Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti sono due immigrati italiani nella grande nazione dove libertà è la parola d’ordine.
Sacco (1891-1927) è nato in quel di Torremaggiore, in provincia di Foggia, Puglia, da una famiglia di produttori agricoli (Michele Sacco e Angela Mosmacotelli) ben avviata nel commercio di olio extravergine d’oliva e di vino. Arrivato negli Stati Uniti, trovò lavoro in una fabbrica di calzature a Milford, Massachusetts.
Vanzetti (1888-1927) invece, di Villafalletto, in provincia di Cuneo, Piemonte. Secondo di quattro figli di un modesto proprietario terriero e gestore di una piccola caffetteria. Non era in ristrettezze economiche, ma la tragica morte della madre lo spinse a emigrare. Fece diversi lavori prendendo tutto quello che gli capitava, tra cui varie trattorie, una cava, un’acciaieria e in una fabbrica di cordami, la Plymouth Cordage Company. Nel 1916 guidò uno sciopero contro la Plymouth e per questo motivo nessuno volle più dargli un lavoro. Si mise quindi in proprio, facendo il pescivendolo.
L’arrivo negli USA
Entrambi arrivarono negli U.S. nel 1908, anche se non si incontrarono prima del 1917. Sacco lavorava sei giorni la settimana, dieci ore al giorno. Nonostante ciò, partecipava attivamente alle manifestazioni operaie dell’epoca, attraverso le quali i lavoratori chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro. In tali occasioni teneva spesso dei discorsi. A causa di queste attività fu arrestato nel 1916. Anche Vanzetti era sempre stato uno spirito libero e indipendente, ed era un avido lettore delle opere di Marx, Darwin, Hugo, Gorkij, Tolstoj, Zola e Dante.
L’incontro
I due si incontrarono nel 1917, proprio aduno sciopero, ed entrarono entrambi a far parte di un gruppo anarchico italoamericano. Infatti, si credeva fossero seguaci di Luigi Galleani, l’autore di «Cronaca Sovversiva», un periodico che predicava la rivoluzione violenta, e di un esplicito manuale per costruire bombe chiamato “La Salute è in voi!”. A quel tempo gli anarchici italiani, in particolare il gruppo di Galleani, erano al primo posto nella lista dei nemici considerati pericolosi del Governo Americano.
In Europa, infuriava ormai la Grande Guerra e anche gli Stati Uniti avevano deciso di prenderne parte. Tutto il gruppo fuggì allora in Messico, per evitare di essere chiamati alle armi, perché si sa: per un anarchico non c’è niente di peggio che uccidere e morire per uno Stato.
La fine della Grande Guerra e l’omicidio di Andrea Salsedo
Finita la guerra Vanzetti e Sacco tornarono entrambi in Massachusetts non sapendo di essere nella lista di sovversivi compilata dal Ministero di Giustizia, né di essere pedinati da agenti segreti del Governo. Tra gli altri, in questa lista compariva il nome di una amico di Vanzetti, Andrea Salsedo, che il 3 maggio 1920 fu presumibilmente assassinato dalla polizia che lo aveva in custodia, scaraventandolo dalla finestra del 14° piano di un edificio del Ministero di Giustizia.
Nicola e Bartolomeo, decisero quindi, di organizzare un comizio per far luce sulla vicenda, che avrebbe dovuto aver luogo a Brockton il 9 maggio, ma furono arrestati prima. L’accusa era quella di essere stati trovati con dei volantini anarchici e con alcune armi. Pochi giorni dopo, però, alle accuse si aggiunse quella di una rapina avvenuta a South Braintree, un sobborgo di Boston, poche settimane prima del loro arresto.
La sparatoria alla Slater-Morril Shoe Company
Era il pomeriggio del 15 Aprile 1920, alla fabbrica Slater-Morrill Shoe Company a Braintree, Massachusetts, su Pearl Street, quando dei rapinatori avvicinarono due uomini che stanno trasportando la paga della compagnia nella fabbrica principale in due larghe scatole di metallo. Sparano ad Alessandro Berardelli, una guardia di sicurezza, che stava estraendo la sua pistola (non recuperata sulla scena). Frederick Parmenter, che si occupava di distribuire le paghe, fu colpito due volte nonostante fosse disarmato. A questo punto i rapinatori hanno sequestrato le scatole sui salari e sono fuggiti salendo in una Buick blu scuro rubata, in attesa. Mentre fuggivano, sparano selvaggiamente verso i lavoratori della vicina azienda. Due giorni dopo la rapina, la polizia ritrovò la Buick usata per la fuga e diversi bossoli furono trovati sul terreno lì intorno.
I sospetti della polizia su questa rapina e una commessa in un’altra fabbrica di scarpe, avvenuta il 24 dicembre del 1919 a Bidgewater, si incentrarono subito sui locali anarchici italiani. Sacco e Vanzetti però non avevano nessun precedente penale, anche se erano conosciuti come militanti radicali aderenti al gruppo di Galleani. La polizia pensava che gli anarchici si servissero delle rapine per finanziare attentati come l’esplosione del settembre 1920 a Wall Street.
