di Lorenza Castellani
In questa nuova sezione de Lo Sbuffo che mi è stata affidata, si è deciso di parlare di eccellenze italiane. Ho ritenuto perciò necessario introdurre questo nuovo capitolo con una riflessione su cosa si intenda con il termine “eccellenza”.
Un primo passo riguarda la derivazione etimologica. Il verbo “eccellere” deriva dal latino excellere, che significa “spingersi oltre, superare gli altri, distinguersi dagli altri per i propri talenti”. È proprio quest’ultimo significato, ossia la capacità di sapersi distinguere, che rappresenta oggi il più grande scoglio da superare. L’attuale situazione storica ci colloca, infatti, in un’epoca di post-globalizzazione. Durante questo periodo il capitalismo ha visto l’apice del proprio successo dal punto di vista economico, finanziario, istituzionale, culturale e sociale. Il modello di crescita che ha caratterizzato gli anni fino al 2008 è stato di tipo puramente quantitativo, andando a creare un modello che idealizzava l’idea di espansione illimitata. Così facendo, però, si andava formando un gap sempre più profondo tra realtà circostante, umana e ambientale. Inoltre, le premesse antropologiche ponevano l’uomo al centro del proprio universo, un’esistenza individualistica e sola, sempre meno in relazione con gli altri.
La crisi, a partire dal fallimento della Lehman Brothers nel settembre 2008, ha costretto questo sistema ad una fortissima battuta d’arresto. La prima reazione di fronte al crollo economico e finanziario globale è stata di completo smarrimento. Tutto ciò che era stato costruito in equilibrio precario è andato in frantumi. Successivamente, si è dovuto iniziare a pensare ad un modo per ricominciare. La stessa parola “crisi”, d’altronde, in giapponese significa contemporaneamente “pericolo” e “opportunità”. Questa ambivalenza è utile per cogliere il potenziale movimento di rinascita che può partire solo dalla volontà individuale e sociale di cogliere la parte mezza piena del bicchiere e vedere nella crisi un forte segnale di svolta.
Mauro Magatti, docente presso l’Università Cattolica di Milano ed esperto del tema, ha dichiarato recentemente che “il rilancio della crescita passa oggi per la valorizzazione di quelle dimensioni umane, sociali e ambientali a scapito delle quali è avvenuta l’espansione negli ultimi decenni”. Ecco dunque che le realtà che andremo ad approfondire in questa rubrica saranno proprio quelle che, in modi diversi tra loro, hanno cercato e cercano tuttora di trovare una via per distinguersi, appunto, sulla base di caratteristiche ben precise.
Gli aspetti che ci sono sembrati più significativi in questo senso sono la valorizzazione delle risorse umane interne, il rispetto per l’ambiente e per i propri stakeholders esterni e la capacità di generare un valore da portare in eredità alle generazioni future. In definitiva, le eccellenze italiane sono le realtà nostrane che hanno capito che la crescita economica deve passare prima di tutto per un’espansione di tipo qualitativo.
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