L’oro, l’acciaio, il legno

L’oro

Erano davanti al numero 2 della via di Margherita, la sua casa.

– Il giorno che me lo ridarai vorrà dire che mi vuoi fuori dalla tua vita. Era una anello d’oro, intrecciato nella parte superiore, apparteneva alla madre di lui. Il primo anello d’amore di Margherita. La prima promessa fatta da un uomo.

– Sai pensavo, tuo padre è proprio uno sfigato.

Disse Michi ridendo alla ragazza. Margherita non rispose, incassò il colpo come se nulla fosse e non appena fu sola scoppiò in singhiozzi.

Suo padre, la sua croce, il suo φάρμακον, il veleno e la cura, il tiranno e il liberatore. Come aveva potuto Michi attaccarlo così? Perché? Così out of the blue? E dopo averle dato un anello. Pianse via il suo odio Margherita. Si lasciarono di lì a due mesi, Novembre. Margherita partì per la Germania, quattro mesi. Al suo ritorno fece uno scatolone con tutto ciò che le rimaneva di lui, e tra le altre, l’anello d’oro.

Quando lui vide l’anello, quella scheggia di cuore che lui aveva donato, restò boccheggiante.
L’acciaio

Erano nel giardino della famiglia Reimann quando mettendole un braccialetto d’acciaio al polso lui le disse: – Do you want to get married, maybe, in a couple of years? Era lei, Margherita, a insistere per le formalità, il matrimonio. Era lei a volerli rinchiudere in un futuro prestabilito e conforme ai canoni secondo cui era cresciuta: ambire alla stabilità sociale ed economica. Ma quando lui con i suoi occhi innocenti e puri da fare male le aveva chiesto quel ‘per sempre’ lei aveva sentito qualcosa rompersi dentro.

Forse il matrimonio non era la sua vita. Forse Jorge non era  il suo amore. Eppure lo amava, di quell’amore candido e universale che nutriva per tutte le creature.

Margherita ricevette un anello anche da lui, anch’esso d’acciaio: lo donò ad un senza tetto in un momento di generosità ad un senza tetto. Non si curava di tutto ciò che era materiale e odiava avere anelli alle dita, non si sentiva libera. Quelli che portava però, li percepiva come una corazza protettiva, un memento del fatto che in tutta la sua fragilità lei era pur sempre una dona forte.

Finì anche con Jorge, Margherita aveva 27 anni.

Il legno

Aveva vissuto in cinque paesi diversi, aveva provato a fare la ricercatrice, la tata, l’addetta risorse umane, l’account in un’agenzia di comunicazione e l’insegnante. Stanca di viaggiare per il momento era tornata in Italia. Casa? No.

Casa è il rifugio e lei a casa del padre era in pericolo. Ogni qual volta tornava, tornavano senza perdono anoressia e depressione. Non aveva ancora trovato la sua strada. Insegnava Inglese ma vivere per crearsi una famiglia e fare carriera non la rendevano felice, non poteva svegliarsi per questo la mattina. E per cosa vivere allora? Per un figlio! Ma i figli non sono la panacea di tutti i mali, quanto casse di risonanza dei nostri problemi, le aveva detto un caro amico.

Partì per un viaggio quella primavera con la migliore amica Sabrina, un’isola lontana nel Mar Egeo.  Passarono quattro giorni sulla stessa spiaggia tra sole, mare e passeggiate sul bagnasciuga.

– Sabri, il mio sogno non è insegnare al British Council.

Disse Maggy il primo giorno.

– Voglio partire in missione.

Disse Maggy il secondo giorno. Sabrina era abituata alle stranezze dell’amica. Quella sera Margherita, provandosi un anello ad una bancarella lo ruppe, rapida Sabrina tirò fuori 2 euro per riparare alla goffaggine dell’amica e la padrona, adorabile, regalò a Maggy un secondo anello di legno. La ragazza lo infilò all’anulare della mano sinistra, dove si mettono gli anelli di fidanzamento e dove avrebbe messo la fede qualora avesse trovato l’uomo giusto.

Per ora bastava quella promessa di legno: non tradire mai più i suoi sogni.


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