Dare voce ai propri pensieri: intervista all’illustratrice Sadzylla

Classe 1998, in arte Sadzylla, nella vita di tutti i giorni Giulia studia Storia e scrive canzoni. È un’artista a 360 gradi, che riesce a fare una delle cose più difficili per noi giovani: ascoltare i propri pensieri e dar loro voce, carta e penna.

Quali sentimenti? Quelli che nascono da un rifiuto, da un’insicurezza estetica, da un passato ancora presente, da un futuro incerto, da un amore terminato ma mai dimenticato. Insomma, Giulia riesce a raccontarsi con una semplicità disarmante, facendo diventare il suo spettro emotivo un grandissimo libro a cui ognuno può attingere per sentirsi meno solo.

Ecco come l’artista ha deciso di raccontarsi in un’intervista a Lo Sbuffo.

Da dove nasce il nome Sadzylla e che cosa significa?

I miei amici mi chiamano Zuli. Quando ho aperto la pagina, volevo chiamarla sadzuli ma il nome era già stato utilizzato. Mi è venuta quindi lidea di Sadzylla: una sorta di gigante, come Godzilla, ma intriso di tristezza.

Quando e perché nasce questo progetto?

È nato come una sorta di finsta in cui postavo alcune poesie che conservavo da anni nelle note del cellulare, e alcuni disegni fatti con il MacBook. Da un lato mi rendevo conto di non essere troppo brava nel disegno, dall’altro vedevo che Instagram era già strapieno di pagine che pubblicavano testi. Poco dopo mi è venuta lidea di unire i testi ai disegni. Alla fine devo dire che è stata proprio questintuizione a funzionare, perc rende il tutto più accattivante e fluido.

Oltre a disegnare scrivi anche testi ed attualmente hai pubblicato due canzoni. Quanto spazio occupa la musica nella tua vita?

Da bambina ho preso lezioni di pianoforte e canto. Avrei voluto essere più paziente per essere oggi tecnicamente più precisa, ma non ho mai amato conformare il mio estro alle regole, pur rendendomi conto che è stato un errore. Ho iniziato a scrivere canzoni che fossero solo mie da qualche anno, cosa che mi ha aiutato molto a esternare alcuni sentimenti che attraverso il disegno e la poesia non ero riuscita ad inquadrare.

Anche se al momento le soddisfazioni maggiori arrivano dalle mie altre forme artistiche, la musica continua ad occupare una posizione importantissima nella mia vita perché rappresenta un po’ il mio punto di partenza. Ancora oggi, infatti, se ho avuto una giornata no, ciò che più mi calma è rientrare a casa mia, affondare le mani nei tasti del mio pianoforte e provare a scrivere qualcosa che si incastri con la melodia.

Da che cosa o da chi prendi ispirazione per ciò che scrivi e disegni?

Sadzylla parla della mia vita. Ogni parola ed ogni disegno muovono da mie esperienze personali, passate o presenti, o al massimo da miei desideri. Giulia è sempre lì, con i suoi capelli gonfi, gli orecchini a cerchio e il neo sulla guancia. Cambiano i personaggi che le ruotano intorno: c’è la nonna, ci sono le sue migliori amiche e gli uomini che cambiano (anche se mi sono abituata a disegnarli sempre con i capelli ricci). Le persone che ruotano intorno alla mia banalissima vita di tutti i giorni diventano così i personaggi dei miei disegni.

Quando scrivo dei testi che per me suonano come lettere che non ho il coraggio di spedire, usando sempre un tu generico, ho sempre qualcuno di ben definito in mente. Sempre. Può essere qualcuno che non fa più parte della mia vita o qualcuno che riempie la mia quotidianità, ma è sempre qualcuno con un volto e un nome.

Chi è il tuo artista preferito?

Sono innamorata dellarte essenziale di Schiele e Matisse. Per quanto riguarda gli artisti della mia generazione, sono una grandissima fan di Filthyratbag e Polly Nor.

