Una regina d’Inghilterra diciottenne, forte ed emancipata, che sceglie di sposare l’anima gemella ; un matrimonio perfetto fatto di complicità e felicità domestica ; figli numerosi ed obbedienti. Questo il ritratto ufficiale della famiglia reale per eccellenza, quella della regina Vittoria e il consorte Albert. Ma era davvero così ? La realtà storica è ben lontana dall’idillio appena delineato.
Secondo la storica Jane Ridley, il matrimonio tra i due cugini fu lungi dall’essere perfetto come lo si rappresentava in foto e dipinti. Quelli insieme furono infatti 17 anni di continua lotta al potere, poichè durante tutte le sue gravidanze Vittoria veniva sistematica messa da parte e sostituita dal consorte Albert. Questi s’imponeva sul volere della moglie causando accesi conflitti e litigi, durante i quali il temperamento della regina faceva pensare avesse ereditato la pazzia del nonno George III.
Le gravidanze che le toglievano il potere furono ben nove, ed inevitabilmente Vittoria imparò ad odiarle tutte, considerando la loro ripetizione come qualcosa di più consono «a conigli o maialini d’India soprattutto», e non piacevole. Così come non considerava piacevole l’allattamento, pratica che la disgustava. Nonostante fosse dunque una madre prolifica, non era di certo una madre affettuosa: il suo compito era di essere severa.
Le relazioni con i figli furono dunque travagliate almeno come quella con il padre, ma fra tutte la più crudele fu forse con il figlio «Bertie» – il famoso re balbuziente interpretato magistralmente da Colin Firth. Considerato un fallimento da entrambi i genitori, l’opinione di Vittoria non potè che peggiorare dopo la morte di Albert. Questi infatti morì due settimane dopo aver fatto visita al figlio a Cambridge, dove fecero una lunga passeggiata sotto la pioggia. Vittoria da allora non potè neanche sopportare di stare vicino al futuro Edward VII: lo considerava la causa della morte del consorte.
I successivi 40 anni furono dedicati al cordoglio di Vittoria, che per quanto defilata ed invisibile nella scena politica, era una presenza incombente nella vita dei figli. Iniziò a controllarli in maniera quasi patologica, organizzando una rete di spie ed informatori che le davano ogni più piccola informazione su di loro e le rispettive famiglie. Non era solo loro madre ma anche la loro sovrana, e di certo era difficile dimenticarselo. Divenne come la madre che aveva tanto odiato, la madre che l’aveva oppressa fino alla sua incoronazione
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