Colpisce più la penna della spada, specie se come spalla ha una nota.
Rumore e melodia.
Due cose molto simili, anche se sentirete tutti lamentarsi della prima e amare la seconda. Per quanto se chiederete a una madre qual è o quale è stata la sua melodia preferita vi risponderà senz’altro il pianto di quando suo figlio venne al mondo.
Tutto può essere scritto sotto forma di note, perché ogni cosa nella nostra giornata è pura musica di vita.
Nel 1996 Rolando Omar Benenzon, musicista e psichiatra argentino, ha istituito la Scuola di Musicoterapia nell’Università di Buenos Aires, facoltà di medicina. Egli ha trovato il modo di sfruttare la sua grande passione musicale per aiutare in maniera sana e graduale e scientificamente provata i suoi pazienti infanti affetti da autismo e psicotici.[ http://www.centrobenenzon.org/ ]
La terapia della musica si basa sulla comprensione dell’identità sonora (detta ISO), la quale è necessaria per capire i processi attraverso i quali la psiche sente e ascolta i suoi e le voci che ci circondano.
Benché la Scuola di Benenzon sia molto conosciuta, la terapia della musica non è nata grazie a lui. Infatti, trova radici già nel 1700: vi sono testimonianze di trattati di musicoterapia da parte del medico/musicista Richard Brockiesby. E scendendo ancora con gli anni possiamo ritrovarne degli usi persino nelle tribù antiche, ove gli sciamani erano soliti sfruttare la musica per facilitare il coinvolgimento dei partecipanti ai loro riti.
In Italia questa terapia non viene vista di buon occhio perché considerata paramedica e ad oggi solo il conservatorio di Verona e quello de L’Aquila possono “vantare” di poter conferire il diploma in questa disciplina. A tal riguardo, il CONFIAM è un ente che opera per l’istituzionalizzazione della musicoterapia anche nel nostro Paese.
Gli utilizzi di questa terapia sono decisamente molti, sia attivi che passivi, sia in uso benefico sia come arma a scopo distruttivo. Gli studi provano che la musica influenza in modo decisivo la psiche umana: da piccoli la musica che viene ascoltata tende a seguire quella genitoriale, quindi tende all’emulazione, ma durante i primi anni dell’adolescenza il nostro corpo subisce un cambiamento ormonale che ci porta a modificare il nostro modo di relazionarci col mondo. La musica che ascoltiamo in questo periodo, per caso o indotta da un gruppo sociale, per quanto possa essere solo temporanea nel nostro ciclo vitale, avrà un grosso peso sulla nostra psiche futura. Il sistema umano, in questi anni raggiunge il massimo livello di instabilità e vulnerabilità e, quindi, secondo le teorie delle musicoterapia, la musica ascoltata influenza la nostra persona ad un livello tanto profondo da segnare una buona parte del nostro essere futuro.
Introdurre gradualmente in una vita squilibrata una fonte di tranquillità ritmica e ben ponderata è risultato avere effetti sorprendenti in alcune condizioni critiche. Un essere umano psicologicamente sano può essere, banalmente, tranquillizzato o annoiato da un brano di Mozart, ma è stato provato come la sua musica possa essere davvero d’aiuto nella vita di persone psicologicamente instabili e incontrollabili. Questo ha portato all’idealizzazione della sua musica “antica”, donando un’espressione di creatività psicoterapeutica all’avanguardia; chiamato “Effetto Mozart”.
D’altro canto, la potenza di un brano musicale mostra il proprio spessore anche in situazioni del tutto negative e contrarie al benessere della persona. La storia conta molti casi in cui la musica – o, per meglio dire, il rumore – è stata usata come mezzo per la tortura dei prigionieri.
In conclusione, possiamo sostenere che ogni volta che ascoltiamo musica stiamo alterando la nostra psiche. Di conseguenza, il desiderio di ascoltare musica risponde a un bisogno specifico del nostro organismo, che si trova in uno stato in cui l’ascolto dell’uno o dell’altro brano appare più soddisfacente per la condizione attuale.
C’è chi usa la musica come sfogo terapeutico, chi come strumento, chi come propaganda per un’idea, o chi ancora come semplice piacere; ma una cosa è certa: la musica è una risorsa straordinaria capace di rilasciare particelle di pura energia.
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