Clown Torture 1987

Il lavoro di Bruce Nauman è tra i più interessanti dell’epico traguardo dell’arte contemporanea.

L’artista è famoso per le sue scritte al neon e per le elaborate performance; nonché un attento osservatore del mondo e degli eventi che toccano il suo paese. Tra le opere più famose “Raw-War“, celebre scritta in neon, fu realizzata durante gli anni della Guerra del Vietnam. La formazione scientifica dell’artista, che compie i suoi studi in matematica e fisica presso l’Università di Wisconsin-Madison, è alla base dei suoi progetti artistici. In particolare egli studia con passione gli scritti di Wittgenstein, fondatore della filosofia del linguaggio, strumento che userà sovente nei suoi primi lavori.

Verso gli anni ’80 Bruce si discosta dalla parola e rivoluziona i suoi progetti all’insegna di un’obiettivo più complesso: evocare le sensazioni.

Nauman più che idee, usa per la sua arte pensieri e sensazioni.
(Francesco Bonami)

clown torture

Clown Torture

Il titolo crea un primo incontro con la controversa natura dell’opera. Chi è il torturato? Il Clown, l’artista, o lo spettatore?

L’opera è distribuita su quattro schermi diversi con audio a se stante, e due proiezioni su parete. In loop vediamo ripetersi le assurde disavventure di quattro clown diversi, interpretati alla perfezione dall’attore Walter Stevens. Qui il video

Nel primo il clown urla incessantemente No, No, No, No” mentre salta, scalcia e si sdraia. In “Clown with Goldfish“, il pagliaccio lotta per bilanciare una ciotola di pesce sul soffitto con la maniglia di una scopa. Ancora più interessante è “Clown with Water Bucket”, dove una porta continuamente aperta fa cadere un secchio in testa al performer. Più criptica è invece “Pete and Repeat“, dove il clown soccombe al terrore di una filastrocca apparentemente inevitabile.

La composizione corale e la ripetizione creano un carico sensoriale difficile da sopportare. Da subito lo spettatore si ritrova nel turbine creato dai pagliacci: un susseguirsi infinito di fallimenti e dolore.

I temi, già affrontati da Nauman, sono tutt’altro che semplici. In primo luogo, la ripetizione e il continuo fallimento del gesto ci rivela l’interesse dell’artista nell’indagare i problemi relativi la vita umana. Noia, confusione, intrappolamento, sono le sensazioni che scaturiscono. Sensazioni riverberate nella stanza e interiorizzate dal pubblico. Clown Torture resta una delle creazioni più eccezionali, memorabili e controverse di sempre; approfondisce con coraggio quella che è nota come commedia della tortura. I protagonisti sono perfetti per la riuscita immediata dell’intento. Il clown è un personaggio fortemente stereotipato nella cultura occidentale. Qui, però, perde tutte le caratteristiche che ne fanno un elemento divertente e positivo.

Killer Clown

E’ importante ricordare che i casi di coulrofobia (paura dei clown) hanno avuto un incremento dopo gli anni ‘90, con la trasposizione televisiva di IT dai racconti di Stephen King a ben tre anni dalla performance.

Nel 1978 finalmente dopo più di dieci anni di ricerche, viene catturato un famigerato serial killer che agiva nei pressi di Chicago. Soprannominato Killer Clown, vantava ben 33 vittime, perlopiù giovani adolescenti maschi. John Wayne Gacy, o come si faceva chiamare Pogo il Clown, prelevava le sue piccole vittime durante alcune feste di beneficenza. Verrà condannato a morte e giustiziato nel 1994. Non esistono diretti contatti tra l’artista e il serial killer, se non la vicinanza geofisica. Nauman avrà sicuramente sentito parlare di questo personaggio così inquieto, ma se fosse la sua aspirazione nella realizzazione della performance non ci è dato saperlo.

Per chi non ha amato molto questa performance: Non importa! Perchè Nauman ci ricorda sapientemente che l’arte non deve essere sempre bella.

 


 

 

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