Una svolta nel caso
Il primo sospetto ufficiale, però, fu un altro anarchico, Ferruccio Coacci. La polizia allora si diresse a casa di Coacci, ma trovarono solo il coinquilino Mike Boda (aka Mario Buda). Stewart, il capo della polizia, in quell’occasione, trovò in un cassetto della cucina il tipo esatto di pistola e dello stesso calibro, usata per sparare a Parmenter e Berardelli. Stewart allora ipotizzò che le tracce trovate vicino alla Buick rubata potessero indicare l’uso di due diverse macchine per la fuga, e che una di esse potesse essere quella di Boda.
Quando poi si scoprì che Coacci aveva lavorato per entrambe le fabbriche che erano state derubate, la polizia torno immediatamente a casa sua, ma Mike Boda era nel frattempo scomparso insieme a tutti i suoi beni.
La polizia aveva allora incaricato il garage Johnson, dove erano tenute le macchine confiscate, di notificarle quando i proprietari si fossero presentati per ritirare la Overland del 1914. Il 5 maggio 1920, Boda, Sacco, Vanzetti e Riccardo Orciani si presentarono, la polizia fu allertata, ma scapparono e di Buda non si seppe più niente fino al 1928, quando ricomparve in Italia.
Sacco e Vanzetti, scapparono su un tram, ma furono presto rintracciati e arrestati. Perquisiti dalla polizia negarono di possedere fucili, ma furono trovati in possesso di pistole cariche. Oltre ai passaporti italiani e alla letteratura anarchica, i poliziotti trovarono anche le pistole e i proiettili compatibili con quelle usate nella rapina. Vanzetti inoltre fu trovato in possesso dello stesso tipo di pistola della guardia giurata, Berardelli, che era scomparsa dopo la rapina. Sotto interrogatorio entrambi negarono qualsiasi coinvolgimento con gli anarchici.
Dopo l’incriminazione
A seguito della loro incriminazione per gli omicidi e la rapina a Braintree, il gruppo di Galleani e gli anarchici, negli Stati Uniti e all’estero, iniziarono una campagna di rappresaglia violenta. Il 16 settembre 1920, due giorni dopo l’incriminazione, si crede che Mario Buda abbia orchestrato l’attentato di Wall Street, dove una bomba di dinamite nascosta in un carro trainato da cavalli esplose, uccidendo 38 persone e ferendone 134. Nel 1921, esplose una bomba trappola inviata all’ambasciatore americano a Parigi, ferendo il suo cameriere. Nei successivi sei anni, le bombe esplosero in altre ambasciate americane in tutto il mondo.
Il processo
Il processo iniziato nel 1920 si concluse solamente 7 anni dopo. Il 9 Aprile 1927, il Giudice Thayer ascoltò le dichiarazioni finali di Sacco e Vanzetti. In un lungo discorso Vanzetti disse:
I would not wish to a dog or to a snake, to the most low and misfortunate creature of the earth, I would not wish to any of them what I have had to suffer for things that I am not guilty of. But my conviction is that I have suffered for things that I am guilty of. I am suffering because I am a radical and indeed I am a radical; I have suffered because I am an Italian and indeed I am an Italian…if you could execute me two times, and if I could be reborn two other times, I would live again to do what I have done already.
Thayer condannò ognuno di loro a “subire la pena di morte per il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo” nel corso della settimana che iniziava il 10 luglio. Rinviò, però, per due volte la data di esecuzione, mentre il governatore considerava la richiesta di clemenza. Il 10 maggio un pacco bomba indirizzato al governatore Fuller fu stato intercettato nell’ufficio postale di Boston.
Il 15 agosto 1927, con le esecuzioni in programma per la mezzanotte del 22 agosto, una bomba esplose a casa di uno dei giurati Dedham. Domenica 21 agosto, più di 20.000 manifestanti protestarono a Boston Common.
Le esecuzioni e le reazioni
Il primo ad andare sulla sedia elettrica fu Sacco, che si diresse tranquillamente verso la sedia, per poi gridare “Addio, madre“. Vanzetti, nei suoi momenti finali, strinse la mano alle guardie e li ringraziò per il loro trattamento gentile, lesse una dichiarazione proclamando la sua innocenza e, infine, disse: “Desidero perdonare delle persone per quello che mi stanno facendo“.
Dimostrazioni violente dilagarono in molte città il giorno successivo, tra cui Ginevra, Londra, Parigi, Amsterdam e Tokyo. In Sud America scioperi selvaggi chiusero le fabbriche. Ci furono tre morti in Germania, e dei manifestanti a Johannesburg bruciarono una bandiera americana davanti all’ambasciata. Fu affermato che alcune di queste attività furono organizzate dal Partito Comunista.
