È una giornata all’insegna della festa e ricca di iniziative quella del 10 ottobre alla stazione di Porta Vittoria negli spazi del Passante Ferroviario. Dalle 15 alle 21 Artepassante con l’Open Day Liberarty ha presentato le sue numerose realtà celebrando l’autunno ormai arrivato da un po’ con il suo grigio e il suo freddo.
Durante la giornata che, come spiega Guido Poggiani, è una preview di quella di domenica 11 ottobre alla Palazzina Liberty con l’evento Happening LiberArty, si spazia da un campo – artistico e non – a un altro: dalla pittura all’arte del riciclo, dal canto al teatro, dai laboratori esperienziali all’arte-terapia, dalla poesia alla scultura.
Sebbene ci sia stata pubblicità fra giornali, Facebook, Twitter e passaparola, in queste due giornate le realtà di Artepassante si sforzano per far conoscere ancora di più questo… Effetto sopra-sotto! Mentre sta creando una lampada con materiali da riciclo, nell’ottica che ogni oggetto può assumere nuova vita, Guido afferma: «la sfida è arrivare alla gente che spesso, pur abitando molto vicina a noi, non ci conosce perché ignora la nostra esistenza o, peggio ancora, quella del passante!».
Paradossalmente Artepassante dà visibilità a una realtà ben nota, come ad altre che non lo sono: in galleria ci sono opere di artisti provenienti da Udine, da Venezia e persino dalla Svizzera che altrimenti resterebbero all’oscuro. Ma andiamo a vedere a quali altre realtà l’associazione dà voce in questa giornata.
Di sicuro voce ne ha Cantosospeso, coro della più ampia associazione culturale Cantosospeso che si occupa di musica, ricerca ed esecuzione musicale. Il coro, caratterizzato da un repertorio originale ed eclettico, rispecchia l’anima del suo direttore nonché fondatore Martino Lutero. Nato in Brasile e formatosi con gli studi in Ungheria e in Italia e le numerose esperienze in Africa alla ricerca delle radici della musica, attualmente si trova a San Paolo – a dirigere il coro e il suo allievo di direzione Wagner Diaz.
Il repertorio di Cantosospeso va dalla musica nera dell’Africa ai negro spiritual, dalla musica afro-india dell’America del Sud fino alla musica classica come il Requiem di Verdi – oggetto di prove sabato e di uno spettacolo nella giornata di domenica in Palazzina Liberty con altri assaggi musicali.
Il coro ha un ampio bagaglio di esperienze alle spalle: tournée e scambi con il coro gemello di San Paolo Martin Luther King in Brasile, in Burkina Faso, in Kenya, in Amazzonia dagli Indios, in Paraguay e a Cuba e persino una collaborazione con Mama Africa! Numerose sono anche le formazioni: si va dal coro d’ingresso Fa balà la vuz a quello misto Cantosospeso, dal femminile Didone al Vu comprà composto da migranti fino a quello di bambini.
Ultima iniziativa è Io voglio te, un coro rivolto a coristi che non riescono a frequentare le prove per tutto l’anno ma solo per un certo periodo, con la soddisfazione di uno spettacolo finale. Cantosospeso grazie ad Artepassante e a Rossella Traversa dispone di spazi da riutilizzare in modo geniale per farne luoghi di cultura e… prove!
Secondo l’associazione, la musica, per quanto diversa presso ciascun popolo, è un linguaggio universale e importante quanto il pane e l’aria: il coro in tournée a Cuba durante l’embargo portò, oltre a medicinali, anche valigie piene di carta pentagrammata per i musicisti del luogo che ne erano privi… Insomma, non è un caso che un coro dal repertorio così speciale si chiami Cantosospeso: loro obiettivo è dare voce proprio alle musiche sospese sull’orlo della dimenticanza.
Nello spostarsi da un locale a un altro continua a tenere compagnia la musica, o meglio, il ritmo delle percussioni dell’ensemble e associazione Couleurs du Monde, che ha come sede fissa il passante di Repubblica. A catturare l’attenzione come specchietti per allodole sono i gioielli dell’associazione GioieColori Milano esposti in una vetrina, mentre a sorprendere per la bellezza delle espressioni sono le maschere dell’associazione Zorba Officine Creative, realizzate in cuoio per attori professionisti.
Il cielo sotto Milano è azzeccato come nome dello spazio dove ha la sua sede a Porta Vittoria l’ensemble milanese Dual Band, altra associazione tassello di questo incredibile etere sotterraneo che si occupa di teatro sia realizzando spettacoli e laboratori teatrali, sia proponendo corsi di recitazione e di musica. Entrando nel loro spazio subito si è a contatto con la magia del teatro, che nasce innanzitutto come gioco.
In questa giornata di festa è presente il coro delle voci bianche del Conservatorio con cui l’associazione ha svolto un percorso didattico ormai concluso: l’open day Liberarty è anche un’occasione per salutarsi. I bambini, guidati da Benedetta Borciani e Beniamino Borciani, figli del fondatore della compagnia, sono intenti in un gioco che è al contempo teatro: seguendo le voci dei due adulti eseguono ciò che viene loro detto in inglese senza lasciarsi ingannare da trabocchetti.
