C_rise: il mercatino dove non si compra, ma si scambia

C_rise è un mercatino solidale e dello scambio dove tutti possono portare vestiti, borse, cappotti e scarpe che non si usano più per vari motivi o che non piacciono, ed è persino permesso prendere ciò che si vuole.

Il mercatino rientra del progetto del più grande SMS – Spazio Mutuo Soccorso, nato per iniziativa dei ragazzi del Centro Sociale Cantiere (via Monte Rosa, 84) e del Comitato Abitanti di San Siro che insieme, tre anni fa, si sono riappropriati di un enorme spazio abbandonato in piazza Stuparich (zona piazzale Lotto), due palazzoni con un cortile centrale. Senza alcuna retribuzione e solo con le proprie forze lo hanno ristrutturato e rimesso a nuovo, dando alcuni appartamenti a famiglie con difficoltà economiche e dedicando molti spazi a laboratori e progetti differenti.

Nascono così tra gli altri, un laboratorio di serigrafia, una ciclo officina, dei corsi di italiano per stranieri e corsi di lingue, una palestra e il C_rise.

Tutto il progetto si rifà all’idea del mutuo soccorso, l’aiuto reciproco tra coinquilini e concittadini facendo riferimento a metodi di consumo e di acquisto consapevoli e sostenibili (tutti gli inquilini fanno parte di una rete GAS, Gruppi di Acquisto Solidale per i generi alimentari) al fine di far fronte alle difficoltà economiche.

C_rise è gestito da volontari, spesso abitanti del palazzo che a turno tengono aperto lo spazio (dal martedì al sabato con orario: 10-13 e 15-18.30). Si possono trovare uomini anziani (ma piuttosto arzilli!), mamme con bambini o ragazzi italiani, egiziani, marocchini e sudamericani.

L’odore che si respira al C_rise ricorda una vecchia cantina, quell’odore che si sente nei negozi dell’usato che vanno tanto di moda anche in centro a Milano, dove però il maglione della nonna costa 35 euro perché è considerato vintage, ma si prova anche una grande sensazione di serenità. Si è circondati da tante persone di diverse provenienze, culture, età e vissuti, ma che lavorano, convivono e si aiutano a vicenda, semplicemente parlandosi e facendo sentire chi si reca in questo luogo, anche se per la prima volta, coinvolto in un progetto di cui vanno fieri.

Inoltre dopo aver portato qualcosa di nostro, armandosi di un po’ di voglia di rovistare tra gli scaffali, è possibile trovare capi per ogni esigenza, che stanno bene addosso e possono tranquillamente essere portati a casa senza pagare, con la bella sensazione di aver donato qualcosa che qualcun altro indosserà.

Oggi, fortunatamente, in città come Milano ci sono sempre più iniziative, negozi e mercati che si stanno dedicando a diffondere una modalità di acquisto più consapevole, puntando molto sull’usato, anche di alta qualità.

Comprare abiti usati non deve più essere considerata una scelta solo volta al risparmio economico, vista con una certa dose di pregiudizio persistente, ma è una scelta importante che aiuta a non sostenere più un mercato come quello dei grandi magazzini, che vive dello sfruttamento della manodopera dei paesi più poveri – India, Cina, Bangladesh, Thailandia per dirne alcuni – e le cui fabbriche inquinano in maniera massiccia il nostro ambiente; si tratta quindi anche una scelta responsabile ed etica.

C_rise rientra all’interno di queste “buone pratiche”; inoltre è l’unico progetto che nasce dal basso, da una volontà di aiuto reciproco piuttosto che di guadagno, per questo merita almeno una visita, una volta ogni tanto, da parte di tutti.


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