di Anna Bonatti
Quando eravamo piccole, io e mia sorella, non riuscivamo a raccapezzarci di quale fosse il segreto per riuscire ad andare in bicicletta senza mani. Occupammo molto del nostro tempo per considerare tutte le ipotesi tangibili: com’era possibile che il manubrio della bicicletta restasse fermo nonostante non ci fossero delle mani a tenerlo fermamente? Qual era il grande segreto? Ipotizzammo che fosse una capacità di un certo tipo di biciclette, oppure che il ciclista, mentre pedalava, tenesse strette le ginocchia per mantere dritta la bicicletta. Ma queste teorie non ci tornavano, era qualcos’altro, qualcosa che non riuscivamo a capire. Di certo, escluedemmo a priori che potesse trattassi di equilibrio. Com’era possibile che solamente l’equilibrio riuscisse a condurre, secondo la nostra volontà, la nostra beneamata bicicletta? Iniziammo con le prove pratiche, perchè la semplice saggezza dell’infanzia ci diceva che per capire qualcosa che non riuscivamo a capire, o comunque per imparare, bisogna provare e riprovare, anche a costo di cadere. Imparammo ad andare in bici con una mano sola, mentre l’altra teneva fermamente il manubrio, e già ci sembrava di aver imparato molto, perchè pedalare con una sola mano ci dava l’idea di non essere troppo lontano dal passo successivo. Ma appena provavamo a lasciare anche l’altra mano, perdevamo il controllo del manubrio che come un cavallo si imbizzarriva e perdevamo l’equilibrio in pochi secondi. Imparammo a restare in equilibrio senza tenere il manubrio per qualche secondo e la nostra conoscenza pratica si fermò lì. Questo grande segreto si perse nel dimenticatoio di tutte quelle domande a cui non riusciamo a dare una risposta e, crescendo, impariamo ad accettare che non ne esista alcuna, o semplicemente ce ne dimentichiamo.
Ora ho imparato ad andare in bicicletta senza mani, e ho capito che la risposta a quel grande segreto era proprio quella che escludemmo per prima: l’equilibrio.
Com’è possibile affidare una cosa così importante e che potrebbe finire in una brutta caduta e in un paio di ginocchia sbucciate, se non peggio, a una cosa così semplice, casuale e precaria come l’equilibrio? Eppure è proprio così e per certi versi, è così anche la vita.
Dobbiamo trovare il coraggio di lasciare il manubrio e affidarci ai nostri sensi se vogliamo andare oltre, se vogliamo imparare: se vogliamo scoprire il grande segreto.