Benedetta spiega che Dual Band quest’anno proporrà un laboratorio teatrale su un tema politico rivolto agli adulti e uno dedicato alla tarda infanzia incentrato su Shakespeare e il sogno. E sempre in Zona 4 sarà riproposto Salta Farid, spettacolo basato su una storia vera e oggi molto attuale: un ragazzino afghano in fuga dal suo Paese, con mezzi di fortuna riesce a raggiungere Londra dopo anni. In breve tempo lo spazio si è riempito del suono dei passi dei bambini via via sempre più veloci, di canti melodiosi, di risate, di battiti di mani, di balli, di animali che saltano e strisciano a terra. Preso commiato da loro e dalla magia del gioco del teatro, si va alla scoperta delle altre realtà presenti sottoterra in questa giornata.
In un altro spazio sul pavimento fa la sua bella figura un gigantesco gioco dell’oca che sta intrattenendo i bambini presenti: variopinto, realizzato con i materiali più svariati, per arrivare all’ultima casella bisogna affrontare prove artistiche. Come spiega una volontaria di El Modernista, associazione culturale nata nel 2013 e presente nello spazio di Artepassante da settembre 2015, il gioco riprende il metodo usato durante l’anno sia nelle scuole sia a Porta Vittoria, quello dei laboratori esperienziali.
“Lo scopo del gioco non è tanto far arrivare al bambino il risultato finale, ma l’esperienza”.
L’associazione usa l’arte e diversi materiali per accrescere l’autostima del bambino, lasciandogli libertà d’espressione all’interno di laboratori tematici. “Su un tavolo si lascia a disposizione tutti i materiali e il bambino è libero di scegliere quello che più preferisce rappresentare magari a riguardo di ciò che si sta trattando in quel momento”.
El Modernista si rivolge a bambini dai 9 mesi ai 12 anni, ma anche agli adulti con attività genitori-figli e non: sono attivi nello spazio corsi di yoga e ginnastica posturale. L’associazione, da sempre nomade tra percorsi didattici con asili, medie e superiori e collaborazioni con enti pubblici o privati, nello spazio di Artepassante ha trovato una casa dove realizzare i suoi sogni nel cassetto: eventi culturali con musica dal vivo e si spera cineforum, per cui stay tuned!
È un vortice di colori ad attirarci in un altro spazio dove l’arte assume un ruolo ancora più centrale. Come racconta Giuditta Macalli, responsabile dei laboratori di Terapeutica Artistica Belle Arti di Brera, all’interno dello spazio di Artepassante sono condotti con un metodo terapeutico-artistico dei laboratori e degli incontri per adolescenti, adulti o gruppi di lavoro.
Gestiti da ex studentesse laureate in Terapeutica Artistica, sono laboratori creati ad hoc che permettono alle persone di compiere un percorso creativo individuale con varie tecniche artistiche nell’ottica della cura di sé. Nello spazio sono esposte varie opere, come la Pelle d’oca, realizzata dalle terapeute in corso di studi. Si tratta di un mantello variopinto di cui ciascuna ha realizzato uno spicchio con vari materiali e con cui è possibile dare luogo a delle performance. Rappresenta l’idea di condivisione: indossato permette di sentire il peso degli altri e del loro lavoro sulle proprie spalle (60 kg!).
Altro lavoro di gruppo realizzato ad Artepassante è una rete di fili di lana intrecciati simboleggianti la comunicazione: ciascuno nell’atto creativo lanciava gomitoli di lana all’altro e poi si posizionava al centro della rete. Invece appesa su una parete vi è Pelle di parole, una serie di tele ricamate in cui ciascuno ha realizzato una lettera con tecnica mista e la composizione finale è stata di volta in volta modificata sempre nell’idea di condivisione dell’atto artistico – questa è stata esposta nella Casa delle Donne di Milano.
In questa giornata le terapeute propongono un atto artistico sempre di gruppo: un enorme foglio bianco viene riempito da un’esplosione di colori stesi con la spugna su cui poi vengono applicati altri materiali, il tutto da una dozzina di persone ben disposte a sporcarsi! Con le mani e i vestiti imbrattati di colore si conclude il giro a Porta Vittoria con un’ultima realtà.
La vetrina trasparente come l’acqua e il silenzio assordante come quello degli abissi invita a entrare nello spazio dell’Atelier della parola dove c’è una mostra unica nel suo genere, Pesci fuor d’acqua di Gabriello Anselmi. È un’installazione di 110 sculture di pesci dalla forma primitiva sospese su degli eleganti ed esili supporti metallici – in questa giornata ne sono presenti la metà a causa dello spazio ridotto.
L’esposizione è accompagnata da una lettura di poesie, storie e racconti illustrati sul mare di vari autori.
Mercoledì 14 l’esposizione sarà spostata nello spazio di Dual Band e accompagnata oltre che dalla lettura, da un pianista, Stefano Gueresi, e una danzatrice, Angela Dal Mondo. I temi alla base della mostra sono due. Data la forma primitiva dei pesci vi è l’idea di un ritorno alla profondità in una società superficiale come la nostra, soprattutto per quanto riguarda l’informazione. Poi c’è il rispetto per un mondo naturale che non può essere ignorato, come afferma Gabriello: “Un tempo l’uomo non si sentiva padrone della Terra, ad essa addirittura si attribuiva il divino”. Per una mostra simile non poteva esserci di meglio di Artepassante che sta negli abissi di Milano! “Questi sono i momenti veri e vivi della cultura, la cui spontaneità è vitale per la cultura attuale, abbastanza addormentata”.
Parole che ben descrivono anche nel suo complesso questa giornata di OpenDay Liberarty, insolita festa d’autunno in luoghi inconsueti che tuttavia nulla ha avuto di grigio, umido e silenzioso, in un tripudio di colori, musica e iniziative originali.
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