Pride Month

Pride Month: come l’arte racconta l’omosessualità

Giugno si è appena concluso e lo si ricorda, tra le altre cose, come il Pride Month (Il mese del Pride). Nel termine Pride si include l’intera comunità LGBTQ+, che celebra a giugno il proprio orgoglio sotto le insegne della bandiera arcobaleno dei diversi orientamenti di sessualità. Pride indica l’orgoglio. Indica la risposta e la reazione allo stigma di un tempo, che trova una data di nascita nei moti di Stonewall del 1969.

Lo Stonewall Inn fu un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village di New York. Nella notte tra venerdì 27 giugno e sabato 28 giugno del 1969 la polizia irruppe nel locale per una delle allora numerose retate nei bar e club frequentati da omosessuali. Nel corso di queste si annotavano le loro generalità e la polizia eseguiva arresti con imputazione di atti osceni o indecenza. Accadde però in quell’occasione che i frequentatori si ribellarono. La scintilla che innescò la reazione si attribuisce a Sylvia Rivera che, dopo essere stata minacciata con un manganello, lanciò una bottiglia contro gli agenti.

Quella di Stonewall fu una sommossa vera e propria, al termine della quale il bilancio fu di 13 arresti, 4 poliziotti colpiti e un numero imprecisato di manifestanti feriti. Tuttavia, per la prima volta, la comunità LGBTQ+ aveva parlato, e dal quel momento non sarebbe stata più zitta. Anche l’arte a modo suo ha raccontato l’omosessualità e il suo Pride. Ecco alcuni artisti e dipinti che celebrano questo amore, considerato ancora oggi un problema.

Essere omosessuali dall’Antichità all’avvento del Cristianesimo

Ratto di Ganimede, Buonarroti

L’omosessualità è una tematica già diffusa nell’antichità, comune sia ai Greci sia ai popoli italici. Tra i Romani si possono annoverare personaggi di spicco come gli imperatori (da Giulio Cesare ad Adriano e perfino Nerone), che non celavano la propria attrazione verso persone dello stesso sesso. La libertà era garantita. Gli affreschi e le poesie ( basti pensare ai versi malinconici di Saffo o addirittura all’Eneide di Virgilio) sono la testimonianza di come fenomeni del genere non fossero fondati su una qualche perversione o curiosità sessuale. C’era un legame mentale che veniva nutrito  dalla condivisione di momenti ricchi di cultura.

Le cose iniziano a peggiorare con la diffusione del Cristianesimo. Con il suo avvento, l’amore omosessuale ha cominciato la sua discesa verso gli Inferi. La cultura greca inglobava con naturalezza l’omosessualità e le sue implicazioni, tanto che era un tema frequentemente presente nelle vicende tra uomini e dei. Basti pensare al mito di Ganimede, principe di Troia. Il mito è la narrazione velata dell’amore di Zeus per il giovane uomo. Il re degli dei, da grande amatore quale era, scese sulla terra in veste di aquila e rapì il ragazzo per portarlo con sé nell’Olimpo, dove lo elesse a coppiere dei divini.

#Pride Month: Il Rinascimento di Michelangelo Buonarroti

Anche se la maggior parte dei critici e degli storici è concorde nel dirlo, non ci sono prove riguardo l’omosessualità del grande artista. Si ritiene solitamente che fosse omosessuale o bisessuale per il suo modo di rappresentare il nudo maschile. Questo oscura quello femminile, a sua volta rappresentato in modo molto mascolino. Si dice che le donne di Michelangelo sembrino donne transessuali (la fisicità tipica di donne che hanno fatto una transizione fisica di genere) oppure che siano stereotipate nei lineamenti.

Buonarroti dipinse parecchio nella sua vita. Un regalo che l’artista fece a un nobile conosciuto poco prima, Tommaso de’ Cavalieri, con il quale evidentemente vi era una forte intesa, fu proprio il Ratto di Ganimede. Soggetto del disegno è il celebre mito sopracitato.

#Pride Month:  Frida Kahlo e l’amore ritrovato per il suo corpo

Pride Month
Frida Kahlo, Vomito di Parole

La pittrice nasce a Città del Messico nel 1907 ed è oggi tra le più apprezzate al mondo. Il 17 settembre 1925, all’età di 18 anni, un evento terribile cambiò drasticamente la sua vita e la rinchiuse in una profonda solitudine, così che le rimase solo l’arte come unica finestra sul mondo. Un giorno Frida all’uscita di scuola salì su un autobus e pochi minuti dopo rimase vittima di un incidente causato dal veicolo su cui viaggiava e un tram.

Le conseguenze furono gravissime per Frida: la colonna vertebrale le si spezzò in tre punti nella regione lombare. Si frantumò il collo del femore e le costole, la gamba sinistra riportò 11 fratture e il passamano dell’autobus le trafisse l’anca sinistra. Infine il piede destro rimase slogato e schiacciato, la spalla sinistra restò lussata e l’osso pelvico spezzato in tre punti.

Questo incidente la costrinse spesso a letto nel corso della sua vita, ed è in questi momenti di riposo che si dedicò ai suoi dipinti. Le venne regalato un letto a baldacchino con uno specchio. All’inizio questo la sconvolse, perché doveva fare i conti quotidianamente con il suo aspetto, ma in seguito fu di grande ispirazione per le sue opere. Si sposò con Diego Riviera, ma il marito la tradiva più volte, e lei non era da meno. Non erano rare, infatti, le sue relazioni extraconiugali, anche di tipo omosessuale, simbolo di quell’amore ritrovato per il suo corpo.

Gli anni Ottanta: il Pride si accentua e Keith Haring è uno dei protagonisti

Keith Haring,Safe Sex

Gli anni Ottanta furono un decennio spettacolare, soprattutto per la grande quantità di artisti che lo contraddistinsero. Tra di loro l’omosessualità era davvero frequente. Cantanti di spicco sono quindi diventati icone gay, da Freddie Mercury a Ricky Martin fino a Elton John. Purtroppo, però, alcuni di loro sono anche state vittime di un male spesso legato all’omosessualità: l’AIDS. La disinformazione sulla malattia ha contribuito a esiliare ai confini della società tutta la categoria LGBTQ+, propagando odio e paura verso chi ne faceva parte.

Keith Haring in quegli stessi anni era una delle voci più forti dell’arte. L’artista ha sfruttato la sua celebrità e la Street Art per annunciare al mondo quale fosse la sua natura. Purtroppo a 31 anni anche Haring venne consumato dal virus dell’HIV, ma sono rimaste le sue opere ad invocare la bellezza della vita e a denunciare la rivoluzione sessuale degli anni Ottanta.

Il suo stile pittorico è caratterizzato da personaggi bidimensionali e stilizzati, che possono essere uomini, bambini, cani, mostri, televisori e via discorrendo, colorati in tonalità sgargianti e caratterizzate da contorni molto marcati. Come i suoi collage giornalistici, anche i suoi quadri toccavano temi attuali: il capitalismo, la guerra, il razzismo, la droga, l’amore e la felicità.

E oggi?

Oggi l’omosessualità rimane un problema molto discusso, punito con la morte in ancora tanti Stati. L’arte, tuttavia, ci insegna come questo amore sia presente da sempre, e come nell’antichità fosse del tutto naturale. Chissà se riusciremo a capirlo anche tutti noi in futuro.


FONTI:

artwave.it

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