L’arte come messaggio consapevole: intervista a Giulia Lazzaron

Giulia Lazzaron è un’artista. Classe 1992. Nasce a Milano, studia arte nella città meneghina e si laurea in pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, nel 2018. Da quel momento, inizia il suo percorso che la vedrà collaborare con molte istituzioni, italiane e non, a partire dal Museo della Permanente, di cui diverrà artista socia, fino alla partecipazione alla Biennale di Fotografia a Chang’An, in Cina.

Un’artista completa, ormai. Anche se lei ci racconta, in maniera sorprendentemente autentica, di voler continuare la sua ricerca artistica, che in qualche modo combacia con il suo essere una giovane donna.

Noi de «Lo Sbuffo» l’abbiamo incontrata virtualmente.

Ci ha raccontato di come l’arte l’abbia aiutata a comprendere la bellezza da ricercare nella quotidianità.

Quando ti sei avvicinata, in modo preponderante, al mondo dell’arte?

In realtà, il mondo dell’arte mi ha affascinata fin da piccola. Infatti, ho sempre intrapreso studi a livello artistico, a partire dal Liceo artistico di Brera per arrivare all’Accademia di Belle Arti. Ho sempre amato l’arte. Quand’ero più piccola, studiando copia dal vero e storia dell’arte, e poi all’accademia studiando arte contemporanea.

Come definisci il tuo stile?

Il mio stile lo definisco foto-grafico, perché è un connubio tra i due linguaggi: quello grafico e quello fotografico.

Quali sono le tecniche che utilizzi? Ce ne vuoi parlare?

Utilizzo tecniche sia analogiche che digitali. Mi sono appassionata, all’inizio, alle tecniche analogiche: dalla stampa al torchio all’incisione calcografica che poi ho tramutato in un linguaggio più contemporaneo, che è l’incisione diretta su carta fotografica. È così che ho unito le due ricerche, incidendo con la punta da incisione, che utilizzavo inizialmente, direttamente sulla carta fotografica, che a sua volta è applicata a dibond. Quest’ultima è una lastra di alluminio su cui viene applicata la fotografia, e che utilizzo proprio come se fosse una matrice. Anche se in realtà non è più stampabile. Ogni pezzo è unico.

Tigri nella giungla urbana
Ci sono soggetti che prediligi o a cui sei particolarmente legata?

Sono molto legata a tutto ciò che, in realtà, è simbolico per me e per il mio inconscio, nonché per l’inconscio collettivo. I simboli che fotografo, ad esempio i riflessi della luce sull’acqua, sono soggetti che possono rappresentare qualcosa un po’ per tutti noi, quindi anche a livello collettivo. Oltre ai simboli rappresento animali in via d’estinzione, legandomi al fattore ambientale e all’inquinamento.

Ma non solo. Ultimamente, infatti, sono molto legata al movimento body-positive. Amo disegnare modelle o influencer curvy legate al mondo della contemporaneità. Sono legata a questa recente ricerca, a cui sono approdata, perché mi piace proprio l’idea di identificarmi, di aver trovato una rappresentazione di me stessa. Quindi, la possibilità di essere una donna formosa, ma felice di esserlo. Queste donne sono per me fonte d’ispirazione, ad esempio Laura Brioschi, Ashley Graham, Iskra. Sono tutte modelle che mi ispirano giornalmente a vivere, come vorrei, felice del mio corpo.

Cosa vorresti che comunicassero le tue opere?

Mi piacerebbe che lo spettatore entrasse nelle mie opere, diventando partecipe e parte attiva della risoluzione dell’opera stessa.

L’arte, per te, è ricerca continua?

L’arte, per me, è ricerca continua, assolutamente. In realtà, va pari passo con la mia ricerca interiore. Vedo la mia vita e il mio mondo interiore come una continua ricerca e una continua spinta a superare me stessa. Le tematiche cambiano sempre. Io vado di pari passo con l’ascolto di me stessa e delle mie profondità, ovviamente non distaccandomi dall’ascolto dell’esterno, che inevitabilmente – in una società come la nostra – ci influenza sempre.

arte
Curvy girl / Spaceship
Quanto è difficile, oggi, essere una giovane artista?

Oggi, essere una giovane artista credo che sia una problematica legata al momento in cui viviamo. Questa condizione non si differenzia, ad esempio, dall’essere giovani impiegate. Ormai essere giovani, in questa contemporaneità, è un po’ difficile per tutti. Difficile ma non impossibile, perché con motivazione e passione chiunque può intraprendere qualsiasi tipo di carriera.

Qual è la tua aspirazione per il futuro?

La mia aspirazione è sicuramente continuare a fare ciò che mi piace, facendo ciò che più mi appassiona, e vivendo di questo. Ogni giovane dovrebbe avere la speranza di riuscire a farlo.

Vorresti lanciare un messaggio ai giovani artisti?

Quello che mi piacerebbe dire ai giovani artisti, e ai giovani in generale, è di non lasciarsi abbattere da niente, e di fare semplicemente quello che si vuole realmente fare, senza i problemi derivanti dal mondo esterno. Non ci deve abbattere l’idea di crisi, l’idea che in Italia non ci sia lavoro e nessun altro stereotipo di genere o fisico. La cosa principale da tenere presente è ciò che vogliamo fare del nostro futuro. Questa è l’unica cosa che dobbiamo seguire, l’unica cosa che conta. Tutto poi vien da sé.

 

Parlando con Giulia, emerge tutta la sua consapevolezza e, allo stesso modo, la motivazione che fino ad ora l’hanno spinta ad essere semplicemente sé stessa.

È un bel messaggio per i giovani artisti di oggi e – come dice lei – per tutti i giovani, indistintamente.

Che ognuno possa scegliere per il proprio futuro, raggiungendo vette e sogni fino a poco prima considerati insormontabili.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.