di Martina Giobbio
Ogni essere umano è unico. In tutto il mondo non si possono trovare due esseri umani perfettamente identici. Persino i gemelli manifestano delle differenze. La particolarità dell’uomo è proprio quella di avere un’identità che non definisce nessun altro che lui. È unico cioè irripetibile.
Ne Il razzismo spiegato a mia figlia, l’autore Taher Ben Jelloun affronta una tematica molto difficile, tentando di spiegare alla figlia di dieci anni cosa sia il razzismo, come chiaramente si evince dal titolo; come esso nasce e perché è così diffuso. È stato scritto e riscritto più volte, come è ammesso dallo stesso autore nell’introduzione, ricostruendo un dialogo avuto con tre ragazzine, cambiando i termini e le espressioni che trovavano di difficile comprensione. Nel testo sono nominati e spiegati termini che sentiamo molto spesso ai telegiornali, che leggiamo nei quotidiani, e che sono diventati parte della nostra vita di tutti i giorni, senza sapere esattamente cosa si intenda con essi: si parla di xenofobia, di discriminazione, di razze, in modo semplice e lineare, nel modo in cui capirebbe appunto anche un bambino.
Il libro
Il libro è rivolto infatti a un pubblico giovane, tra gli otto e i quattordici anni, con un chiaro intento pedagogico; ma l’autore stesso invita anche altri a leggere il suo libro perché una cosa è sentirne parlare, un’altra è aver capito.
L’autore sviluppa la sua riflessione partendo dall’uguaglianza tra gli uomini, che nel XXI secolo dovrebbe essere un dato di fatto, ma che non è così; c’è chi è ancora convinto della supremazia di una razza sull’altra, anche se di questo non esistono spiegazioni scientifiche. Anzi, da un punto di vista biologico, le razze non esistono; sono state concepite per esprimere una divisione netta della specie umana, ma è in realtà impossibile suddividere gli individui in gruppi predefiniti. Le distinzioni fra gruppi si basano in larga parte sulla loro diversità culturale più che genetica.
(Per entrare più nel dettaglio, leggi anche > La razza: un errore scientifico e un abominio sociale)
Il razzismo
Il razzismo nasce quindi dalla paura del diverso, dall’odio e dall’ignoranza. Tutti i libri sacri, Vangelo, Corano e Torah, sono contro il razzismo, eppure la religione viene molto spesso usata dall’uomo come ragione per il proprio estremismo.
Il razzismo trae origine anche da un complesso di inferiorità e/o di superiorità degli individui e può trasformarsi ben presto in aggressività. Il disprezzo per l’altro può diventare facilmente collera e sfociare nell’odio e nella guerra, fino a concretizzarsi nello sterminio e nel genocidio. Il diverso genera insicurezza perché dotato di caratteristiche fisiche e mentalità differenti, di comportamenti diversi dai nostri. Il diverso, lo straniero, viene visto come una presenza minacciosa, da evitare. Ciascuno di noi può avere pregiudizi che vanno sconfitti, insieme alla paura, dalla consapevolezza che l’altro è comunque un essere umano.
L’autore presenta così gli errori del passato, dalla colonizzazione dell’Africa all’Olocausto, dall’apartheid agli estremismi religiosi, per far presente che non vanno ripetuti. È convinto che nella lotta al razzismo sia fondamentale l’educazione: nessun bambino nasce razzista.
Taher Ben Jelloun
Taher Ben Jelloun è un poeta, giornalista e romanziere, nato a Féz, in Marocco, nel 1944 ed ora vive a Parigi. Lo stile è semplice e lineare, in quanto rivolto a un pubblico molto giovane; la forma dialogica è usata soprattutto per favorire la comprensione del testo. Alla domanda “Dimmi, papà, che cos’è il razzismo?” non si può certo rispondere con fatti storici, teorici o morali, ma con esempi legati al quotidiano. Sono passati più di quindici anni dalla prima pubblicazione del libro, nel 1998, ma è più che mai attuale.
Il libro in certi punti è ripetitivo, ma fa ben riflettere non solo sul fenomeno in sé ma sulla propria idea di razzismo e, in un clima come quello attuale, è un buon modo per confrontarsi con quello che si sa o si crede di sapere. Potrebbe essere una buona lettura scolastica, per abituare tutti, ragazzi e adulti, a una serena convivenza in una società come la nostra, sempre più multietnica e multiculturale.
Fonti
Taher Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompani.
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