Che Milano sia vecchia e nuova, antica e moderna, si sa già. Passeggiando tra i grattacieli e in mezzo ai negozi, possiamo spesso trovare meraviglie nascoste e bellezze di secoli precedenti perfettamente assortite con l’ambiente circostante. Per esempio, camminando per via Torino, tra Foot Locker e Desigual, un osservatore attento non mancherà di notare una stradina stretta stretta che a stento si intravede e, decidendo di andare in esplorazione, si troverà davanti ad una piccola chiesetta che contiene tanta storia e qualche tesoro: Santa Maria presso San Satiro.
All’entrata della chiesa, la prima cosa che salta all’occhio è l’abside dietro l’altare, spaziosa e con una volta a cassettoni tutta d’oro, ma se il nostro osservatore dovesse arrivare a pochi passi dall’altare, si accorgerebbe subito dell’inganno: non c’è nessun’abside, solo un muro! Con suprema bravura, uno dei nostri più grandi architetti, Donato Bramante, creò il capolavoro del Finto Coro per ragioni pratiche; al momento della costruzione della chiesa, non essendo stato approvato il progetto originario e non essendo possibile farne uno nuovo, c’era il rischio che fosse abbandonato. Considerandola una sfida, egli riportò in scala le stesse misure previste dal progetto (da 9,70 m a 97cm) realizzando una finta abside prospettica tanto sublime da dare l’idea che dietro l’altare vi sia un grande spazio, quando in realtà vi è a malapena un metro.
Per quanto riguarda la sua storia, la chiesa era stata previamente dedicata a San Satiro (339 – 378 d.C.), ma nel 1480 si decise di costruirne una nuova inglobando la vecchia, con il nome di Santa Maria presso San Satiro, per custodire un’icona miracolosa della Vergine. Infatti, un tale Massanzio di Vigonzone, dopo aver pugnalato l’immagine devozionale della Madonna con Bambino, vide che dalla ferita sgorgava del sangue. Quando la notizia del miracolo si diffuse, la chiesa diventò meta di pellegrinaggi e ancora oggi, al suo interno, conserva al centro dell’altare l’immagine miracolosa e il pugnale di Massanzio.
Le bellezze di Milano purtroppo non sono sempre in evidenza ma spesso nascoste tra edifici e dentro impersonali strutture; per questo esorto sia cittadini sia turisti ad essere tutti osservatori attenti, così da poter dare una nuova luce ad una città rinomata solamente per la sua dedizione al lavoro e la sua industrializzazione.
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