Amedeo Modigliani, artista vizioso e singolare

Il fallimento ha molto a che vedere con l’arte. Spesso, un’idea di partenza diventa qualcos’altro, cambia nel corso della sua realizzazione. L’arte aiuta a capire che il mondo è molto più provvisorio e incerto di quanto crediamo.

Con questa affermazione, l’artista sudafricano William Kentridge ha voluto spiegare in che modo l’arte ha il potere di evolversi sempre, e come il fallimento sia sempre dietro l’angolo. Secondo il punto di vista attuale, il fallimento ha una connotazione negativa. Cosa accadrebbe, però, se questo tratto si trasformasse in un punto di forza?

Artisticamente parlando, vi sono figure particolarmente emergenti. Ve ne sono altrettante, però, che hanno saputo trarre del positivo anche laddove non vi fossero tutte le premesse per farlo.

Uno di questi è Amedeo Modigliani, l’artista maledetto.

Il pittore italiano nacque a Livorno, 12 luglio 1884, con il nome di Amedeo Clemente Modigliani. Celebre per i ritratti sensuali femminili dai colli allungati, si formò tra il nord e il sud Italia. Durante i primi anni del Novecento si trasferì a Parigi, città che gli permise di incontrarsi e scontrarsi con alcuni tra i più noti artisti dell’epoca, quali Pablo Picasso, Henri de Toulouse-Lautrec e Pierre-Auguste Renoir.

Il futuro dell’arte si trova nel viso di una donna. Picasso, come si fa l’amore con un cubo?

Amedeo Modigliani

La capitale francese, però, lo diresse ben presto ad un punto di non ritorno. I brutti vizi, prima la droga e poi l’alcool, presero il sopravvento. Presto dovette affrontare un rapido declino, sia personale che artistico. Questo, inevitabilmente, lo portò ad essere considerato l’artista maledetto per eccellenza.

A causa di una brutta malattia, incrementata dai suoi brutti vizi, Modigliani si spense all’età di trentasei anni. Solo un giorno dopo dalla sua morte, la moglie Jeanne Hébuterne – incinta del loro secondo figlio – si suicidò.

Amedeo
Ritratto di Jeanne Hébuterne

A cent’anni dalla sua prematura scomparsa non è ancora chiaro se si trattasse o meno di una persona viziosa, o se, semplicemente, ricercava momenti di stacco.

Gino Severini, tra i principali esponenti del Futurismo, racconta:

Quanto all’hascisc, ne aveva, è vero, sempre un pochino, nel taschino del gilet. Ma non ne faceva uso che raramente, soltanto in casi eccezionali. Quando aveva bisogno di quella serenità araba che dava la droga, quando tutto andava male intorno a lui e non aveva fiducia nemmeno in sé stesso.

Non si può, di certo, parlare di totale fallimento. Se, dopo tutti questi anni, le sue donne dal volto stilizzato e affusolato suscitano la curiosità di un tempo, allora non può che trattarsi di un artista dal grande valore.

Le donne, e la loro fisionomia, hanno sempre fatto parte della sua ricerca artistica. Quest’ultima non si è mai legata in maniera cruciale alle avanguardie di inizio secolo. È questo il motivo principale per cui Modigliani viene considerato, ancora oggi, un artista sregolato.

Modì” – ovvero “maledetto” – è il suo appellativo. A imporgli questo nomignolo fu Pablo Picasso, con il quale ebbe sempre un rapporto complesso.

In quegli anni, nei quali l’arte parigina irruppe sulla scena, non era buona cosa essere artisti slegati dalla tradizione. Amedeo Modigliani era esattamente questo. Un pittore autonomo e solitario. In quanto  artista tormentato, era assiduamente attratto dai sentimenti e dalle passioni umane.

La rappresentazione dei volti con gli occhi incavati, e quindi senza pupille, è un soggetto cruciale. Si trattava probabilmente della ricerca dell’io interiore, che viene espressa dallo stesso artista.

Quando conoscerò la tua anima, dipingerò i tuoi occhi.

Amedeo Modigliani

È così che un particolare così innocuo e scontato diviene, per lui, il protagonista indiscusso della sua ricerca.

Amedeo
Ritratto di una giovane donna

Se – come diceva qualcuno – gli occhi sono lo specchio dell’anima, allora non vi è dubbio che Modigliani avesse ragione. La sua ricerca fu un continuo scavare nell’essenza più intima e connaturata dei suoi soggetti.

Sebbene sia ancora oggi considerato, per certi versi, un artista fallimentare, questo non può essere un dato di fatto, soprattutto perché la sua fu sempre una scelta, e mai una condizione. Amedeo Modigliani ha saputo uscire dagli schemi, nonostante le imposizioni, il periodo, la concorrenza. Tutto ciò fa di lui un esempio, più che un fallimento.

Quello che cerco non è né la realtà né l’irrealtà, ma l’inconscio, il mistero dell’istinto nella razza umana.

Amedeo Modigliani

 



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