“Tutto il mondo è paese” si dice. Almeno per quanto riguarda la fisiologia del corpo umano, sembra essere così: le malattie non seguono i confini, sebbene siano più o meno diffuse a seconda delle abitudini di vita.
Anche per i farmaci, per questa ragione, non bastano più sperimentazioni locali. Il commercio dei medicinali avviane spesso infatti su scala globale, inserendosi nell’economia come qualunque altro prodotto (lo dimostrano le numerosissime pubblicità di antinfluenzali e antidolorifici leggeri). Le possibili cure per le patologie più diffuse, perciò, si fanno provare in studi clinici (trial) che avvengono contemporaneamente su pazienti di Paesi diversi. Un esempio di questo tipo sono medicine contro patologie cardiovascolari, presenti come maggiore causa di morte nella maggioranza dei cosiddetti Paesi “ricchi”.
Sono nate così organizzazioni (CROs, Contract Research Organizations) che si occupano di coordinare questo tipo di test su scala globale: un esempio è la GTC (Global Clinical Trials), sulla cui home page si può leggere “ricerca clinica in Russia e CEE”.
Colpisce una delle notizie in evidenza sotto il titolo, che parla di uno studio di gastroenterologia iniziato in Ucraina, a Kiev, e approvato anche dal Ministero della Salute della Russia, per un’estensione ai centri di ricerca del Paese. Considerato il conflitto in corso fra i due Stati, sembra straordinario come possano esserci accordi di questo tipo. Laddove cultura, politica e religione sembrano non poter andare d’accordo, dati scientifici, presentati come risultato del metodo galileiano che ne garantisce la riproducibilità, possono convincere e unire più di quel che ci si aspetterebbe.
Esistono metodi diversi per diffondere una credenza, scientifica o religiosa, in tutto il mondo: opere di convincimento graduali e faticose, perché composte da argomentazioni più o meno concrete, o maniere forti di denaro o violenza.
Per attirare l’attenzione a volte bastano le parole: un titolo accattivante può essere interpretato come una promessa di miracolo anche se proveniente da un ambiente areligioso. Fu questo il metodo attraverso il quale una scoperta scientifica poté arrivare, diffondendosi in tutto il mondo, a fare violenza, ma nei confronti di un agente patogeno, tanto da eliminarlo. Fu questo il caso del vaiolo, soffocato nel 1978 da vaccini su scala internazionale (il che non ha tuttavia fermato minoranze scettiche nei confronti di questa tecnica). In questo caso il merito fu dello scopritore, Edward Jenner, che non ponendo brevetto sul risultato delle sue ricerche, rese la sua diffusione su scala mondiale più facile (grazie al dimezzamento dei costi dovuto all’uscita da un’ottica commerciale).
Globalizzazione in qualunque ambito non deve certo significare schiacciamento delle opinioni sostenute da un piccolo numero di individui a favore di punti comuni a più membri dell’umanità, quanto aumento di probabilità che anche le minoranze possano essere conosciute ovunque, con la possibilità di sostenerle o criticarle da parte di tutti.