Albania e Macedonia del Nord: nuovi membri UE?

Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più”, anzi due.
L’Albania e la Macedonia del Nord ci riprovano, con apparente successo: dopo due anni di rinvii, il Consiglio dell’Unione Europea ha avviato i negoziati per l’adesione dei due nuovi Stati membri.

L’Unione Europea e le sue Regole

Il Consiglio dell’Unione Europea, composto dai ventisette rappresentanti dei governi degli Stati membri dell’UE, ha deciso all’unanimità di avviare i negoziati per l’ingresso di Albania e Macedonia del Nord nell’Unione Europea.
Un evento storico, infatti da ormai sei anni non si avviavano pratiche di adesione: le ultime erano state concesse ad altri due Paesi dei Balcani occidentali, il Montenegro nel 2012 e la Serbia nel 2014, tuttora in balia delle incerte trattative.

I negoziati per l’adesione di un nuovo Stato membro possono infatti essere lunghi e particolarmente controversi; ne è un esempio il caso della Croazia, ultimo ingresso nell’Unione Europea, le cui trattative sono iniziate nel 2005 e si sono concluse solamente nel 2013, a distanza di ben otto anni.
La durata è giustificata dagli innumerevoli requisiti che l’ammissione all’Unione Europea richiede, a partire dal consenso unanime degli Stati seduti al tavolo dei membri veterani. Questo primo obbligo coincide con uno degli ostacoli che negli scorsi anni ha impedito ad Albania e Macedonia del Nord di gareggiare per la nomina di Stati membri: per anni, Francia e Olanda avevano precluso loro l’ingresso. Le ragioni comprendono sia rancorosi precedenti con altri Stati dell’Est che in passato si erano opposti a decisioni unanimi dell’Unione Europea, sia uno scetticismo dovuto alle precarie condizioni di partenza dei Paesi in questione.

Anche quest’ultimo punto deve essere soddisfatto secondo quanto richiesto dai requisiti d’ingresso: questi prevedono infatti ben trentacinque obiettivi che lo Stato richiedente adesione deve raggiungere, relativi (ma non solo) a diritti fondamentali, stato di diritto e democrazia, giustizia e relazioni di vicinato. Proprio la buona condotta di Albania e Macedonia del Nord nel rispetto di questi ultimi ha fatto sì che anche i membri più diffidenti si schierassero a loro favore, avvicinandoli sempre più al loro traguardo.

L’Albania e l’Unione Europea

Il rapporto fra Albania e Unione Europea ha origine nel 2009, quando il rappresentante dei Balcani occidentali ha presentato la richiesta d’adesione all’UE. Ai tempi, l’Albania non rispondeva ai requisiti necessari per l’ammissione, per cui le vennero chiesti provvedimenti relativi a: pubblica amministrazione, organizzazione giuridica e della funzione pubblica, corruzione, crimine organizzato, diritti fondamentali.
L’Albania è diventata un candidato ufficiale solo nel 2014, dopo che, con le elezioni politiche del 2013, l’aspirante Stato membro ha dimostrato di aver compiuto miglioramenti in direzione della democrazia. Per ufficializzare l’adesione, all’Albania sono stati richiesti ulteriori sforzi. Infatti è stata chiamata a portare avanti i miglioramenti riguardanti la riforma giudiziaria e la lotta alla corruzione, oltre che a garantire il pluralismo dei media e ad agire severamente contro la migrazione irregolare.

Oggi, il primo ministro albanese Edi Rama afferma di essere intenzionato a proseguire gli sforzi per giungere alla tanto sudata adesione che ritiene ormai certa, tanto da dichiarare in un discorso pubblico “le porte dell’Unione Europea si sono finalmente aperte”.

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La Macedonia del Nord e l’Unione Europea

La Macedonia del Nord fece richiesta per l’adesione nel 2004. Nonostante gli sforzi dimostrati per soddisfare i criteri di Copenaghen, parametri che uno stato candidato a essere membro dell’Unione europea deve rispettare, l’apertura dei negoziati è stata ostacolata dalla Grecia per via di una controversia di omonimia. Per far fronte a questa minaccia, quella che all’epoca era la Macedonia ha deciso di aggiungere la dicitura “del Nord” al proprio nome, così da differenziarsi dall’omonima regione greca.

Il ministro degli Esteri macedone Nikola Dimitrov ha definito l’avvio dei negoziati “un raggio di luce nell’oscurità di questi tempi”, vista la situazione di tensione nella quale riversano da sempre i Balcani, a partire dalle Guerre Jugoslave cessate nel 2001 con la dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

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I Balcani occidentali nell’Unione Europea

I negoziati inizieranno ufficialmente nei prossimi mesi. É bene ricordare che ciò non garantisce l’ingresso nell’Unione Europea; esempio lampante è quello della Turchia, le cui trattative, avviate nel 2005, vennero continuamente rimandate per gravi problemi di incompatibilità con i requisiti d’ammissione richiesti.

Non sembra il caso di Albania e Macedonia del Nord, già da tempo vicine al traguardo: da anni, i due rappresentanti dei Balcani occidentali ricevono i fondi europei accessibili solo ai candidati ufficiali per l’adesione. Il beneficio economico rivolto agli Stati membri dell’Europa orientale è la prima motivazione che muove la richiesta d’adesione, in quanto i fondi comunitari rivolti ai Paesi più poveri dell’Unione sono rilevanti. Non da meno il beneficio culturale che ne deriva per i giovani cittadini, che si concretizza nell’opportunità di studiare in Stati ricchi con formazioni prestigiose, con l’intento di migliorare sia se stessi, sia il proprio Paese.

Come affermato da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, il futuro dei Balcani occidentali è nell’Unione Europea.
Albania e Macedonia del Nord, due posti al tavolo dei ventisette sono stati aggiunti, spetta a voi riservarveli.

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