Non chiedere per chi suona la campana

Di Roberta Giuili

Nessun uomo è un’Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d’uomo mi diminusce,
perchè io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.

John Donne (Londra,1572-1631) durante la sua vita ebbe due anime: di poeta amoroso e di chierico predicatore. Questo componimento riassume bene la sua duplice aspirazione, configurandosi come poesia, ma avendo l’indirizzo del sermone. L’anafora della parola “uomo” è il memento che si espande per tutti i versi: ricordare cosa vuol dire essere uomo. Uomo in quanto tale è creatura della terra, e fratello degli altri uomini, parte di un disegno unico. Donne utilizza la metafora della terra per rappresentare i suoi abitanti: l’uomo non è un’isola, sola e indipendente dal resto, ma è un pezzo di continente, una zolla, parte di un tutto e a questo legata. Ogni morte d’uomo è una diminuzione, è una parte di terra staccata al continente, una parte staccata all’umanità.

“Per chi suona la campana” è un verso che ha ripreso Hemingway nel suo omonimo romanzo del 1940 per ricordare, come Donne ha voluto sottolineare, la necessità di pensare alla morte della guerra come alla morte di uomini, di fratelli; di pensare che quando suona la campana non suona  per un qualcuno (“to toll” in inglese significa proprio il suonare a lutto) ma per tutti gli uomini, per l’umanità che perde pezzi.

E’ una poesia che propone in modo sincero e con uno stile limpido i concetti di eguaglianza e fraternità tipici del cattolicesimo e poi realizzatisi un paio di secoli dopo J. Donne in una prima forma embrionale durante la rivoluzione francese del 1789. Ad oggi sarebbe già un passo avanti come prima cosa tenere a mente le parole semplici di questo poeta-predicatore nel gestire i problemi della contemporaneità; la sovrappopolazione, l’immigrazione come fuga da guerre, i bombardamenti rilanciati nei paesi dove si muove Daesh: tutte situazioni queste, dove è in ballo l’umanità, dove perdiamo “zolle”, per le quali la campana sta suonando incessantemente.

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