Esiste una Teoria sul conformismo che ha molto a che fare con i media e soprattutto con la televisione. Si tratta della Spirale del Silenzio, una scienza politica e una teoria sulla comunicazione di massa proposta dalla scienziata politica tedesca Elisabeth Noelle-Neumann negli anni ’70.
La Teoria della Spirale del Silenzio stipula che gli individui hanno paura dell’isolamento, paura che deriva dall’idea che un gruppo sociale o una società in generale, potrebbe isolare, abbandonare o escludere dei membri a causa delle opinioni degli altri membri. Questa paura della completa solitudine ha portato al completo silenzio invece dell’esprimere opinioni, ed i mass media sono un importante fattore che si riferisce sia all’idea dominante che alla percezione dell’idea dominate dalle persone. La valutazione di una persona di un ambiente sociale, dunque, non sempre è correlato con la realtà.
Secondo Shelly Neill, “Introdotta nel 1974, la Teoria della Spirale del Silenzio […] esplora ipotesi per determinare perché alcuni gruppi restano in silenzio, mentre altri sono più schietti nei forum di comunicazione al pubblico.”
La teoria, dunque, spiega la formazione di norme sociali a livello sia micro che macro.
Come una micro-teoria, la Spirale del Silenzio esamina l’espressione dell’opinione, controllando le predisposizioni delle persone, come la paura dell’isolamento, e amche le variabili demografiche che hanno dimostrato di influenzare la volontà delle persone di esprimere pubblicamente pareri su certe questioni, come la biotecnologia agricola.
La Spirale del Silenzio, inoltre, si verifica a livello macro se sempre più membri della minoranza percepita tacciono. Questo è quando la percezione pubblica del parere comincia a cambiare. “In altre parole, la riluttanza individuale di una persona di esprimere la propria opinione, semplicemente sulla base della percezione di ciò che tutti pensano, ha importanti implicazioni a livello sociale”. Come una opinione guadagna l’interesse della maggioranza, la minoranza affronta la minaccia e la paura dell’isolamento dalla società. Come il parere prende slancio dalla maggioranza, la minoranza continua ad essere minacciata e cade più in profondità nel suo silenzio. Si prosegue così, fino a quando la minoranza non parla più contro l’opinione dominante, e il parere della maggioranza percepita, alla fine diventa una norma sociale.
Il modello della Spirale, è un’analogia visiva che descrive la teoria. La fine della spirale si riferisce alla quantità di persone che non stanno pubblicamente esprimendo le proprie opinioni, a causa della paura dell’isolamento. È più probabile che un individuo vada giù per la spirale se la sua opinione non è conforme all’opinione della maggioranza percepita.
I seguenti passi riassumono come funziona il processo:
1. Possiamo distinguere tra campi dove le opinioni e le attitudini coinvolte sono statiche e campi dove invece quelle opinioni e attitudini sono soggette a cambiamenti. Dove le opinioni sono relativamente definite e statiche, come per esempio con le usanze, una individuo deve esprimere o agire in accordo con questa opinione in pubblico o correre il rischio di diventare isolato. In contrasto, dove le opinioni sono in continuo mutamento, o disputate, la persona proverà a capire quale opinione può esprimere senza diventare isolato.
2. Persone che, quando si osservando il loro ambiente, notano che la loro opinione personale si sta spargendo ed è ripresa da altri, la esprimeranno in pubblico sicuri di sé. D’altra parte, individui che invece notano che le proprie opinioni stanno perdendo terreno, saranno più inclini ad adottare un atteggiamento più riservato quando esprimeranno le proprie opinioni in pubblico.
3. Ne consegue che, siccome i rappresentanti del primo parere parleranno parecchio, ed i rappresentanti del secondo parere tacceranno, vi è una sicura influenza sull’ambiente: un parere che viene rafforzato in questo modo sembra più forte di quello che realmente è, mentre un’opinione soppressa come descritto sembrerà essere più debole di quanto lo sia in realtà.
4. Il risultato è un processo a spirale che spinge altri individui a percepire le variazioni di opinione e seguire l’esempio, finché una delle opinioni è affermata come l’atteggiamento prevalente mentre l’altra opinione sarà spinta indietro e respinta da tutti ad eccezione del nucleo duro che attacca tuttavia tale parere.
Questo cambiamento e rafforzamento della pubblica opinione, la tendenza di colui che parla e dell’altro che sta in silenzio, dà inizio al processo a spirale che sempre più afferma una opinione come quella dominante. Nel corso del tempo, queste percezioni mutevoli stabiliscono una opinione come una predominante e cambiano dal loro stato liquido a quello solido.
Inoltre, Noelle-Neumann descrive la spirale del silenzio come un processo dinamico, in cui le previsioni circa l’opinione pubblica diventano realtà come la copertura mass media del parere di maggioranza diventa lo status quo, e diventa meno probabile che la minoranza parli.
Ora che avete capito di cosa si tratta, parliamo del fattore che ci interessa maggiormente, i mass media.
