di Sara Shams
Da qualche giorno per le metro di Milano si può notare questa pubblicità dell’ OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), la si può notare in svariate forme, qui sotto possiamo vedere il gatto, ma si possono trovare altri animali domestici, il sunto di base è sempre quello: il paragone tra l’animale domestico e l’agnello, e la fatidica frase “Mi mangia”, riferita ovviamente all’agnellino.
Nessuno può discutere l’efficacia dello spot, sollecita molte emozioni e per questo di conseguenza funziona! Quello che non comprendo è far sentire in colpa le persone che per scelta hanno deciso di mangiare carne, oramai bombardate con ogni mezzo per far si che smettano di farlo.
La sensazione che questa pubblicità provoca negli amanti della carne (anche in me) è quella di essere degli assassini, e questo è qualcosa di inaccettabile; chi decide di non essere vegetariano non deve essere socialmente punito come avviene recentemente, è una scelta dettata da esigenze fisiologiche non di certo ludiche. È vero, in molti continuano a sostenere che ci sono ricerche scientifiche le quali dimostrano la non necessità di mangiare proteine animali, ma io dico che ce ne sono altrettante che smentiscono questa convinzione.
Dunque, fino a che punto si spingeranno gli attivisti animalisti per far sì che le loro idee vengano seguite, fino al punto di rendere socialmente inaccettabile soddisfare un bisogno umano e naturale?
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