WAAM: una Milano come non l’avete mai vista

Serendipità, ossia il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne cerca un’altra. Gli episodi di serendipità sono spesso detti “fortunati incidenti”, e possono verificarsi in ogni ambito della nostra vita; un esempio è senza dubbio il primo contatto con WAAM, avuto per caso scorrendo le notizie su Facebook. Incuriosisce soprattutto il nome: WAAM, che è l’acronimo di Walk Alternative Art Milan. Se pensate a qualcosa di convenzionale che si limiti a considerare la zona del centro, sappiate che vi sbagliate di grosso. Tutto è gestito e organizzato da tre ragazze: Giulia, Veronica e Federica. Scoprite in questa breve intervista come sono passate dalle loro vite precedenti a WAAM!

Innanzitutto qualche breve cenno introduttivo: come vi siete conosciute e quando è nato ufficialmente WAAM?

Ci siamo conosciute tra i banchi dell’università, tra una lezione di arte contemporanea e una pausa caffè. Mentre ci preparavamo a sostenere l’esame di guida turistica abbiamo esplorato insieme ogni angolo della nostra città, pensando di fare della nostra passione un lavoro: unendo le forze, le idee e i nostri progetti è nato WAAM, Walk Alternative Art Milan. Abbiamo appena festeggiato i due anni di WAAM: il nostro primo tour è stato a marzo 2014.

Come è nato il sogno? C’è stata da subito un’intesa comune o una di voi si è lanciata in questo progetto coinvolgendo le altre?

Possiamo dire che c’è stata subito un’intesa comune: siamo tutte appassionate di arte, soprattutto contemporanea, e siamo curiose di scoprire i dettagli e i lati meno conosciuti da cui partire per raccontare Milano. Ognuna ha messo in gioco le proprie passioni e abilità e ci siamo subito divise il lavoro per il progetto comune: chi ha lavorato più sul sito, chi sulla grafica, chi sulle fotografie…

Cosa vi differenzia da altri gruppi che offrono generiche visite a Milano?

Ci piace pensare che Milano sia una città che debba essere scoperta soprattutto dai milanesi! Ecco l’idea di creare tour più alternativi per far conoscere non solo il centro della città ma anche la periferia, i luoghi segreti che meritano di essere riscoperti. Inoltre siamo convinte che Milano sia una città estremamente dinamica, proiettata continuamente sul futuro ed è per questo che continuiamo a proporre e progettare nuovi percorsi.

Sul vostro sito ho contato quasi quaranta diversi tour. Come funzionano e quanto possono durare la preparazione e la pianificazione di ognuno di questi?

La progettazione degli itinerari avviene in modo naturale. Ogni volta che esploriamo un quartiere o scopriamo un posto nuovo a Milano ci viene voglia di fare ricerca, di creare connessioni insolite tra luoghi e di dare un taglio innovativo ai viaggi dentro la città. A volte lo studio dura qualche settimana, a volte mesi, a volte avviene sui libri e a volte parlando con le persone. E così nascono gli itinerari: da quando è nato WAAM, più o meno ogni fine settimana abbiamo proposto un tour nuovo, e in questo modo si è creato il nostro portfolio, che si arricchisce continuamente grazie alla varietà dell’offerta culturale della città.

Lavorate principalmente nel week end: quali sono le vostre vere identità durante il resto della settimana?

Durante la settimana prepariamo gli itinerari, gestiamo le prenotazioni e la comunicazione tramite sito, social e newsletter. C’è un grande lavoro di programmazione dietro gli eventi! E poi ognuna di noi lavora su progetti culturali che danno spessore e continuità al lavoro con WAAM, in una formazione continua: Federica lavora come insegnante di storia dell’arte in un liceo, Veronica si occupa di visite guidate anche per stranieri e Giulia lavora nei dipartimenti didattici di alcuni musei della Città.

Riuscire a trovare posto per prenotare una vostra visita guidata è difficile, esaurite i posti disponibili abbastanza in fretta. C’è un fattore particolare a cui attribuite tutto questo successo?

La comunicazione tramite social è molto efficace e chi segue i nostri percorsi di solito… torna! Nel corso del tempo si sta formando un pubblico affezionato, che ha voglia di approfondire e sovrapporre letture diverse della città. Un aspetto bellissimo del nostro lavoro è sicuramente quello umano: più si conosce e più si ha voglia di conoscere, e si creano legami non solo con i luoghi ma soprattutto con le persone.

Dal vostro sito sembra che il ventaglio di visite offerte sia davvero ampio e che copriate praticamente ogni angolo di Milano. Per di più per molte di queste offrite anche il servizio in inglese. Riuscite davvero a trovare tutte queste energie?

Nonostante il lavoro di preparazione e studio sia a volte piuttosto lungo, condividere le nostre conoscenze e trasmettere la meraviglia di fronte alle bellezze della città ci ricarica! Forse perché lo facciamo con passione risulta essere sempre più divertente che stancante, e l’incontro con gli altri è sempre una nuova esperienza che ci arricchisce.

WAAM è per ora una realtà legata a Milano. L’allargamento a un’altra città è nei vostri programmi?

Per il momento abbiamo deciso di focalizzarci su Milano, dato che c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, ma ciò non toglie che nel futuro potremmo allargarci ad altre province.

Cosa vi piace di più di questo lavoro?

Innanzitutto che è sempre diverso, ogni visita è come un’esperienza nuova anche per noi, nel rapporto con le persone e nei diversi sguardi che ciascuno apporta. L’aspetto di relazione con gli altri è un fattore importante, si impara sempre ed è un incontro tra culture che crea sinergie e continui stimoli. E poi siamo sempre all’aria aperta!

Tre cose che ogni bravo WAAMer deve portare con sé e non dimenticare assolutamente a casa?

Curiosità, scarpe comode e la nostra tessera 🙂

Se WAAM vi ha incuriosito, date un’occhiata ai loro contatti!


Fonti

WAAM

Crediti

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