di Silvia Carbone
La rabbia è un’emozione fondamentale, tra le più precoci a manifestarsi nell’uomo e osservabile anche negli animali. È un sentimento ostile che tutti provano, più o meno frequentemente, in reazione alla frustrazione o alla costrizione, sia fisica che psicologica. Forse, però, la sua forma più distruttiva è quella che la vede associarsi all’amore.
“Look back in anger” (tradotto in italiano come “Ricorda con rabbia”) è una commedia di John Osborne del 1976. Il protagonista, Jimmy Porter, è descritto come <<uno sconcertante miscuglio di sincerità e di allegra malignità, di tenerezza e di spietata crudeltà, un impasto capace di renderlo antipatico sia alla gente sensibile sia a quella insensibile.[…] A molti può sembrare sensibile al punto da essere volgare, ad altri semplicemente uno che parla troppo. Essere violenti come lui è, a un certo punto, un modo di non compromettersi.>>
Jimmy è sposato con Alison, una bella ragazza di buona famiglia, e i due dividono la loro casa in soffitta con Cliff, il migliore amico di Jimmy.
A differenza di Alison, che proviene da una famiglia della borghesia medio-alta, Jimmy e Cliff hanno sempre fatto parte della classe lavoratrice, anche se Jimmy ha ricevuto un’educazione di livello più alto.
Jimmy non perde mai occasione di fare riferimento alla diversa condizione sociale dalla quale provengono, definendo Alison “una pusillanime” che ha vissuto una vita perennemente rilassata, che non ha mai dovuto pensare a niente né soffrire, e Cliff “ignorante” o “comune”. Quest’ultimo assume il ruolo di mediatore: in una quotidianità pesante e ripetitiva, alleggerisce la carica distruttiva dei commenti velenosi di Jimmy, e porta un sincero affetto per Alison. È a lui che Alison confessa di aspettare un bambino, e di non avere il coraggio di dirlo a Jimmy.
Nel primo atto, i due uomini leggono il giornale mentre Alison stira. Presto Jimmy inizia a parlare in tono sarcastico della passività di carattere della moglie e della confortevole stupidità in cui l’ha cresciuta la sua famiglia.
Dice che tutto ciò che vorrebbe è un po’ di entusiasmo. <<Non si potrebbe>>, propone, <<fare un piccolo gioco? Fingiamo di essere esseri umani, e di essere davvero vivi. Solo per un po’.>>
Invece, si lamenta: <<Nessuno pensa, a nessuno importa. Nessun credo, nessuna convinzione e nessun entusiasmo. Solo un’altra Domenica sera.>>
Jimmy e Alison sono realmente innamorati: non sanno fare a meno l’uno dell’altra e la passione è sempre forte, ma lui non riesce a non scaricarle addosso tutta la frustrazione che prova nei confronti del mondo, immobile e vuoto; e la reazione di lei, che subisce, inerme e stanca, le sue angherie, non fa che spingerlo a esplicitare sempre più il suo disprezzo.
Solo nel dolore, nel coraggio, nell’entusiasmo, nel sacrificio per qualcosa di grande, Jimmy vede l’umanità. Ma, come dirà in seguito a Cliff: <<le persone della nostra generazione non sono più capaci di morire per le buone cause. È stato tutto già fatto per noi, negli anni ’30 e ’40, quando eravamo solo bambini.>>
La sua frustrazione per la passività di Alison arriva fino al punto di augurarle di perdere un figlio. Forse solo così potrebbe svegliarsi dal suo sonno e diventare un essere umano.
Nel secondo atto arriva ospite in casa Porter un’amica di Alison, Helena. Anche Helena si scontra subito con Jimmy, che la vede come la tipica borghese superficiale, imbalsamata e, come se non bastasse, religiosa.
