I grandi scrittori bocciati dai contemporanei

Quante volte siamo “andati in paranoia” perché pensavamo che un nostro elaborato fosse scritto male? Oppure, quante volte l’ansia ci ha attanagliato lo stomaco mentre qualcuno leggeva un nostro scritto ed era pronto ad elargire le sue critiche? Quante volte abbiamo avuto paura che una nostra e-mail o, semplicemente, un SMS non fosse scritto in italiano corretto?

Tranquilli, niente paura. Ironicamente, molti grandi scrittori sono stati accusati, nel corso degli anni, di scrivere male, per essere poi amati dai posteri. Il più famoso in assoluto, di cui ognuno di noi ha sentito parlare sui banchi di scuola, è Italo Svevo, lo scrittore dei primi del Novecento di cui tutti conoscono il difficile rapporto con la lingua italiana. Egli, infatti, provenendo da un’area periferica dell’Italia (Trieste), fu accusato spesso di “scrivere male” e questo gli causava una grande sofferenza.

Anche Torquato Tasso non fu risparmiato da aspre critiche. In un periodo in cui l’opinione dell’Accademia della Crusca era legge, egli andò contro i criteri di scrittura privilegiati da essa e per questo gli furono mosse critiche per questioni di stile e di lingua (es: di essere forzato ed innaturale, giudizi negativi sull’invenzione della trama e sulla struttura del poema).

C’è poi, -sorpresa di tutte le sorprese- William Shakespeare! L’autore più amato a livello mondiale fu aspramente attaccato da Robert Greene, in un opuscolo del 1592, dove, anche se William non è citato esplicitamente, il riferimento a lui è piuttosto palese. Nell’opuscolo, Shakespeare viene definito un presuntuoso “corvo abbellito di piume altrui” e uno “scuoti-scena” (in inglese shake-scene), chiaro riferimento al suo nome.

E, infine, Nikolaj Gogol‘, da molti definito poi precursore del Realismo, non fu subito apprezzato dal pubblico. Il suo romanzo “Le anime morte” fu oggetto di molte critiche e polemiche e, dopo la pubblicazione di un’altra opera in versi che subì un giudizio negativo, Gogol’, preso dallo sconforto, comprò tutte le copie stampate e le bruciò.

E’ facile essere sottovalutati e cadere vittime di giudizi affrettati o, semplicemente, prodotti da una società che non comprende il nostro lavoro; ovviamente non possiamo tutti sperare in questo errore di valutazione, ma possiamo sempre ambire ad un po’ di grandezza.

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