Lente d’Ingrandimento: Roadkill Couture

di Cecilia Mora

Ogni anno 50 milioni di animali vengono allevati in tutto il mondo per usufruire della loro pelliccia. Questo numero non include i conigli uccisi: il loro numero viene stimato attorno a un miliardo all’anno! Non preoccupatevi, non scriverò un articolo riguardo all’eccessivo maltrattamento degli animali nel mondo della moda, ma un articolo che probabilmente vi lascerà con sentimenti un po’ misti.

Un paio di giorni fa stavo guardando delle foto su Pinterest e una foto in particolare ha colto la mia attenzione.

Mi incuriosiva il look un po’ misterioso e vistoso creato con le piume, sembrava interessante. A quel punto ho deciso di guardare cos’altro avesse creato quel designer fino a quando la parola “Roadkill Couture” ha colto la mia attenzione. Tutti conosciamo l’Haute Couture, ma “Roadkill Couture”? Non ne avevo mai sentito parlare prima.

La Roadkill Couture viene descritta dalla designer Jess Eaton come un gesto onorabile e giusto. Gli abiti della sua collezione sono fatti di piume, pellicce e ossa di animali che sono morti per cause naturali, uccisi per essere mangiati o che sono stati investiti per strada e che normalmente sarebbero stati gettate via.

(Recycling di animali?) Sì, è una cosa molto macabra da dire, ma in confronto agli allevamenti fatti appositamente per pellicce di animali non è meglio?

Secondo Eaton è una celebrazione del design della natura e dà la possibilità di una seconda vita ad una bellezza che normalmente viene scartata. Gli animali che usano sono stati trovati da loro, donati da amici o comprati dalle macellerie e nessuno di questi animali “ha dovuto soffrire” per i loro abiti.

Ad esempio la foto che aveva colto la mia attenzione ritraeva un vestito da sposa fatto di piume di uccelli, quella sposa di certo non passerà inosservata!

E fin qua, uno può approvare questo modo alternativo di creare abiti fatti di pellicce di animali, ma quando ho letto che per creare una “collana” hanno usato una gabbia toracica umana che era stata donata all’artista da un’università del dipartimento medico, hanno perso qualsiasi approvazione che avrebbero potuto ricevere. Non perché è una parte del corpo umano, ma più che altro dubito che la persona che abbia donato la sua gabbia toracica avrebbe mai pensato di diventare un accessorio di moda per umani.

Chiunque abbia in mente di donare una propria parte in un lontano futuro, e non vuole essere trasformato in un accessorio, si ricordi di specificarlo!

La designer dice che usa il label “Roadkill Couture” per distinguersi dalla moda non etica, dando così alle persone la possibilità di portare i loro abiti con confidenza…

Ignorando la parte della gabbia toracica (cosa che trovo un po’ difficile) devo dire che ancora adesso ho dei sentimenti misti riguardo a tutto ciò, però preferisco qualcuno che usi animali già morti, per creare i loro abiti, specialmente se teniamo conto che in America 1 milione di animali vengono investiti al giorno e 50 milioni vengono allevati all’anno. Fate un po’ voi i conti…

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