Le vignette di Liza Donnelly e gli stereotipi femminili

Da piccola, la vignettista Liza Donnelly aveva paura della femminilità. Col tempo però ha imparato ad essere flessibile. Infatti, ha sviluppato alcuni strumenti interessanti che l’hanno aiutata ad affrontare questo timore. Tra di essi, sono state le sue vignette e il suo humour a giocare un ruolo fondamentale.

Insegnare a essere donne

Durante gli anni Cinquanta e Sessanta, mentre Liza stava crescendo, si supponeva che le ragazzine dovessero essere gentili e premurose, sensibili e tenere. Intorno a loro c’era una grande quantità di modelli di comportamento. A partire dalle madri, le zie, le cugine, le sorelle, e, certo, gli onnipresenti media che le bombardavano con immagini e parole. Che dicevano loro come dovevano essere. 

Tutte queste regole, questi modelli di comportamento vengono costantemente monitorati dalla cultura. E le vittime più importanti sono le donne, perché portatrici della tradizione. Hanno il compito di passarla da generazione a generazione. Il problema dell’emulazione sociale, infatti, è ancora presente oggigiorno, seppur in maniera limitata. 

Ora, se non vi piacciono queste regole, e a molti di noi non piacciono, quale modo migliore se non sostituirle con un po’ di humour? L’humour dipende ovviamente dalle tradizioni di una società. Prende ciò che si conosce, e lo torce. Richiama i codici di comportamento e i codici di abbigliamento e li rende inaspettati. Ed è questo quello che provoca una risata. Cosa succederebbe, però, se mettessimo insieme donne e humour? Si otterrebbe il cambiamento. Perché le donne sono al piano terra e conoscono così bene le tradizioni che possono portare al tavolo una voce diversa. 

Un’infanzia difficile

vignetteLiza Donnelly ha iniziato a disegnare in mezzo a tanto caos. È cresciuta a Washington D.C. durante il movimento per i diritti civili, gli assassinii, le udienze del Watergate e il movimento femminista. Ma proprio questo caos ha provocato ordine in ciò che avrebbe voluto fare crescendo: la vignettista.

La madre di Liza era diverse dalle altre, non le comprava abitini rosa, ma fumetti. Liza li adorava e cominciò proprio così a disegnare, cercando di capire che cosa stesse accadendo intorno a lei. Anche la sua famiglia era nel caos. E lei disegnava per cercare di rimettere insieme i problemi familiari con le risate. Ma purtroppo non ha funzionato. I suoi genitori hanno divorziato e sua sorella è stata arrestata.

Tuttavia, in mezzo al disordine, lei ha trovato il suo posto. Ha scoperto che non doveva portare i tacchi alti, non doveva vestire in rosa, per riuscire a sentirsi adatta. Perché si tende sempre a puntare sull’esteriore, sull’apparenza, quando invece bisognerebbe lavorare a lungo su sé stessi.

Crescendo, verso i 20 anni, Liza ha poi constatato che purtroppo non ci sono molte donne vignettiste. E ha pensato: “Beh, forse posso rompere la piccola barriera delle vignette.” E così ha fatto, diventando una vignettista. E poi ho pensato, a 40 anni: “Beh, perché non fare qualcosa? Ho sempre amato le vignette politiche, quindi perché non agire sul contenuto delle mie vignette per far sì che le persone pensino alle stupide regole che stiamo seguendo con una risata?” 

Ora, la prospettiva con cui Liza Donnelly scrive è particolarmente americana. Non può farci niente. Ma tutte queste regole sono universali. Ogni cultura ha i suoi diversi codici di comportamento, di abbigliamento e di tradizione, ma ogni donna a che fare con le stesse cose con le quali si ha a che fare negli Stati Uniti. Di conseguenza, tutte le donne sono accomunate da un sentire comune. In quanto donne conosciamo la tradizione e abbiamo antenne incredibili. 

L’unione fa la forza, sempre

vignetteUltimamente il lavoro di Liza è stato quello di collaborare con vignettisti internazionali, cosa che le piace molto. Infatti, tutto ciò le ha fatto apprezzare maggiormente il potere delle vignette di arrivare alla verità, di colpire il problema in modo rapido e sintetico. E non solo questo. Le vignette, infatti, possono arrivare a chi le guarda non solo attraverso l’intelletto, ma attraverso il cuore. 

Il suo lavoro le ha permesso anche di collaborare con donne vignettiste da tutto il mondo in Paesi come Arabia Saudita, Iran, Turchia e Argentina. Tutte queste donne stanno lavorando sodo per far sentire le loro voci in circostanze davvero difficili, in situazioni molto lontane da quelle di cui già si lamentano paesi molto più sviluppati.

E noi parliamo di come le donne abbiano forti percezioni, a causa della nostra posizione inconsistente a del nostro ruolo di custodi della tradizione, che possiamo avere il grande potenziale di essere agenti del cambiamento. E io credo, credo veramente, che cambiamo questa situazione una risata alla volta. 


FONTI:

ted.com

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