Il 14 maggio B.B. King, leggenda del blues, è morto a 89 anni, dopo ben 60 di ottima musica che lo hanno portato dalle piantagioni di cotone del Mississipi alla leggenda.
Nome d’arte di Riley B. King (Itta Bena, 16 settembre 1925 – Las Vegas, 14 maggio 2015), con la sua amata “Lucille“, una chitarra Gibson ES-355 custom, è diventato un’icona del blues già a partire dagli anni Cinquanta.
Ha vinto 15 volte il Grammy (l’ultimo nel 2009), nella rivista «Rolling Stone» è posto come sesto chitarrista più bravo di tutti i tempi, nella sua lunghissima carriera ha inciso oltre 50 brani e girato il mondo con i suoi spettacoli. Insomma, il titolo di leggenda se lo è davvero meritato, con il suo sound dai suoni caldi e piacevoli, che ha dato vita a un blues elegante che lo ha contraddistinto per tutta la sua carriera.
L’infanzia e la scoperta del suo talento
King passò molta della sua infanzia vivendo con la madre e la nonna e lavorando come contadino nel Mississipi, dove era nato; ben presto scopre il suo talento, si appassiona ai cantanti neri come T-Bone Walker e Lonnie Johnson e artisti jazz come Charlie Christian e Django Reinhardt. Incomincia così a esercitarsi cantando musica gospel in chiesa.
Nel 1943 si trasferisce ad Indianola e tre anni dopo a Memphis, dove affina la sua tecnica di chitarrista con l’aiuto del cugino, il chitarrista country blues Bukka White, e dove comincia a trasmettere la sua musica sulla radio di Memphis WDIA come Disc-Jokey. Qui King comincia a usare il nome The Pepticon Boy, che più tardi divenne The Blues Boy from Beale Street, nome che fu poi abbreviato a Blues Boy e, infine, al ben noto B.B.
Nel 1949 King cominciò a registrare canzoni per la RPM Records di Los Angeles e gran parte delle sue prime registrazioni furono prodotte da Sam Phillips, che poi avrebbe fondato la leggendaria Sun Records.
La svolta
La vera svolta arrivò negli anni Cinquanta, quando King divenne uno degli esponenti principali del panorama R&B collezionando una lunga lista di hits tra i quali “You Know I Love You”, “Woke Up This Morning”, “Please Love Me”, “When My Heart Beats Like a Hammer”, “Whole Lotta’ Love”, “You Upset Me Baby”, “Every Day I Have the Blues, Sneakin’ Around”, “Ten Long Years”, “Bad Luck”, “Sweet Little Angel”, “On My Word of Honor” e “Please Accept My Love”. Nel 1962 King firmò per la ABC-Paramount Records.
Nel novembre del 1964 King registrò al Regal Theater di Chicago l’album “Live at the Regal”, che sarebbe ben presto entrato nella leggenda e, come si suol dire, il resto è storia, storia della musica.
Concerti da non perdere
Grande uomo e grande musica, in un genere che non è più molto apprezzato dai giovani. Per questo vi scrivo qui sotto alcuni concerti da non perdere:
Glenn Miller Orchestra, dal 18/05/2015 al 19/05/2015 al Teatro Nuovo Milano: guidato da Wil Salden, il complesso suona in pieno stile Glenn Miller.
Chris Minh Doky; The Nomads, martedì 19 maggio 2015, al Blue Note Milano: creatività e dinamismo per uno dei talenti del jazz contemporaneo.
Wayne Krantz, mercoledì 20 maggio 2015 sempre al Blue Note Milano: il musicista presenta il suo ultimo album Good Piranha/Bad Piranha.
Five Sax, mercoledì 20 maggio 2015 al Teatro Nuovo Milano: i musicisti, di nazionalità diverse, uniti dal 2011 che riscuotono successi in tutto il mondo.
Radiodervish, giovedì 21 maggio 2015, al Blue Note Milano, la band presenta “Café Jerusalem”.
CopaRoom, venerdì 22 maggio 2015 al Blue Note Milano, la band festeggia il suo primo decennio di attività.
GeGé Telesforo Quintet, sabato 23 maggio 2015 al Blue Note Milano: una serata con uno degli innovatori dello scat singing.
Molti altri appuntamenti li trovate direttamente al sito del Blue Note.
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