Come spiegheresti la tua arte ad una persona non vedente?

Ciò che cerco di fare è spiegare con delle parole, dei colori e delle immagini delle sensazioni che per loro natura non potrebbero essere analizzate; un sentimento, un mal di stomaco, una paura sono tutti elementi della vita che si percepiscono ma sono difficili da far comprendere a chi non è alla guida dei nostri sensi di percezione. Io cerco, forse invano, di sviscerare questi elementi della vita che proprio per loro naturalezza spesso diamo per scontati. Voglio dare una collocazione esterna a ciò che si sviluppa al mio interno.

I tuoi testi riflettono benissimo le paure e le insicurezze di noi giovani. Quanto incide Sadzylla nella tua vita di tutti i giorni?

Non è cambiato granché nella mia vita in realtà. Continuo a condurre unesistenza normalissima. Penso che anche i miei amici non badino troppo al fatto che gestisco questo progetto. Non ricevo un trattamento speciale né in bene né in male (e per fortuna).
Sadzylla è una versione volutamente tragica ed esasperata di me. Lerrore che alcuni – perlopiù conoscenti – fanno è pretendere che io sia per loro un libro aperto, estrapolando informazioni da ciò che posto. Ma ovviamente è un atto di superficialità perché nel progetto c’è la mia vita, ma la mia vita non è solo il progetto. È un rischio che è normale correre quando ci si racconta pubblicamente in prima persona, ma per il resto direi che non incide esageratamente.

Parli spesso dellamore e soprattutto di amori terminati. Che cos’è per te lamore?

Proprio ieri mi sono svegliata con un pensiero che ho subito annotato sul cellulare: lamore è tutto quello che mi interessa e tutto quello che potrei fare senza amore semplicemente scelgo di non farlo. Scritto male, ma il concetto fondante penso sia una delle massime che guidano la mia esistenza da sempre. Non sono una fan del farcela da soli a tutti i costi. A me piacciono gli altri; non tutti, forse pochi. Ma quando mi piacciono quei pochi basta e avanza.

È troppo difficile definire lamore perché lho provato sulla pelle in troppe forme diverse tra loro. Quando c’è, lo riconosci; penso che questo basti. In fondo, se esistesse davvero una definizione soddisfacente dellamore, non saremmo tutti così ossessionati dallintento di sperimentarlo almeno una volta nella vita.

Sui social hai un seguito di circa 65 mila persone. Perché pensi che così tanti ti seguano?

Quando ho aperto la pagina avevo 20 anni ed ero convinta che questo mio modo così intenso di sentire appartenesse a me e a pochi altri esseri umani, che non avrei però mai conosciuto. Mi odiavo per essere così emotiva e disperata, volevo essere forte. Desideravo solo smettere di essere una spugna, che tutto mi scivolasse di dosso. Per me è stata una sorpresa scoprire che sempre più persone ritrovassero un pezzo di sé nel mio mondo interiore. Le mie creature sono così personali che finiscono per arrivare anche a chi ha un vissuto totalmente distante dal mio, che può riuscire con uno sforzo di comprensione a toccare davvero una mia gioia o un mio dolore. 

Cosa ti auguri per il futuro? Hai già qualche progetto in corso?

Ho alcuni progetti in corso ma sono terribilmente scaramantica quindi preferisco tacere per il momento. Mi auguro per il futuro che il progetto cresca, portandomi anche ad uscire dal circuito social e magari ad entrare in qualche libreria con unopera illustrata. Spero soprattutto di non perdere mai questa spinta a creare ogni giorno, a studiare ogni singolo dettaglio che la vita mi pone di fronte, ad amare con gusto e a mantenere quello sguardo ingenuo sul mondo che mi procura delusioni, ma anche uno stupore continuo ed impagabile.

Di fronte ad un’artista così completa, noi de Lo Sbuffo possiamo solo augurare a Giulia e a Sadzylla il meglio, sperando che il futuro porti tanta felicità.

FONTI:
Intervista

CREDITS:
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