Durante un litigio Jimmy le chiede se ha mai visto qualcuno morire. Racconta poi di aver guardato suo padre, appena tornato dalla guerra in Spagna, morire lentamente per dodici mesi, quando era bambino: <<Ma, vedi, ero l’unico a cui importasse. La sua famiglia era imbarazzata dalla faccenda. Imbarazzata e irritata. Per quanto riguarda mia madre, tutto ciò a cui sapeva pensare era che si era resa compagna e alleata di un uomo che sembrava stare sempre dalla parte sbagliata. […] Lui mi parlava per ore, riversando tutto ciò che rimaneva della sua vita in un singolo, solitario bambino confuso, che capiva a mala pena la metà di ciò che dicesse. Tutto ciò che quel bambino sentiva era la disperazione e l’amarezza, il malsano odore dolciastro di un uomo morente. Vedi, ho imparato presto cosa significasse essere arrabbiati, arrabbiati e disperati. E non potrò mai dimenticarlo. Sapevo di più sull’amore, il tradimento e la morte quando avevo dieci anni di quanto voi ne saprete probabilmente in tutta la vostra vita.>>
A differenza di Alison, Helena si mostra combattiva nei confronti di Jimmy e, una volta saputo della gravidanza dell’amica, prende addirittura l’iniziativa di chiamare il padre di lei per chiedergli di riportarla a casa sua. Alison la ringrazia e accetta di partire. Jimmy riceve una chiamata che lo invita a recarsi al capezzale della madre di un suo caro amico, che li aveva ospitati appena si erano sposati. È addolorato e chiede ad Alison di accompagnarlo, ma lei rifiuta e, poco dopo la sua partenza, se ne va lasciando solo una lettera di spiegazioni per quando suo marito sarebbe tornato.
Stranamente, Helena dice che rimarrà ancora un giorno in casa per motivi lavorativi.
Quando Jimmy torna, trova solo lei in casa. Helena gli consegna la lettera di Alison, e lui si arrabbia ridicolizzandone il vuoto sentimentalismo. Si era già sentito tradito quando Alison aveva scelto di non partire con lui. Allora Helena incalza, rivelandogli che Alison è incinta. Jimmy è stupito, ma risponde che in realtà non gli importa. Perché dovrebbe importargli del bambino di una ragazza stupida e crudele come lei, che non avrebbe neanche mandato dei fiori per la povera donna che lui aveva assistito nelle ultime ore?
Helena lo schiaffeggia con violenza. A lui sfugge un singhiozzo. Lei si ferma e lo bacia con passione.
Nel terzo atto ritroviamo, mesi dopo, Jimmy e Cliff in una domenica pomeriggio, leggendo il giornale mentre Helena stira. Jimmy le chiede se andrà in chiesa e fa qualche commento velenoso.
Cliff dice che presto lascerà la casa, e che, ignorante e stupido com’è, saprà trovarsi una brava donna che si prenda cura di lui. D’altronde, lì non è lo stesso senza Alison. Poi esce.
Improvvisamente, Alison entra in casa, con un aspetto piuttosto malato. Jimmy se ne va ostentando indifferenza, e la lascia sola con Helena. Alison si scusa, si rende conto che non sarebbe dovuta tornare, ma non era riuscita a resistere. Helena è molto turbata e le rivela che in realtà, dal momento in cui lei è entrata in casa, si è resa conto di non poter più fingere di non aver fatto qualcosa di moralmente sbagliato. Tanto più davanti alla sofferenza di Alison, che racconta di aver perso il bambino implorandola, però, di non abbandonare Jimmy.
Ma Helena ha ormai deciso di andarsene, e richiama Jimmy in casa per dirglielo.
Jimmy, con voce rassegnata, fa un discorso molto significativo, che apre al lettore la via per la comprensione della sua verità sulla vita, del suo cuore ferito e del suo sguardo disincantato, della volontà combattiva dietro alla rabbia: <<Tutti vogliono scappare dalla sofferenza di essere vivi. E, soprattutto, dall’amore. Ho sempre saputo che sarebbe successo qualcosa del genere, un problema, come una moglie malata, e sarebbe stato troppo per quei tuoi sentimenti delicati. È inutile che continui a raccontarti favole sull’amore. Non puoi affrontarlo in purezza, senza sporcarti le mani. Ci vuole fegato. E se non puoi sopportare il pensiero di macchiare la tua anima candida, faresti meglio a rinunciare del tutto all’idea della vita, e diventare una santa. Perché non ce la farai mai come essere umano. Bisogna scegliere tra questo mondo e quell’altro.>>
Helena se ne va, lasciando Jimmy e Alison soli.
Alison, in pianto, confessa che lei, dopo la perdita del bambino, della creatura indifesa che era sua responsabilità, ha smesso di voler essere una santa. Ha desiderato di morire, ha conosciuto il dolore che lui voleva che provasse, e non può più essere neutrale. Ora è una causa persa, come Jimmy.
Jimmy non ha più niente contro cui riversare la propria rabbia: Alison conosce ormai il dolore e ne è stata spezzata quanto e più di lui. Tutto ciò che resta loro al mondo è l’affetto reciproco.