Ti saluto. Di nuovo.
Ti abbraccio. Forte. Stretta.
Inalo il tuo profumo. Dolce.
Ancora una volta. Ancora un’ultima volta.
Viaggiamo veloci su vie sconosciute,
vestiti militari, troppo pesanti, troppo soffocanti.
In testa il ronzio dei motori nel cuore l’angoscia della consapevolezza.
Impugno il fucile, comando il non mio esercito.
Paesi distrutti, città sconfitte
uomini piegati, corpi a terra.
Un bambino vestito di niente si ferma, gelato, davanti alla mia arma.
È ferito, ha già la sua condanna.
Mi guarda e non capisce
i suoi occhi sono i veri proiettili che mi colpiscono dritto al cuore.
Si accascia e in silenzio muore.
Ho sentito l’umanità urlare.
Fonti
Crediti