Vedo visi arsi da bellezze aliene,
orecchi tesi a stellari sirene,
sguardi appesi ai neri contrafforti
donde tutti gli dèi caddero morti.
Ma là non v’è che un baratro riverso.
Come l’amore è questo universo:
una luce fugace in lontananza
e buio, e gelo che lento s’avanza.
Noi, le pazze prede della speranza,
mai siamo sazi di quella pietanza.
Tutti cantiamo canzoni d’amore,
mentre all’intorno riecheggia l’orrore,
tutti danziamo nel nero che tace
come scintille nel cuor della brace.
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Un commento su “Il cadavere del fuoco”