Fantascienza: sembra una parola per nostalgici, che rievoca gli anni ’70 e ’80 del Novecento, la collana di Urania e Isaac Asimow; o prima ancora il romanzo scientifico di Jules Verne. Ci sembra un genere ormai fuori moda, per i sognatori di tecnologia che per noi è pane quotidiano, ma è davvero così?
Il genere fantascientifico prevede l’inserimento nell’ambientazione di elementi tecnologici innovativi o semplicemente diversi dai reali -come gli alieni- ma sempre relativamente realistici. Si differenzia dal genere fantasy proprio perché gli autori si impegnano a non inventare nulla che non sia scientificamente accettabile. Per questo motivo molto spesso erano anche scienziati, o comunque studiosi di scienza.
Sono innumerevoli le occasioni in cui il progresso tecnologico reale ha scelto strade diverse da quelle ipotizzate, ma sono altrettanti i casi in cui i romanzi sono quasi perfetti. Nel romanzo “Dalla Terra alla Luna”, Jules Verne calcola una forza di spinta per raggiungere la Luna che avrebbe ucciso gli esploratori all’interno del missile, ma come gli astrofisici della NASA, ha scelto la Florida come base di lancio e lo stesso periodo del ciclo lunare.
Con il senno di poi sembrano i sogni di un fanciullo, perché molte cose ci appaiono scontate, e non ci accorgiamo che anche noi ne facciamo di simili. Abbiamo la tendenza a chiamarli con il nome di fantasy, ma questi due generi hanno non solo canoni diversi, ma anche scopi diversi. Un tempo erano simili, insieme anche ai romanzi di avventura in terre selvagge: in forme diverse, tutti erano dettati dalla speranza e dall’entusiasmo per le nuove tecnologie e le nuove scoperte.
Ogni anno vengono scritti libri e film fantascientifici, ma i temi non sono più ottimistici. È comparsa la paura e la consapevolezza della pericolosità della tecnologia in ogni suo campo. Nascono così scenari apocalittici, raggruppati nel genere distopico –ossia il contrario di utopico- che ha avuto moltissimo successo e spesso altro non è che una sottospecie del genere fantascientifico.
Questo genere conserva un aspetto oracolare sia per le opere passate che per quelle odierne, e per questo è ancora amato. È mutato molto come la tecnologia a cui è legato e, se prima dava forza per il progresso, ora ci ammonisce sulle possibili conseguenze delle nostre scelte.