Come lente d’ingrandimento ho deciso per questa settimana di ospitare la presentazione di una serie di eventi in cui si leggerà poesia, perché la tematica della lettura pubblica e dell’espressione dei giovani autori è estremamente importante, soprattutto in un’epoca, la nostra, dove pubblicare, incontrare e farsi conoscere è sempre più difficile. Questi eventi prendono il nome di Recitationes, ispirandosi ad una cultura, quella classica, in cui la lettura è fondamentale. Altrettanto fondamentale è capire che la lettura pubblica dei propri versi è un confronto necessario per la crescita e la diffusione della poesia, nonché l’unico modo per fare quel salto che a molti manca.
A seguire il testo di presentazione di Giuseppina Biondo, realizzatrice di questo progetto.
#Recitationes è un evento di letteratura, è un semplice reading poetico. È l’atto classico di declamare versi, il più tradizionale tipo di narrazione che accompagna gli uomini da millenni, quello orale, coniugato alla voglia di creare un motivo di incontro con i propri amici, unito ancora al bisogno comune di dar voce e prestare orecchio all’anima e al sentimento propri e altrui. La poesia non basta, e al contempo non ce ne basta soltanto una. Non ci sarebbe evento senza la presenza di amici, senza la corrispondenza, la relazione con gli altri. Non ci sarebbe poesia altrimenti. Gli stessi amici che chiedono nuovi incontri, gli stessi con i quali andiamo a festeggiare, a fare aperitivo o a mangiare sushi insieme, una volta finita la serata letteraria, fanno parte dell’evento in maniera imprescindibile. Il nome “recitationes” deriva dalle omonime letture che organizzava nell’antica Roma Asinio Pollione: conferenze pubbliche, recitazioni di poesie. Queste ultime vivono meglio se lette. La poesia è molto più amata se letta accanto ad amici, molto più amata se ascoltata sorseggiando vino bianco o caffè, molto più amata se criticata quando si sta dentro lo stesso locale. Leggere le poesie di altri poeti, in pubblico, è desiderio di voler trasmettere l’entusiasmo che si è ricevuto dopo un’intima lettura, anche solitaria e silenziosa; almeno per me, è trasmissione di entusiasmo, mi piace vedere negli occhi degli altri la sorpresa e la scoperta. Leggere le proprie poesie, invece, trovo che sia profondamente diverso dal pubblicarle su di un blog o su altri network. Certamente c’è chi ti legge, anche dai punti più disparati del mondo, se hai una buona traduzione e un aggiornamento network costante. Ma è più divertente leggerle a qualcuno, recitarle resta una cosa più viva, più forte, diventa nucleo più intenso, diventa gioco e non lavoro. D’altro canto, da ascoltatrice, credo che sia il massimo sentire direttamente dalla voce dell’autore/trice la declamazione di una poesia.
Come si struttura #Recitationes? Per ogni evento scelgo tre poeti, dei quali seleziono un gruppo di poesie. Ogni partecipante sarà libero di portare anche poesie di altri autori, le proprie, e leggerle, o più semplicemente ascoltare gli altri. È un pubblico attivo. Così #Recitationes finisce con l’essere anche una vetrina per poeti contemporanei e attori. Io promuovo la poesia e i poeti, gli amici promuovono me e gli incontri; insieme promuoviamo un modo di fare alternativo al più comune agire irragionato. Un caro aiuto mi giunge poi anche dalla collaborazione che ho instaurato con Maria Basso, illustratrice e grafica, che cura le mie locandine con ottima efficacia promozionale. #Recitationes, è reading, sì, e rischia di diventare anche vizio.
Il prossimo incontro si terrà sabato 18 aprile alle ore 17 in via Nirone 19. Se volete, io sarò lì a fare reading d’azzardo con Dorothy Parker, Trilussa e Totò.