Di Vito Ubaldini
Legno, tavole, termiti, camola.
Muffa
odore chiuso
moquet;
polvere spostata da passi incerti.
Dubbiosi
di aver sbagliato posto.
File interminabili di poltrone
desiderose di farmi accomodare
Sdegno, tavole, termiti, camola.
Velluto rosso logoro
impolverato grigio
dimenticato aperto:
metà a destra cadente e
a sinistra piangente,
da tempo inesorabile.
Miserabile tempo!
Legno, favole, termiti, camola.
Ombre antiche
di attori scomparsi,
si aggirano dannate
dietro le quinte.
Mentre tra loro
si cavano gli occhi,
in loop li sento ripassare
con voci bisbigliate,
battute obsolete
forse,
mai più rappresentate.
Legno, tavole, tremiti, camola.
La luce fioca
di riflettori sgasati a gas
è l’ unico conforto,
barlume di vigore
del fradicio vecchio palco:
desideroso di risa
assetato di applausi
affamato di pubblico .
Solo.
Povero teatro.
Tratto da: ” Scrivo che mi passa” di Vito Ubaldini. Libridine Editore
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