Essere una modella significa rappresentare il canone estetico del proprio tempo, essere l’esempio della donna media, sana e bella.
La teoria, come ben sappiamo, è tuttavia molto diversa dalla realtà. Ci siamo sempre lamentati della magrezza oscena proposta dal mondo della moda, e in questi ultimi anni le cose sono cambiate: le modelle curvy stanno occupando un significativo spazio mediatico e si stanno facendo strada in tutti i campi del fashion.
Ad esempio, le testimonial over-size del marchio americano di intimo Lane Bryant all’inizio dell’anno hanno conquistato il mondo intero, aggiudicandosi anche il premio per la campagna pubblicitaria più sexy del 2015.
Il claim è #ImNoAngel, e le modelle che hanno dato un volto a questa piccola rivoluzione risultano essere indubbiamente delle gioiose bellezze giunoniche.
Ma, come spesso accade in questo settore degli eccessi, anche l’esempio positivo delle donne curvy in copertina è stato estremizzato notevolmente: Jes Baker, femminista e attivista americana, ha lanciato una controcampagna sostenendo che le ragazze di Bryant siano ancora troppo magre.
Anche la Baker ha dunque immortalato un gruppo di ragazze, solo che questa volta è davvero troppo: non ci sono più delle splendide veneri formose, bensì vere e proprie obese.
Il loro slogan è #EmpowerAllBodies, invitando tutti i corpi a impossessarsi del potere.
Questo è il punto limite, questo è il trapasso della zona invalicabile. Perché sì, è vero che ogni donna ha insita in sé una bellezza propria e unica, ma è anche vero che oltre l’idealismo che sfocia nel ridicolo c’è l’incitamento a uno stile di vita assolutamente malsano.
Il tentativo di Jes Baker di pararsi dietro a un falso ideale femminista è una mossa sleale nei confronti delle donne e della loro intelligenza.
È giusto, se lo si desidera, ribellarsi ai canoni rigidi e costrittivi che la società impone al genere femminile, così come è giusto che ogni persona venga rispettata e non giudicata per sue scelte estetiche.
Ma quando queste costituiscono un pericolo reale per la salute, allora non è giusto e non è onesto promuoverle come una ribellione al sistema. L’obesità estrema, così come la magrezza estrema, non sono modelli a cui le donne reali dovrebbero aspirare mai, poiché l’eccesso, che sia da una parte o dall’altra, è comunque dannoso.
Non dimentichiamoci che l’obesità è tra le prime cause di malattie mortali al mondo.
La moda ha in mano le redini del nostro modo di vedere la bellezza, e ci auguriamo tutte che molti stilisti prendano l’esempio di Lane Bryant, mostrandoci delle donne vere, delle donne come tutte noi, insomma delle donne normali, facendoci dimenticare degli estremi malsani.
Images: copertina