di Ilaria Zibetti
Uno dei temi portanti dell’Opera lirica è l’amore, motore dell’azione scenica, declinato in varie forme e declamazioni. Uno dei binomi meglio riusciti è quello tra Amore e… Follia.
La trama di “ Lucia di Lammermoor ” di Gaetano Donizetti fa al caso nostro in quanto eleva a potenza l’atmosfera gotica, gli intrighi, i foschi presagi, il tutto mescolato con una bella spruzzata di sangue. Giusto un pochino.
Nella Scozia del XV secolo si consuma il love affaire tra Lucia Ashton ed Edgardo Ravenswood, due giovani appartenenti a famiglie aristocratiche rivali, un po’ alla Romeo e Giulietta. Da questo paragone s’intuisce che la “cattiva stella” tornerà a fare capolino seminando morti e discordia come margherite.
Infatti Lucia viene costretta con un perfido inganno del fratello a sposare un partito più conveniente per la famiglia, a dispetto delle promesse fatte ad Edgardo il quale, probabilmente per caso, scopre il matrimonio combinato e insulta (a torto) l’amata. La giovane, non riuscendo a reggere al dolore, impazzisce letteralmente: uccide il fresco sposo nell’alcova, sfoga il proprio delirio per poi spegnersi poco dopo. Edgardo, che vorrebbe morire per mano dei suoi nemici, scoperta la sorte funesta di Lucia, decide di togliersi la vita portando a compimento i tristi presagi di morte che aleggiavano già dall’inizio, forse anche per problemi di comunicazione.
Quest’Opera è una delle più rappresentate del Maestro bergamasco, divenuta celebre soprattutto per arie solistiche quali la scena della follia di Lucia, impervia a causa delle difficoltà tecniche ma di grande impatto, e l’aria finale di Edgardo “Tu che a Dio spiegasti l’ali” che commuove chiunque la ascolti.
Se siete amanti di storie truculente intrise di romanticismo, fantasmi e intrighi vorrete di certo approfondire!
Buon ascolto e… alla prossima trama!
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