Non capita spesso di vedere sullo schermo tutti i retroscena. Creare un film non è semplice, è un lavoro di squadra, che richiede la fatica e il talento di molte persone. Non ci sono solo attori e registi, a camminare dietro le quinte passano costumisti, addetti al make up, scenografi, comparse, produttori, addetti al suono, alle luci, alla fotografia, e chi più ne ha più ne metta.
C’è un lavoro, però, che batte tutti gli altri è vitale alla sopravvivenza di uno studio cinematografico, soprattutto durante la Golden Age di Hollywood. I film-maker vincitori di quattro premi Oscar Joel e Ethan Coen (Non è un paese per vecchi, Il Grinta, Fargo), hanno portato in primo piano questa difficile professione nel nuovo film Ave, Cesare! – nelle sale il 10 marzo – una commedia che hanno scritto e diretto con un cast stellare. Interpretato da Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Tilda Swinton, Channing Tatum, Scarlett Johansson, Jonah Hill e Frances McDormand, “Ave, Cesare!” racconta quella che essenzialmente è la vita di un fixer degli studios, prendendone solo 24 ore.
Chiamato a risolvere una marea di problemi, quello di Eddie Mannix (Brolin) più di un lavoro, è uno stile di vita. La giornata inizia prima del sorgere del sole e finisce molto dopo il tramonto, si passa dal far firmare il consenso per un colossal biblico da parte di leader religiosi, dal procurare la giusta star ad un regista scontento. Da un’emergenza attoriale ad un’altra, Mannix, è anche un’addetto stampa pro tempore, tiene i suoi talenti lontani dalle colonne di gossip scritte dalle gemelle Thora and Thessaly Thacker (Tilda Swinton), o meglio, li tiene alla larga dalle storie che non vuole promuovere ai lettori delle gemelle.
Ma se gli ego-drama delle star non fossero abbastanza, Mannix, si ritroverà ad affrontare la più grande crisi della sua vita: uno degli attori più grandi e fruttuosi dello studio, Baird Whitlock (George Clooney), è stato rapito nel bel mezzo della produzione di un grande colossal epico “Ave, Cesare!” da un misterioso gruppo chiamato “The Future”. O lo studio paga, o possono pure dire addio alla loro preziosa gallina dalle uova d’oro.
Insomma, i fratelli Coen hanno riportato in vita una grande epoca del cinema che altrimenti vivrebbe solamente nelle pellicole del tempo. Hanno descritto un lavoro ciclopico, compiendone uno, perché tutto ciò che descrivono è esattamente ciò che hanno fatto loro, nel costruire il proprio film. Le premesse per una serata divertente ci sono tutte, non manca che andare al cinema!
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