Michele Merlo cuori stupidi

Michele Merlo e “Cuori Stupidi”: una rivelazione

Cadere e toccare il fondo per avere la spinta e risalire fino al cielo. Vedere le stelle sul soffitto di una stanza chiusa, nel pieno di una crisi di panico. Terrificante paura di precipitare traducibile col solo desiderio di volare. È questo che urla l’anima di Michele Merlo nel suo nuovo album Cuori Stupidi, pubblicato a fine gennaio.

Gli esordi e la fase di Cinemaboy

Michele, classe 1993, nasce in provincia di Vicenza e vive fra l’Italia e l’Inghilterra. Inizia a suonare in tenera età, ma la sua timidezza lo porta, in un primo momento, a essere in grado di esibirsi solo nella sua camera. Riesce poi ad aprirsi al pubblico e si presenta ai provini di X Factor 10, non convincendo però il giudice Arisa. Il giovane sognatore, però, non si arrende e arriva a un passo dalla finale di Amici 16, nella squadra bianca capitanata da Morgan. Qui, in memoria del suo periodo inglese, si presenta con il nome d’arte Mike Bird.

Quella di Cinemaboy, che diventa anche la sua nuova etichetta, è una parentesi che il cantautore stesso definisce come “sbarbata” e “senza patente”:

Ero ancora inconscio di ciò che mi accadeva intorno e del linguaggio che potevo usare per descriverlo [l’album]. È interamente dedicato a una ragazza […] appartiene al Michele che si innamorava di continuo.

La svolta e i primi singoli

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Nel giugno 2018 pubblica il primo singolo: Tutto per me. È una canzone triste, perché triste è stato l’autore e a Michele piace dire la verità. Nella vita si tende a mostrare sempre e solo le cose belle, i lati più scintillanti, ma in realtà tutti combattono una guerra di cui nessuno sa niente, tutti hanno un vuoto in mezzo al petto e nulla da dire.

In seguito all’inaspettato successo, ecco il rilascio di Non mi manchi più. Il brano è per chi ha ricevuto sempre meno rispetto di quanto ne abbia dato, per chi si è scontrato con una delusione inaspettata perché c’era il rischio di dare e di darsi. Segue, però, il grido di speranza, per chi ha imparato ad amarsi di più: passa tutto, passa anche l’inferno.

Ho preso quello che vivo (e a cui “sopravvivo”) tutti i giorni e ci ho scritto una canzone.

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Presenta così Mare, il terzo inedito, la storia di chi si vergogna di piangere e di mostrare le proprie fragilità, di chi è solo, in compagnia del mostro che è la malinconia. È la storia di chi non si rende conto dell’importanza di ciò che possiede fino al momento in cui lo perde, la storia di chi per questo motivo spreca tempo dietro a troppe cose e persone che non lo meritano. Ma è anche la storia di chi impara a mostrare le proprie debolezze senza vergognarsene più, di chi fa finire il mondo quando ride.

Aquiloni viene presentata come la canzone che ha salvato la vita di Michele. L’idea che questa possa essere un’esagerazione crolla quando le parole cantate si plasmano in immagini vivide nella mente di ciascuno:

Quando passavo le giornate chiuso in una stanza
E mi dicevo “vedrai che passa”, con il panico alla gola
Battevo i pugni a terra ma sognavo di volare.

E poi ancora:

E mi son detto “fai qualcosa, non sei fatto per mollare”
Questa paura di cadere è solo voglia di volare
Vinceremo ‘sta battaglia e ce la faremo insieme
Lasceremo la paura e torneremo a stare bene
Saremo quelli un po’ persi, quelli col panico dentro
Quelli che nei cassetti tengono ancora un bel sogno
Perché sognare è un dovere in un mondo che è perso
E non importa se per sognare ti senti diverso
Saremo noi a ridere, anche coi tagli sulla pelle
Saremo soli e felici sotto un cielo pieno di stelle
E aspetteremo domani e sarà tutto cambiato
E domani rideremo di quello che abbiamo passato.

La capacità di figurarsi tutto questo può essere salvifica: a pensarci bene, infatti, siamo solo nomi.

Il nuovo album: Cuori Stupidi

Soddisfatto del successo degli inediti, il primo dell’anno Michele annuncia l’uscita del suo nuovo album: Cuori Stupidi, insieme al nuovo brano Tivù, per un totale di nove pezzi.
Fra questi, particolarmente speciale per il cantautore stesso sembra essere Vorrei proteggerti dal mondo, che avrebbe voluto qualcuno avesse scritto per lui.

È una piccola perla che racchiude un enorme significato, è quel pugno all’interno del quale esiste un universo, l’universo che ognuno di noi ha paura di guardare, di rivelare.

Il brano è per le “stelle contro l’universo”, per chi ha fatto della propria fragilità un punto di forza, per chi ha capito che bisogna prendere la vita con leggerezza perché è l’unico modo per sopravvivere, ma non ci riesce fino in fondo. È per chi si è sentito solo contro tutti, per chi sa che chiudere gli occhi è l’unico modo per vedere quell’universo di cui parla il cantautore, per chi non trova un senso in questa vita ma vuole prenderla ugualmente. Il brano è un inno alla protezione delle anime sensibili, delle emozioni forti, della verità.

Nonostante la delusione, il panico e l’ansia, Michele non ha mai smesso di crederci e lo grida in Credici Sempre, in cui ricorda che “anche il dolore è un’emozione”. In fondo, che colpa ne ha se dentro una stanza vede il cielo? Nessun dottore, psicologo o professore è in grado di sanare la voglia di volare e di arrivare in alto ma il terrore di non farcela, di cadere.

Ma il cantautore di Andrà tutto bene canta: Solo le foglie che cadono alla fine poi volano.

La paura di cadere è solo voglia di volare

Nessuno sceglie di soffrire di crisi di ansia o di panico, né di cadere in depressione, di sentirsi inadatto e non appartenente all’ambiente in cui vive. Sono condizioni in cui ci si trova, dalle quali si ha il desiderio di uscire: nessuno sceglie di soffrire. Si può, però, scegliere come affrontare gli ostacoli contro cui ci si scontra e Michele Merlo ha trovato il suo modo: far crescere arte e bellezza dal suo dolore.


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