Gli effetti dei mass media sia sull’opinione pubblica che sulla sua percezione sono fondamentali per la spirale della teoria silenzio. Uno dei primi lavori, che hanno portato l’attenzione sul rapporto tra i media e la formazione dell’opinione pubblica è stato il libro di Walter Lippmann Opinione Pubblica, pubblicato nel 1923. Le idee di Lippmann riguardanti gli effetti dei media hanno influenzato l’emergere della teoria della Spirale del Silenzio. Mentre sta costruendo la sua teoria della Spirale, infatti, Noelle-Neumann afferma “il lettore può solo completare e spiegare il mondo, facendo uso di una coscienza che in larga misura è stato creata dai mass media.”
La teoria dell’Agenda-setting è un altro lavoro su cui Noelle-Neumann si basa quando sta caratterizzando l’effetto dei media sull’opinione pubblica. L’Agenda-setting descrive la relazione tra i media e l’opinione pubblica affermando che l’interesse pubblico di un problema dipende dalla sua rilevanza nei media. Insieme con l’impostazione del giorno (setting the agenda), i media determinano ulteriormente le questioni salienti attraverso una battaglia costante con altri eventi che tentano di guadagnare posto all’ordine del giorno. I media combattono battaglie con queste alternative di notizie creando “pseudo-crisi” e “pseudo-novità.”
Le caratteristiche dei media come strumento di comunicazione, fa un ulteriore effetto sulla percezione della gente delle proprie idee per quanto riguarda la pubblica opinione. Secondo Neolle-Neumann, i media sono una “forma pubblica indiretta unilaterale della comunicazione, tre volte in contrasto con la più naturale forma di comunicazione umana, la conversazione.” Queste sono le caratteristiche dei mezzi di comunicazione, in particolare sopraffare ulteriormente le idee individuali.
Mentre alcune teorie della comunicazione dei media assumono un pubblico passivo, come il modello dell’Ago Ipodermico, il modello a Spirale assume un pubblico attivo “che consuma prodotti mediatici nel contesto dei loro obiettivi personali e sociali”.
Neolle-Neuman considera i media come organi centrali alla formulazione della Teoria della Spirale del Silenzio, mentre alcuni studiosi sostengono invece, che l’idea dominante di un ambiente sociale travolge l’idea dominante che i media propongono come norma sociale percepita. Alcune ricerche empiriche si allineano con questa prospettiva, suggerendo che il “micro-clima” di un individuo travolge gli effetti dei media. Altri articoli suggeriscono inoltre che comunicare con gli altri è il modo principale di comprendere da che parte pende quel parere.
Prima del 2000, però, tutti questi studi sulla Teoria della Spirale del Silenzio, si concentravano sulle interazioni faccia a faccia, ma con l’avvento dei computer, hanno dovuto ampliare gli ambienti di studio anche alle comunicazioni mediate tramite computer.
La letteratura attuale, infatti, suggerisce che il modello a spirale può essere applicato anche al contesto dei social media. Uno dei risultati, ad esempio, suggerisce una relazione positiva tra la possibilità di un individuo di auto-censurarsi e leggere attraverso Facebook commenti senza rispondere. Questa scoperta indica una forma di impegno passiva, suggerendo l’esistenza della Spirale del Silenzio sui social media. Un’altra ricerca conferma la relazione positiva tra il parlare e un problema importante nel contesto dei social media: le persone che vedono il bullismo gay come una significativa questione sociale sono più propensi a lasciare un commento su Facebook.
Con l’arrivo di Internet, però, è cambiato anche il concetto di isolamento, che già da se ha comunque diverse definizioni, infatti, dipendente dalle circostanze in cui è indagato. La ricerca che prende in considerazione l’isolamento per quanto riguarda Internet, si concentra su come Internet rende gli individui più isolati dalla società, tagliando il loro contatto con esseri umani vivi, o all’opposto su come Internet riduce l’isolamento sociale delle persone, consentendo loro di espandere le loro reti sociali e dando loro più mezzi per rimanere in contatto con amici e familiari. Dal momento dello sviluppo di Internet, e in particolare del World Wide Web, è nata una grande varietà di gruppi tra cui Web e Internet Relay Chat (IRC), newsgroup, dimensioni multiutente (MUD), e, più recentemente, le comunità virtuali commerciali.
E qui si apre un altro vasto capitolo sulla questione, perché le teorie e le ipotesi su come i gruppi nati su Internet impattano gli individui sono numerose e di ampio respiro, ed alcuni ricercatori vedono questa rapida crescita di chat virtuali, giochi online, o mercati commerciali, come una nuova opportunità, in particolare per le persone stigmatizzate, per partecipare più attivamente alla vita sociale.
Dunque, se la televisione, il cinema ed i media in generale sembravano essere degli organismi repressivi dell’opinione individuale, pare che Internet, che ci stupisce ogni giorno stia ribaltando la situazione.