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Ecologia: ecologi o ecologisti?

La parola ecologia è molto spesso declamata dagli ambientalisti e dai difensori della natura e viene accostata alla sostenibilità ambientale e alle cosiddette pratiche “environmentally friendly”.

Ma Ernst Haeckel, il biologo tedesco del XIX secolo che coniò questo termine, non aveva in mente di proteggere la natura, ma più che altro di studiarla.

L’ecologia come scienza nasce all’interno di un contesto culturale che si sta allontanando dalla visione creazionista secondo cui ogni essere vivente si trova al proprio posto per volere divino. Si cercano nuove risposte che spieghino i meccanismi della natura alla luce dell’evoluzione e della  selezione naturale. Ma già prima di Darwin alcuni naturalisti, come Alexander von Humboldt grazie ad esplorazioni condotte in diversi continenti, cominciavano ad ipotizzare che ci fosse un rapporto molto stretto tra la vegetazione e le caratteristiche climatiche di quel territorio. Osservarono che spostandosi dalla cima di un monte a fondo valle o dai poli all’equatore, la composizione di vegetali cambia seguendo dei criteri analoghi ovunque la si analizzi. Ad esempio le piante che vivono in climi aridi non hanno mai foglie molto larghe, viceversa per quelle che vivono in aree molto umide e piovose.
A partire dall’Ottocento i naturalisti compresero che gli organismi che vivono in un territorio sono il risultato dell’adattamento, avvenuto nel corso delle generazioni, a quel particolare ambiente e ai rapporti con gli altri esseri viventi. Si arrivò a considerare che non è solo il clima ad influenzare le forme e le funzioni degli organismi, ma che anche il complesso delle relazioni con le altre categorie di individui possono avere un grande peso. Ad esempio, alcune piante erbacee sviluppano delle strutture sotterranee chiamate rizomi; questi particolari organi hanno funzione di riserva e permettono al fusto di ricrescere se viene perduto in caso di avversità climatiche, ma anche di poter rispuntare dopo che gli erbivori ne hanno mangiato lo stelo.

L’ecologia nasce quindi per studiare le ricche e varie relazioni presenti tra gli organismi e l’ambiente che sono dunque le condizioni che permettono agli organismi stessi di esistere in una certa forma.
Numerosi studiosi hanno dato il loro contributo allo sviluppo di questa materia e alla sua ramificazione in diversi settori, inizialmente in maniera descrittiva, successivamente tramite modelli matematici e dati sperimentali. La suddivisione dell’ecologia in diverse branche dipende in gran parte da qual è l’unità base per lo studio della natura che viene presa in considerazione; infatti è possibile analizzare la natura secondo diversi livelli di scala. Se viene considerato come unità fondamentale il singolo individuo, l’ecologia studierà gli adattamenti degli organismi al clima e l’evoluzione della loro specie; se invece ci si sofferma sulla popolazione, quindi su un gruppo di individui che vivono insieme e si riproducono tra di loro, l’ecologo si occuperà di studiare le caratteristiche e le variazioni della popolazione nello spazio e nel tempo; ampliando ulteriormente il campo d’indagine c’è l’ecologia di comunità, che ha come oggetto le interazioni tra varie popolazioni.

Nel 1935 il biologo Arthur Tansley  concepì il concetto di ecosistema, in cui sono compresi individui, popolazioni, comunità e ambiente abiotico. Con questo punto di vista si arriva ad osservare che all’interno dell’ecosistema avviene un ciclo degli elementi e un flusso di energia proveniente dal sole e resa disponibile a tutti i viventi grazie alla fotosintesi.

Lo scopo primario dell’ecologia è dunque di indagare e studiare il mondo naturale. A partire dagli anni ’60, questa materia è stato sempre più affiancata dalla consapevolezza che l’umanità dipende dai beni e servizi forniti dalla natura e allo stesso tempo ne abusa e li degrada. Nasce da qui l’ambientalismo, un movimento politico, sociale e filosofico per la difesa dell’ambiente.

Gli ambientalisti, chiamati anche ecologisti, non sono ecologi. L’importanza di tutelare l’ambiente può essere condivisa da entrambi, ma mentre i primi fanno della salvaguardia della natura la loro bandiera, i secondi si occupano di studiarne i meccanismi.

Se si vuole proteggere l’ambiente, iniziare a guardare l’universo dal punto di vista dell’ecologia è come passare dal bianco e nero ai colori, dal 2D al 3D: infatti non è sufficiente promuovere azioni a favore della natura o tutelare le specie e gli individui, ma bisogna capire e conservare anche il sistema di cui fanno parte. Questo potrebbe non essere sempre chiaro per gli ecologisti, ma di sicuro lo è per gli ecologi.


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