sociali di questo quartiere, trasformandoli in una questione di identità e creando una sorta di ghetto per gente considerata diversa.
È proprio in zone come queste che si dovrebbe intervenire, risolvendo i problemi sociali e identitari e utilizzando la diversità come una risorsa piuttosto che come uno svantaggio. Per prevenire ogni tipo di fanatismo e per evitare la formazione di altre Molenbeek e di altre banlieues.
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