E adesso tocca a noi

Il 21 marzo è il primo giorno di primavera, principio di risveglio della natura e simbolo di rinascita, ma non solo. Da vent’anni rappresenta un momento di memoria e di impegno collettivo, di presa di coscienza e assunzione di responsabilità da parte della società civile, di solidarietà e vicinanza comune alle famiglie delle vittime innocenti delle mafie in tutta Italia grazie a Libera.

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, nata il 25 marzo 1995 per diffondere la cultura della legalità e della giustizia incitando la società civile alla lotta alle mafie con sinergie politico-culturali, oggi è un’associazione di promozione sociale, riconosciuta dal Ministero della Solidarietà Sociale, che coordina oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà territoriali, tra le cento migliori ONG del mondo secondo la rivista “The Global Journey”. Quelli di Libera sono impegni concreti, che vanno dall’educazione alla legalità democratica alla legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie – grazie alla raccolta di un milione di firme la legge 109/96 ha festeggiato il ventesimo anniversario di entrata in vigore ricorso il 7 marzo, dall’impegno contro la corruzione ai campi di formazione antimafia, dai progetti sul lavoro e lo sviluppo e le attività antiusura a iniziative come quella del 21 marzo.

Ponti di memoria, luoghi di impegno, il 21 marzo 2016 sarà la XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Dal 1996 ogni anno in diverse città italiane il primo giorno di primavera ha rappresentato un momento di rinnovo di verità e giustizia sociale, un abbraccio collettivo ai padri, alle madri, ai fratelli, ai parenti delle vittime, quelle conosciute e quelle meno, uno spazio di memoria con la lettura di tutti i nomi di quelle persone innocenti, circa 900, perché è un dovere civile ricordarli tutti.

Fulcro dell’iniziativa è Messina, porta della Sicilia, città di porto e di ponti, ricca di positività e impegno civile, sebbene segnata dalla cancrenosa presenza mafiosa, affacciata sulle acque in cui affonda il mito di Colapesce, umile pescatore messinese amante del mare, sacrificatosi per reggere il peso della sua isola che stava sprofondando negli abissi.

La provincia siciliana, non lasciata sola come Colapesce, sarà collegata da una memoria responsabile e condivisa come un ponte, l’unico possibile, alle altre città italiane coinvolte, agli altri 900 luoghi di impegno in cui si svolgerà l’iniziativa grazie alla lettura dei nomi delle vittime che si terrà alla stessa ora in una grande voce corale.

Il ponte di memoria unirà quest’anno anche Milano, il luogo di impegno contro ogni forma di mafia sarà piazza Beccaria. Forse tutti i milanesi ce l’hanno in mente vuota, con al centro la statua di Cesare Beccaria, a pochi passi da Piazza Fontana. Tuttavia, per comprendere quanto la scelta del luogo non sia casuale per il senso di questa giornata, bisogna immaginarla invece gremita da una moltitudine di persone strette in unico grande abbraccio a Lea Garofalo, in un grande raccoglimento collettivo al suo funerale.

Milano dunque come città dell’ultimo omaggio alla giovane donna, ex collaboratrice di giustizia, testimone delle faide tra la sua famiglia e quella dell’ex compagno Carlo Cosco, che ha trovato il coraggio di stagliarsi contro la logica del “non vedo, non sento, non parlo” per denunciare quel contesto familiare e ‘ndranghetista in cui era vissuta. Per questo proprio a Milano ha trovato la morte, il 24 novembre del 2009, quando è stata separata dalla figlia Denise, rapita, interrogata, uccisa e bruciata. Per il suo omicidio quattro sono state le condanne all’ergastolo, tra cui quella a Carlo Cosco, suo ex compagno e padre di Denise. Un esempio per tutti, una “martire della verità, testimone della verità” come l’ha definita al funerale Don Luigi Ciotti. Ha aggiunto Giuliano Pisapia:

Oggi diciamo ad alta voce ‘vedo, sento, parlo’, come si legge nelle bandiere (quelle di Libera) che hanno riempito piazza Beccaria. La figlia di Lea, Denise, ha voluto che la cerimonia si tenesse a Milano. La città in cui Lea ha cercato un futuro migliore e dove ha trovato il coraggio di diventare testimone di giustizia.

Il programma della giornata, disponibile anche sulla pagina ufficiale dell’evento su Facebook, sarà il seguente: ritrovo in piazza alle 09.45, interventi dal palco alle 10.15, lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie alle 11.00, e a seguire un flashmob a cura dei ragazzi “e perché la memoria diventi impegno… adesso tocca a noi”.

E adesso tocca a noi, prendendo parte a questo primo giorno di primavera, di rinascita di verità e giustizia sociale – anche tramite social network filmando i vari momenti del proprio 21 marzo con una videocamera o un telefono. Perché è un dovere civile il ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, la presenza nei luoghi di impegno e la costruzione di ponti.  Perché, come afferma Don Luigi Ciotti, da sempre voce fondamentale del 21 marzo:

Essere costruttori di ponti è un abito mentale, un atteggiamento etico, un percorso culturale ed educativo: dunque riguarda la coscienza di ognuno e i valori dei singoli individui. Ma è anche un’opera sociale e corale, chiede e presuppone reciprocità. Se il ponte viene costruito contemporaneamente da entrambe le estremità, l’incontro sarà più vicino e più sicuro, l’opera più stabile e duratura.


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