Earth Day e ripresa post-Coronavirus

Il periodo che stiamo vivendo sta causando grandi problemi sotto diversi punti di vista, interessando non solo l’ambito sanitario. Infatti sono stati colpiti anche il settore economico, agricolo e sociale. Anche l’ambiente è incluso. Ci sono teorie secondo le quali il Coronavirus sarebbe la conseguenza dell’inquinamento atmosferico. Guardando i dati degli ultimi mesi però, sembra che il virus abbia giovato almeno all’ambiente: le emissioni si sono ridotte di molto e la natura sembra timidamente riprendere possesso dei luoghi vuoti. Le immagini di conigli che saltellano nei parchi di Milano e dei cinghiali tra le strade di Bergamo fanno scappare un sorriso. È inevitabile però pensare a quando tutto questo finirà. La graduale ripresa della vita frenetica pre-Coronavirus è vicina, e tutti la aspettiamo con ansia. Ma che impatto avrà sull’ambiente? Anche di questo si è discusso durante l’Earth Day, che si tiene ogni anno il 22 aprile.

Glen Peters, del Center for International Climate and Environment Research, afferma che da sempre le crisi economiche hanno effetti positivi almeno sull’ambiente. Queste portano a un calo delle emissioni di CO2, che però potrebbero tornare ad aumentare nel momento della ripresa delle attività. Infatti durante la crisi si tende a investire meno su sostanze poco inquinanti, che sono anche più costose. A causa dei molti debiti dovuti al periodo di emergenza che stiamo vivendo, l’Unione Europea potrebbe decidere di mettere in stand-by alcuni progetti green. La crisi inoltre colpirà anche settori impegnati nella salvaguardia dell’ambiente, come per esempio quello delle macchine elettriche. Un altro aspetto preoccupante riguarda la decisione dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti. Quest’ultima ha deciso che durante la pandemia potranno non essere rispettati gli standard precedentemente imposti.

Proprio in occasione della cinquantesima Giornata mondiale della Terra, Greta Thunberg, paladina della lotta per il clima, ha “incontrato” Johan Rockström. Quest’ultimo è il direttore dell’Istituto di Ricerca sull’Impatto Climatico di Potsdam, in Germania. L’incontro è avvenuto in streaming, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale imposte in gran parte del mondo. “Dobbiamo affrontare due crisi in una volta, quella del coronavirus e quella climatica e come nell’attuale pandemia ascoltiamo la scienza e gli esperti, così dobbiamo fare per l’altra crisi” le parole di Greta Thunberg. È quindi fondamentale assumere un comportamento corretto e il più possibile fedele alle linee guida imposte dagli esperti, anche per quanto riguarda l’ambiente.

Le parole della giovane attivista hanno ispirato la creazione di un video in occasione dell’Earth Day. Parlando al   pubblico World Economic Forum, la Thunberg ha invitato tutti i presenti ad agire come se la nostra casa fosse in fiamme. Il video rappresenta una famiglia che fa colazione tranquilla mentre la loro casa va a fuoco. Un’immagine d’effetto che ha il potere di farci riflettere su quest’importante tematica ora che abbiamo tutti più tempo per fermarci e pensare. Molte voci si sono susseguite durante l’Earth Day, dal Papa al principe Carlo, da Greta Thunberg al presidente dell’ONU. Tutti hanno sottolineato il fatto che, nonostante la crisi che stiamo vivendo in questi mesi ci sembri la più difficile e importante, ce n’è un’altra ancora più profonda. Si parla ovviamente della crisi ambientale.

Il «Financial Times» ha pubblicato una lettera scritta da alcuni esperti, membri del Club di Roma, un’associazione non governativa di scienziati, economisti e uomini d’affari. Nella lettera si chiede ai leader mondiali di non reagire alla crisi economica accelerando eccessivamente i tempi della ripresa, rischiando di causare ulteriori danni all’ambiente. Piuttosto, si è proposto di impostarla in modo da raggiungere zero emissioni nel 2050. Saranno infatti fondamentali le decisioni circa le modalità della ripresa economica. Potrebbero mitigare o amplificare una sfida tanto attuale come quella del cambiamento climatico. Una soluzione potrebbe essere quella di investire in mobilità sostenibile ed efficienza energetica negli edifici, o ancora, in nuove tecnologie come idrogeno e batterie. Secondo gli autori della lettera, sarà possibile uscire da questa emergenza solo se si ripartirà ponendo al centro l’uomo e la natura.

Ci stiamo tutti impegnando, chi più e chi meno, a rispettare i divieti imposti. Nel giro di pochi giorni siamo stati privati, seppur giustamente, di alcune delle nostre libertà. Ci siamo adattati però, perché speriamo che i nostri sforzi vengano ripagati. Per la salvaguardia dell’ambiente ci vengono richieste azioni molto più semplici e meno limitanti, eppure ci sembrano così difficili. Quando l’emergenza finirà, sarà fondamentale metterle in pratica, per evitare di vivere in un perenne stato di crisi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.