Brexit: lo scandalo dietro i nuovi passaporti

È ormai passato più di un mese dall’uscita del Regno Unito, avvenuta sabato 1 febbraio 2020, dall’Unione Europea. Proprio in questi mesi il Regno Unito sta rivedendo tutti gli accordi fatti durante gli anni e sta discutendo su tutte le nuove norme che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2021. La Brexit ha così creato non poco caos tra i paesi membri dell’UE.

Uno dei tanti argomenti da trattare sono proprio i nuovi passaporti, che serviranno a far entrare le persone esterne nel Regno Unito, ma che sono anche pensati per i britannici che vorranno entrare nell’Unione Europea.

Il ritorno ai passaporti blu e il paradosso UK:

Il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea ma, nonostante ciò, a chiesto aiuto a un paese membro per realizzare i nuovi passaporti che entreranno in vigore da giugno 2020, chiaramente per i costi meno elevati: si tratta della Francia con la sua multinazionale Thales. In questo modo, le aziende del Regno Unito hanno perso il lavoro e non pochi soldi; si parla di ben 500 milioni di sterline, che corrispondono a 600 milioni di euro.

Il fatto che però ha sconcertato molto di più i britannici e gli irlandesi è il paradosso che intercorre tra il dare  lavoro a un paese dell’Unione Europea e il ritorno al colore blu dei passaporti. Infatti, Il colore blu è diventato simbolo dell’indipendenza UK. Introdotto nel 1921 durante il Regno Britannico, lo hanno cambiato solo nel 1988 con il colore rosso-borgogna, in occasione dell’ingresso nell’Unione Europea. Durante la fase della Brexit, la promessa fatta dal governo al ritorno del colore blu dei passaporti rappresentava una conquista, una rinascita, un’indipendenza ritrovata. Non si tratta quindi un semplice colore, ma del simbolo di un paese che ritorna a contare solo sulle proprie forze. Adesso però, la decisione di far produrre proprio questi nuovi documenti-simbolo a un paese dell’Unione Europea ha suscitato scandalo e rabbia sia tra i cittadini sia e soprattutto tra le aziende britanniche, che hanno perso un lavoro che avrebbe fruttato un guadagno molto alto all’economia e avrebbe anche dato l’immagine di un Regno Unito che riesce nella sua impresa d’indipendenza.

L’azienda britannica che fino a adesso ha stampato i passaporti del colore rosso-borgogna, ha commentato così l’accaduto:

Sono mesi che sentiamo dire ai ministri di Theresa May che il nuovo passaporto blu sarà un’icona britannica e ora scopriamo che questa icona britannica sarà manufatta in Francia. Vorrei chiedere alla premier di venire nella mia tipografia e spiegare ai miei dipendenti perché si è deciso di assegnare a un’azienda straniera la produzione di un simbolo del nostro paese.

Il governo britannico ha in questo modo dato una delusione profonda ai suoi cittadini, ma questa non è l’unica.

Il nuovo scandalo degli operai polacchi sottopagati:

La multinazionale francese Thales, dopo aver ricevuto l’incarico, ha deciso di far produrre i nuovi passaporti blu in una delle sue fabbriche in Polonia, a Tczew, dove la manodopera è pagata molto meno rispetto ad altri paesi.

Qualche tempo dopo però, il settimanale inglese Mail on Sunday ha denunciato, attraverso un suo articolo, la condizione degli operai che stanno creando i documenti per il Regno Unito: lavorano incessantemente per 12 ore al giorno e sono pagati soltanto 400 sterline al mese.

Dato che salario medio di un operaio polacco è di 745 sterline mensili, i lavoratori della multinazionale Thales risultano essere sottopagati e sfruttati. Mail on Sunday ha inoltre informato i suoi cittadini di come le situazioni lavorative nella fabbrica polacca siano insostenibili tanto che moltissimi operai hanno deciso di lasciare il posto di lavoro, paragonandolo addirittura a una prigione. Lo sfruttamento dei lavoratori è un altro brutto capitolo della saga Brexit che non si risolverà facilmente.

La Thales ha dichiarato di aver sempre rispettato le norme e la sicurezza dei suoi lavoratori, anche se questi testimoniano esattamente l’opposto. Mentre Solidarność, letteralmente Solidarietà, il Sindacato Autonomo dei lavoratori della Polonia, ha dichiarato di voler aprire un’indagine il più presto possibile, per capire effettivamente come sono le condizioni lavorative e nel caso queste non rispettassero le norme, agire immediatamente.

Le decisioni che sta prendendo il governo inglese dopo la Brexit hanno creato generato indignazione, e questi scandali non hanno di certo migliorato la situazione. La sensazione generale è che a volte il basso costo della manodopera sia molto più importante dei valori che un governo vuole trasmettere e soprattutto più importante dei diritti dei lavoratori. In questo caso, il Dio Denaro è riuscito a vincere su tutto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.