Dal 18 al 20 marzo, a Milano si è tenuta Bellissima Fiera, la fiera di editoria, libri e cultura indipendente: più di sessanta piccole e medie case editrici da tutta Italia e non solo insieme ad alcuni laboratori artistici, si sono riunite al Palazzo del Ghiaccio, uno stupendo edificio in stile liberty (risalente al 1923, allora la più grande pista di pattinaggio d’Europa) oggi ristrutturato e reso location di eventi.
Da appassionata lettrice e amante del mondo dell’editoria, non ho potuto resistere a questa occasione di scoprire una bella fetta di cultura indipendente, interessante e di qualità, che con grandi sforzi e tanta passione riesce a rimanere fuori dalla grande distribuzione, in tempi in cui tutte le case editrici storiche stanno venendo risucchiate dai pochissimi grossi gruppi editoriali che portano inevitabilmente all’omologazione culturale.
Domenica pomeriggio quindi sono andata al Palazzo del Ghiaccio, e l’ingresso a Bellissima è di appena due Euro. All’interno ho iniziato subito a girare tra gli stand porgendo l’orecchio a uno dei tanti dibattiti e presentazioni di libri che si sono tenute durante tutto il corso della manifestazione, nelle diverse sale dell’edificio.
Le case editrici presenti sono molto variegate, ma quasi tutte di estrema qualità con delle punte di eccezionalità come la casa editrice Henry Bayle, che mi ha attirata per la grafica semplice, ma estremamente ricercata dei suoi libri: sono tutti stampati in edizione limitata e numerata, semplici copertine di cartoncino colorato con le pagine ancora unite a due a due (su ogni foglio vengono stampate due pagine del libro che poi viene ripiegato e rilegato) che necessitano di essere separate con il tagliacarte, come si faceva una volta.
Oppure l’editore Johan & Levi, specializzato in libri d’arte, che con una grafica ricercata ed elegantissima presenta una vasta proposta di biografie di artisti, libri illustrati e testi sul mercato dell’arte con voci fuori dal coro. Vista la mia formazione, non sono riuscita a trattenermi dal comprare un loro volume.
Allo stand della casa Edizioni Paginauno invece, ci è stato raccontato che parte dei libri che hanno portato sono stati salvati dal macero, fatti stampare da una casa editrice toscana: quando questa è stata costretta a chiudere, tutti i libri rimasti nei magazzini erano stati destinati all’inceneritore e sono sopravvissuti solo grazie ai proprietari di Paginauno, che li hanno recuperati. Purtroppo non sempre questo è possibile, e moltissimi volumi vanno incontro a questa fine, quando basterebbe creare una rete di distribuzione donandoli alla biblioteche pubbliche o alle scuole; ma la burocrazia, cosa che non stupisce, a causa di diversi cavilli non lo permette.
Tra le proposte che ho trovato c’è n’è davvero per tutti i gusti, dalla casa editrice per appassionati di fotografia come Contrasto, a Maestri di giardino editori Mille gru per i pollici verdi, fino alla più conosciuta Terra Nuova con le sue pubblicazioni sull’alimentazione naturale e vegan. Presenti anche gli stili di vita sostenibili dove sono stata intrattenuta da un’altra visitatrice, una vivace signora tedesca italiana per adozione che mi ha raccontato la sua vita cruelty free e che mi ha dato consigli su come mantenerci energici fino alla vecchiaia.
Trovo estremamente particolare la partenopea Stamperia del Valentino, che propone un catalogo prevalentemente incentrato sulla città di Napoli con alcune chicche, come il ricettario di cucina napoletana recuperato nei magazzini di una vecchia stamperia abbandonata che si trova solo qui, con le riproduzioni delle litografie del volume originale.
Alla fine della giornata sono tornata piena di informazioni interessanti, energia positiva e tanta voglia di comprare libri, e sopratutto almeno un po’ rasserenata sul futuro della piccola editoria indipendente che temevo ormai destinata a essere fagocitata da uno dei mostri a più teste sputa-best seller quali sono diventati i grandi gruppi editoriali.
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