Afrodite tra fertilità, amore e bellezza. Storia di una dea greca

Anche conosciuta come Venere, Afrodite è ancora oggi nell’immaginario collettivo un simbolo di bellezza pura e reale. Dea dell’amore, della bellezza e della procreazione, Afrodite emerse nuda dalla schiuma marina e si dice che le divinità Horai (chiamate anche “Ore” o “Stagioni”, guardiane dell’Olimpo) l’avvolsero con sublimi vesti.

Sono conosciute tre versioni sulla sua nascita : la prima versione narra di Afrodite come la figlia del Dio del mare, Poseidone; la seconda la vede come discendente di Zeus e Talassa (personificazione del mare) e l’ultima leggenda, la più conosciuta, narra che Afrodite nacque dalla spuma del mare dopo una lite tra Urano e Crono. Quest’ultimo tagliò i testicoli di Urano, che caddero in mare (su Talassa), e venne generata Afrodite.

La Dea è sicuramente conosciuta per alcuni famosi miti attorno alla sua figura, tra cui:

Afrodite e Psiche

Venere era profondamente gelosa di Psiche, rappresentazione dell’Anima gemella, giovane di incredibile bellezza ed eleganza. Afrodite ordinò a suo figlio, Eros, di farla innamorare dell’uomo più brutto sulla terra, ma egli stesso finì per innamorarsi di lei. I due si incontrarono tutte le notti, a patto che Psiche non provasse mai a scoprirne la vera identità. Una sera però, le sorelle di Psiche la spinsero a violare il patto, quindi Eros fu costretto a scappare. Psiche non si diede per vinta e corse fino al palazzo di Afrodite, dove venne sottoposta ad una serie di prove. Eros tentò a sua volta di trovare l’amata e, una volta ricongiuntosi a lei, chiese a Zeus il permesso di sposarla.

Afrodite ed Adone

Adone è una figura mitologica greca che incarna le Stagioni. Si dice che nacque come frutto dell’incesto tra Mirra e il padre Cinira, re di Cipro. Una volta scoperto l’incesto, Mirra dovette scappare e trovò rifugio dagli dei che, per salvarla, la tramutarono in una pianta, dalla cui corteccia nacque Adone. Adone era così bello che si distinse proprio per questo ed Afrodite, colpita da Cupido, se ne innamorò perdutamente.
Venere più volte cercava di mettere in guardia dai pericoli dell’arte venatoria Adone, abile cacciatore. Un giorno però venne azzannato da un cinghiale. Afrodite sentì le urla disperate di Adone e accorse in suo aiuto, ma era ormai troppo tardi. I due si scambiarono una promessa: il ricordo del lutto sarebbe durato in eterno, e il sangue sarebbe diventato un fiore. Adone divenne un anemone e le lacrime della bella
Venere si trasformarono in rose.

Afrodite ed Efesto

Afrodite, la dea più bella di tutte, nonostante i numerosi pretendenti, finì in sposa a Efesto, il dio più brutto. Efesto era il figlio di Era, moglie di Zeus, che lo ripudiò dall’Olimpo poiché terrorizzata dal suo aspetto. Efesto per questo crebbe alimentando un odio che lo spinse ad architettare la sua vendetta. Costruì per la madre un trono bellissimo e maledetto. Era non si sarebbe mai più potuta alzare, a meno che non avesse deciso di dargli in sposa Afrodite, di cui Efesto si era invaghito. Il matrimonio non fu felice, poiché Venere amava essere corteggiata e ammirata dagli uomini, dei e mortali: finì per passare più tempo con questi che con il marito. In particolare, il dio della guerra, Ares, corteggiava così assiduamente Afrodite da destare le ire di Efesto. Lui, esasperato da questo continuo corteggiamento, decise di tendere una trappola ad Ares e Afrodite. Lasciò una rete invisibile sul pavimento e, una volta che Afrodite ed Ares vi furono sopra questa si sollevò. I due furono oggetto delle risa dell’intero Olimpo.

Afrodite e Ares

I due vennero in seguito liberati, ma furono costretti a nascondersi. Non interruppero i loro incontri, ma aumentarono le gelosie. Afrodite infatti, come abbiamo visto, intraprese una relazione con Adone, un giovane cacciatore. Ares non vide di buon occhio la storia e, trasformatosi in cinghiale, decise di ucciderlo. Anche Venere però aveva la sua dote di gelosia, e si schierò contro la bella Eos, talmente stupenda da far cadere ai suoi piedi Zeus e Ares stesso. Per punire i due, Afrodite decise che Eos non si sarebbe mai più innamorata di un uomo divino, ma solo di comuni mortali.

Afrodite nell’arte

Ad oggi sono conosciute moltissime rappresentazioni di Venere, da sempre un’icona di bellezza. Famosissima la Venere di Willendorf, rappresentazione della fertilità. Abbiamo poi la Venere di Milo, rappresentazione della bellezza senza tempo e fine.

Sicuramente però l’opera più famosa e conosciuta è la “Nascita di Venere” di Botticelli. Conservata a Firenze, rappresenta la bellezza femminile nell’arte per eccellenza.

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