I musei sviliscono l’arte, distruggendola.
Street Art – Banksy & Co. L’arte allo stato urbano, sostenuta da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, prodotta da Genus Bononiae – Musei nella città e Arthemisia Group e curata da Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, è una mostra che racchiude – letteralmente – a Palazzo Pepoli (Bologna), dal 18 Marzo 2016 al 26 Giugno 2016, più di quattro decadi di street art in un solo edificio, con l’obiettivo – nobile – di salvaguardare, conservare e “musealizzare” le diverse forme che ha assunto l’arte di strada, in un evento guidato e rimodellato per creare un percorso, anche storico, dell’evoluzione dagli anni ’70 al 2000, dalle industriali bombolette aerosol agli stencil di creazione digitale, dalla mano libera alla fedele riproduzione moderna.
Il tutto creato a partire da opere originali: i graffiti strappati dai muri delle città, con l’obiettivo dichiarato di “salvarli dalla demolizione e preservarli dall’ingiuria del tempo”, trasformandoli in pezzi da museo. Un’esperienza e un’idea interessanti, che però hanno portato a una vera e propria rivolta: com’è possibile che l’arte di strada e la cultura giovanile da vile vandalismo, caos e nonsense sia stata trasformata in arte da museo? Perché strappare da questi capolavori, a oggi meri graffiti di diverso peso, la loro identità di street art relegandoli in una realtà museale non loro? Ma, soprattutto, perché pagare un biglietto di ingresso per vedere dei lavori, delle testimonianze che sono sempre state a libero accesso?
Blu, uno degli artisti italiani più conosciuti, segnalato dal britannico «The Guardian» come uno dei dieci migliori street artist in circolazione, non ha apprezzato il nobile tentativo di rivalutazione di questa corrente e ha deciso di cancellare i suoi murales creati nell’arco di vent’anni di attività a Bologna. Un’azione che costa cara all’arte libera, ma che ha un chiaro significato simbolico, condiviso da altri artisti minori e dilettanti che lo hanno aiutato a rendere immortali i suoi lavori, distruggendoli.
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