Alla Langone Funeral Home a Boston North End, più di 10.000 persone in lutto hanno visitato Sacco e Vanzetti nelle loro bare aperte in due giorni. Alla camera ardente, una corona poggiata sulle bare annunciava “Aspettando l’ora della vendetta”. Domenica 28 agosto, un corteo funebre di due ore, che portava enormi omaggi floreali, si mosse attraverso la città. La polizia bloccò la strada e, a un certo punto, ci fu uno scontro tra la polizia e le persone in lutto. I carri funebri raggiunsero Forest Hills Cemetery dove, dopo un breve elogio, i corpi furono cremati. Il Boston Globe lo definì “una dei più tremendi funerali dei tempi moderni”. Le ceneri di Sacco furono inviate a Torremaggiore, la città della sua nascita, dove sono sepolti alla base di un monumento eretto nel 1998, mentre le ceneri di Vanzetti, sono state sepolte con la madre a Villafalletto.
Le proteste e le bombe continuarono a scoppiare negli anni a venire in tutto il mondo. Così come fioccarono le analisi a posteriori sull’accaduto.
Il saggio di Wells
Nel mese di ottobre 1927, H.G. Wells scrisse un saggio in cui discusse a lungo sul caso. Lo chiamò “un caso come quello Dreyfus, con la quale l’anima di un popolo è testata e messa in mostra“. Sentiva che gli americani non erano riusciti a capire che cosa, in merito al caso, aveva risvegliato il parere europeo:
“The guilt or innocence of these two Italians is not the issue that has excited the opinion of the world. Possibly they were actual murderers, and still more possibly they knew more than they would admit about the crime…. Europe is not “retrying” Sacco and Vanzetti or anything of the sort. It is saying what it thinks of Judge Thayer. Executing political opponents as political opponents after the fashion of Mussolini and Moscow we can understand, or bandits as bandits; but this business of trying and executing murderers as Reds, or Reds as murderers, seems to be a new and very frightening line for the courts of a State in the most powerful and civilized Union on earth to pursue”
Molti storici, soprattutto storici del diritto, hanno concluso che l’accusa, il processo, e le conseguenze del caso Sacco e Vanzetti costituirono un palese disprezzo per le libertà civili e politiche e, soprattutto, criticano la decisione di Thayer di negare un nuovo processo. Il pregiudizio anti-italiano e nei confronti degli immigrati in generale era ampliamente diffuso i quegli anni, soprattutto in New England. Proprio come disse lo stesso Vanzetti: “I am suffering because I am a radical and indeed I am a radical; I have suffered because I am an Italian and indeed I am an Italian…”. Wells poi ribadì: “this business of trying and executing murderers as Reds, or Reds as murderers”. Ciò dimostra come i motivi dell’accanimento su Sacco e Vanzetti, indipendentemente dalla loro innocenza o colpevolezza, furono razziali e politici, ed è questo che indignò sia gli europei che parte degli americani.
La vicenda dei due anarchici italiani fece parlare molto: fiotti di inchiostro sono stati versati, con libri, poesie, drammi per il teatro e canzoni. La loro storia, però, è stata raccontata anche attraverso le immagini, con dipinti e film.
Filmografia
Tra quest’ultimi ricordiamo: “The Male Animal” del 1942, un film della Warner Bros. Con le star del cinema Henry Fonda (premio Oscar per “Sul lago dorato”), Olivia de Havilland (Melania Hamilton in “Via col vento”) e Joan Leslie. Racconta di un professore del college che legge una lettera scritta da Vanzetti nella sua classe, sotto la premessa della libertà di parola e di pensiero e ignorando la minaccia di sanzioni e di licenziamento dal college.
https://www.youtube.com/watch?v=ZCqQxT_6_vg
Nel 1971 è uscito “Sacco e Vanzetti”, un film italiano diretto da Giuliano Montaldo. Fu presentato al 24° concorso del Festival di Cannes e valse il premio per la miglior interpretazione maschile a Riccardo Cucciolla, che interpretava Nicola Sacco. La colonna sonora invece è tra le più celebri realizzate da Ennio Morricone. La canzone di chiusura “Here’s to you” cantata da Joan Baez, divenne un inno generazionale.
Nel 2004 e nel 2006 uscirono due documentari. Il primo è “The Diary of Sacco e Vanzetti”, scritto e diretto da David Rothauser, sul loro processo e la vita di Vanzetti dal momento del suo arrivo negli Stati Uniti.
“Sacco and Vanzetti”, del 2006 diretto da Peter Miller, il film presenta le interviste e le ricerche storiche sulla vita di Nicola e Bartolomeo e sul loro processo. Il film presenta anche la prova forense che confuta quella utilizzata dal pubblico ministero durante il processo. Lettere della prigione scritte dagli imputati vengono lette dai doppiatori con Tony Shalhoub come Sacco e Vanzetti come John Turturro. Gli intervistati sono Howard Zinn, Studs Terkel e Arlo Guthrie. Il documentario ha anche vinto il John E. O’Connor Film Award 2007, il premio annuale per il miglior film storico premiato dall’American Historical Association.
Se siete indecisi su come approfondire, ora avete un buon elenco che varia dalla documentazione storica, si spera fedele (d’altronde ha vinto anche un premio dall’associazione storica americana), a film più romanzati ed ispirati. A voi la scelta, intanto vi auguro buona visione.