Da ormai due anni girano per le sale cinematografiche le pellicole della nota “The Divergent Series“, ambientate in un mondo post-apocalittico dominato dalle Fazioni, in cui è suddivisa la società per prevenire nuovi conflitti mondiali. I film hanno avuto finora un feedback abbastanza positivo, seppure ci sia ancora qualcuno che urla allo spoiler quando se ne parla.
Il problema dello spoiler è dato dal fatto che, ben prima di diventare una pellicola, The Divergent Series è nata come una collana di libri scritti da Veronica Roth, giovane scrittrice di romanzi, che non è rimasta soddisfatta dai film tratti dai suoi scritti.
Io sono convinto che la collana di libri sia assai più soddisfacente delle singole pellicole, semplicemente per il fatto che il regista si sta col tempo prendendo sempre più libertà e licenze con cui modifica la sorte di personaggi secondari per assecondare il proprio pubblico. Nessuno chiede di seguire pedissequamente le parole usate dall’autrice, ma almeno mantenere lo scheletro narrativo intatto sarebbe un buon inizio.
La comparsa di un fantomatico titolo “Ascendant” mi ha messo in allarme, siccome nella collana è completamente assente. Vedere i film non ha fatto altro che confermare i miei sospetti: Neil Burger (il regista), ha interpretato allegramente i libri, dividendo persino l’ultimo in due e dandogli un titolo completamente nuovo (come è stato fatto per Hunger Games quando è stato trasportato su schermo), il che mi ha sorpreso e deluso.
I film mi sono stati utili per dare un “volto” fisico ai personaggi, ma la collana di libri è al di sopra per tutto il resto. Veronica Roth è capace di trascinare i lettori da una pagina all’altra senza interruzioni, spingendoli a divorare la trama capitolo dopo capitolo. E’ anche in grado di assalire i fan con momenti di ansia, colpi di scena che oserei dire spiazzanti e attimi di pura commozione. Mi sono bastate tre settimane per terminare l’intera collana, incluso il capitolo aggiuntivo “Quattro” che vede brevemente la trama con gli occhi di Tobias Eaton.
Si finisce inevitabilmente per affezionarsi al mondo di Divergent, non soltanto per la trama ben costruita e per i suoi personaggi estremamente sfaccettati, ma per il mondo organizzato che è sempre presente e che l’autrice non descrive mai di proprio pugno, ma preferisce mostrare direttamente coinvolgendo il lettore nelle vicende trattate, come se fosse uno spettatore diretto.
The Divergent Series è una storia tutta da leggere, amare, odiare, commentare, ma sconsigliata al pubblico cinematografico.