Gennaio è stato un grande mese per il cinema.
Abbiamo visto l’ultimo lavoro di Clint Eastwood, “American Sniper”, con il magistrale Bradley Cooper nei panni del cecchino da record Chris Kyle. “The Imitation Game” e “La teoria del tutto” hanno fatto innamorare tutti della scienza con Benedict Cumberbatch che interpretava il matematico e crittoanalista Alan Turing, e Eddie Redmayne come il giovane Steven Hawking, celebre fisico, astrofisico e cosmologo.
È stato anche il mese di “Whiplash” in cui Miles Teller interpreta Andrew, un giovane che sogna di diventare il più grande batterista jazz della sua generazione, e di “Birdman” che aveva aperto al Festival del Cinema di Venezia e ha ricevuto ben 9 nomination all’Oscar, tra cui miglior regia (di Alejandro González Iñárritu), miglior film, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale.
“Foxcatcher”
C’è un altro film che è uscito nelle sale americane a gennaio e ha riscosso un’enorme successo. Si tratta di “Foxcatcher”, il nuovo film diretto da Bennett Miller che uscirà nelle sale italiane solo il 12 marzo. Come nei precedenti Truman Capote – “A sangue freddo” e “L’arte di vincere”, anche in questo suo nuovo lavoro Miller si concentra su temi sociali importanti attraverso complessi ritratti di personaggi realmente esistiti.
La trama
Infatti, la storia è incentrata sul legame e la relazione che si viene a creare tra un eccentrico miliardario e due campioni di lotta libera. Mark Schultz (Channing Tatum), è un lottatore con tanto di medaglia d’oro, ma non riesce a uscire dall’ombra del fratello Dave (Mark Ruffalo), anch’egli un campione di lotta libera. John du Pont (Steve Carell), invita Mark a trasferirsi nella sua residenza di famiglia per aiutarlo a formare una squadra da allenare in vista dei giochi olimpici di Seul del 1988 nella sua nuova struttura sportiva all’avanguardia.
La situazione però prende molto velocemente una brutta piega, quando i loro veri caratteri li spingono a mostrarsi per quello che sono.
L’origine dell’idea
Miller, come aveva fatto in precedenza per “Truman Capote” e “L’arte di vincere”, si è imbarcato in un intenso percorso di ricerca e documentazione che si è protratto per diversi anni. Sente parlare per la prima volta della storia dell’eccentrico plurimiliardario John Eleuthère du Pont (Steve Carell) e dei due fratelli campioni di lotta libera, Mark (Channing Tatum) e Dave Schultz (Mark Ruffalo) quando i produttori esecutivi Michael Coleman e Tom Heller gli mostrano un articolo di giornale che illustra la vicenda. “Le circostanze mi sono sembrate comiche e assurde, ma le conseguenze erano terribili e reali”, ricorda il regista.
Il tempo e l’impegno che ha Miller ha impiegato in questo progetto, sono stati fondamentali: “Volevo scoprire gli aspetti sconosciuti della vicenda e per farlo ci vuole tempo. Occorrono anni e bisogna essere animati da un forte interesse e dotati di una grande attenzione”, dichiara. “È una storia che nasconde delle verità scomode: tutte le persone con cui ho parlato mi hanno dato la sensazione di custodire un qualche aspetto segreto di quanto è accaduto”.
La ricerca delle fonti
Miller ha percorso in lungo e in largo gli Stati Uniti, viaggiando in Iowa, California, Colorado, Missouri e Pennsylvania, per scovare materiali e intervistare decine di persone, compresi Mark Schultz, la vedova di Dave Nancy, gli amici e colleghi lottatori dei due fratelli, persone che avevano lavorato per conto di du Pont, poliziotti e chiunque fosse stato testimone di qualche capitolo della storia. Oltre a tutti questi resoconti di prima mano, il regista ha anche messo insieme una miniera di video sia di du Pont sia dei fratelli Schultz.
Per scoprire cosa è venuto fuori da questo lungo lavoro non vi resta che aspettare il 12 marzo. Nel frattempo sapremo anche se il film riuscirà a vincere le 5 nomination agli Oscar (Miglior Regia – Bennett Miller, Miglior attore protagonista – Steve Carell, Miglior attore non protagonista – Mark Ruffalo, Migliore sceneggiatura originale – E. Max Frye e Dan Futterman, Miglior trucco e acconciatura – Bill Corso e Dennis Liddiard ), ma soprattutto sapremo quale sarà il vincitore del Miglior film. Tra i sopra citati “American Sniper”, “Birdman”, “The Imitation Game”, “La teoria del tutto” e “Whiplash”, in lizza per il premio ci sono anche “Grand Budapest Hotel”, “Boyhood” e “Selma”.
La cerimonia di premiazione, infatti, si svolgerà al Dolby Theatre di Los Angeles il 22 febbraio. Come si suol dire nel mondo dello spettacolo: Break a leg!
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