Nicosia

Nicosia, quella capitale europea ancora divisa da un muro

Nicosia La storia di Nicosia è quella di una capitale europea ancora divisa in due da muro e filo spinato. Più precisamente, Nicosia è la capitale dell’isola di Cipro, con poco più di 100.000 abitanti. Al suo interno è letteralmente spezzata in due da una linea di confine: a nord con i turchi- ciprioti e a sud con i greci- ciprioti. Raccontare la sua divisione vuol dire interfacciarsi con eventi complicati, controversi e sicuramente molto meno popolari rispetto a quelli tedeschi, ma sicuramente necessari per comprendere le dinamiche tutt’altro che pacifiche del secondo dopoguerra.

La storia in breve di Nicosia e della sua divisione

La storia della capitale di Nicosia inizia nel 1960, quando l’isola ottiene l’indipendenza dal dominio britannico e si proclama Repubblica di Cipro. Poco dopo, nel Paese iniziano gli scontri tra le due più grandi comunità etniche dell’isola: da un lato i greci ciprioti, che costituiscono la maggioranza, e dall’altro i turchi ciprioti, la cosiddetta minoranza.

A seguito degli scontri, nell’estate del 1974, la divisone tra Nord e Sud di Nicosia inizia a cementarsi. Il governo greco opera nello stesso anno un colpo di stato miliare, che impone il suo uomo forte al potere. La Repubblica di Cipro diventa così’ Repubblica greca di Cipro. La risposta turca non si fa attendere: il governo poco dopo invade l’isola, ottiene il controllo del Nord ed istituisce un governo autonomo.

Quarant’anni e tantissimi altri eventi dopo, l’isola e la capitale rimangono divise in due da una linea verde, quella stessa tracciata su una mappa da un generale di forza britannica nel lontano 1964, rendendo Nicosia l’ultima capitale divisa. A Sud, infatti, è oggi presente la Repubblica di Cipro, membro ufficiale dell’UE dal 2004, al centro una zona cuscinetto controllata dalle Nazioni Unite, mentre a Nord la Repubblica Turca di Cipro del Nord, non riconosciuta dalla comunità internazionale.

Cosa è successo dal 2004

Nel 2004 l’ultimo tentativo diplomatico di riunificazione non è andato in porto. Il Piano Annan, dal nome dell’ex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, prevede tutti i presupposti per una pace stabile. Si sarebbe dovuta creare una Repubblica Unita di Cipro, una sorta di federazione formata ufficialmente dai due stati.

Il 24 aprile del 2004 il piano, sottoposto a referendum, ha esito negativo. Da una parte, infatti, i turchi ciprioti lo approvano, ma dall’altra i greci lo bocciano. Oggi, a distanza di più di dieci anni, un accordo per una possibile riunificazione è ancora tutto da sottoscrivere e pattuire.

Vivere oggi in una divisione 

Un muro che resiste quindi anche al nuovo millennio e che da quarantacinque anni divide Nicosia in due, con tanto di filo spinato, eserciti contrapposti e check-point militari. Non per frenare l’immigrazione clandestina, bensì come una spaccatura verticale all’interno della città. Tutti sulla stessa isola, ma parlanti lingue diverse: da una parte greco, dall’altro turco e nel centro ‘inglese.

Per chi è nato dal 1974 in poi la divisione della città di Nicosia risulta quasi essere un fatto naturale e ormai abituale, con un’unica differenza: dal 2008 in poi è stata permessa la libera circolazione dei cittadini, si può andare dall’altra parte dell’isola, mostrando il passaporto e oltrepassando i controlli. Attraversare la zona di divisione è quindi possibile anche attraverso un mezzo autonomo, come la propria macchina.

La spaccatura mentale più forte di quella fisica

Ma la spaccatura più grande sembra essere ancora quella mentale, tra un “noi” e “loro” che resta ancora forte. I confini, seppur in parte aperti e controllati, riflettono solo il primo passo verso una nuova concezione di convivenza. Anche le azioni più semplici che vengono compiute quotidianamente sembrano ricordare ai più di trovarsi da una parte in una città natìa e dall’altra in una terra straniera.

Se da una parte gli occhi esterni di un turista o di un fotografo riescono a catturare il muro e la divisione nella sua fisicità, internamente si tratta di cogliere una storia tutta diversa. Chi vive in una zona di divisione convive infatti pienamente con una chiusura mentale molto più forte. Tuttavia, questa situazione spesso per fortuna non è abbastanza forte da eliminare la speranza intima di poter scorgere in futuro non più barriere, ma aperture che non siano solo fisiche, ma sopratutto emotive e mentali, ripulite da odio e pregiudizio.

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