Chirurgia estetica: il travestimento dei giorni nostri

Mentre le vetrine dei negozi si colorano e si riempiono di maschere e costumi per Carnevale, aprendo un qualsiasi social (Instagram soprattutto) è inevitabile realizzare che la festa dei travestimenti dura tutto l’anno. Labbra gonfie, quasi innaturali, nasi che il giorno prima occupavano metà faccia e quello dopo diventano piccoli e alla francese, zigomi alti. Ci sono molti dibattiti attorno all’argomento della chirurgia estetica: c’è chi la difende a spada tratta, e chi invece la denigra. Quando guardandoci allo specchio notiamo qualche difetto che ci fa storcere il naso, è consolante pensare che possiamo migliorarlo. Certo, la chirurgia estetica non ha dei prezzi accessibili a chiunque. Inoltre, osservandoci ancora, dovrebbe sorgere spontaneo il pensiero che anche quel piccolo o grande difetto ci distingue da chiunque altro. Ciò non significa che un’imperfezione non ci faccia sentire a disagio, ma è anche vero che si sta creando un’omologazione senza precedenti.

Ognuno con il proprio corpo fa quello che vuole, e nessuno a prescindere dovrebbe permettersi di criticare. Ma l’ipocrisia è qualcosa che salta all’occhio ancor prima di qualsiasi difetto. Un esempio è il discorso di Diletta Leotta a Sanremo. Sicuramente il messaggio che avrebbe voluto trasmettere era un altro, ma resta il fatto che ciò che le persone hanno percepito è stata, appunto, l’ipocrisia. La conduttrice infatti, ha descritto la bellezza come “una cosa che capita”. Apriti cielo. Sui social sono apparse foto e post che ritraggono la giornalista sportiva prima e dopo la chirurgia estetica. Il prima di certo era ben diverso da ciò che vediamo ora.

Ed è proprio questo che fa arrabbiare. Non la chirurgia in sé perché, come già detto, sono decisioni personali e sicuramente maturate dopo periodi più o meno lunghi di riflessione. Ma proprio per questo: perché nascondersi dietro a un dito? Perché vergognarsi di qualcosa che si è voluto? Il monologo è proseguito chiamando in causa la nonna della Leotta, e affrontando l’argomento del tempo che passa. La proiezione di un’immagine della conduttrice a 80 anni, il volto pieno di rughe, fa sembrare anche le frasi sul tempo vuote. Davvero i segni del tempo si mostreranno sul suo viso, o questo verrà ancora una volta ritoccato, nascondendoli?

È l’aspirazione alla perfezione che annebbia la mente di chi, avendo qualche soldo in più in tasca, pensa di poter comprare la bellezza, e addirittura il tempo. Certo la prima ormai è diventata un prodotto che si può acquistare, ma il secondo non fa sconti a nessuno. Questo non significa che la chirurgia estetica debba essere demonizzata, perché per fortuna si ricorre ad essa anche per motivi di salute. E allora ben venga.

Giornalisti e utenti dei social network non hanno perso l’occasione per criticare la bella conduttrice siciliana. Certo, il suo monologo ironico è stato preceduto da un discorso più serio e ben costruito, quello della giornalista e attivista palestinese Rula Jebreal. Quest’ultima ha parlato a favore dei diritti delle donne e contro le violenze sessuali e di genere. Alcune critiche quindi sono rivolte anche all’organizzazione della scaletta della serata. Ma resta il fatto che il discorso della Leotta è stato definito banale da più di una persona di rilievo. Anche da colleghe giornaliste, come per esempio Francesca Barra, che ha descritto come “presuntuoso” il discorso della Leotta. La Barra, infatti, avrebbe preferito un’ammissione della paura di invecchiare da parte della collega, presentando la possibilità di “rifarsi” come una libera scelta.

Anche Monica Leoffredi, conduttrice televisiva, ha criticato il monologo in quanto non coerente con il trascorso di colei che l’ha esposto. Perfino Anna Falco e Nunzia De Girolamo durante la trasmissione “La vita in diretta” hanno avuto da ridire. In particolare la De Girolamo ha affermato che avrebbe preferito non ascoltare il suo monologo, soprattutto dopo quello della Jebreal.

Le difese della giornalista di Dazn sono state prese dalla madre, Ofelia Castorina. Quest’ultima ha giustamente affermato che le peggiori odiatrici sono proprio le donne. Ovviamente per una mamma è una sofferenza vedere la propria figlia così aspramente criticata. Così sia lei che il fratellastro della Leotta hanno provato a fare chiarezza. L’obiettivo del monologo sarebbe stato quello di spronare le ragazze a realizzare i propri sogni, sfumatura effettivamente difficile da percepire. Non sono mancate le repliche della Barra e della Leoffredi, le quali non intendevano criticare la conduttrice, ma l’incoerenza tra ciò che ha detto e ciò che mostra ogni giorno.

Ecco quindi che, mentre l’aspetto esteriore è diventato modificabile e “migliorabile” (se omologazione è sinonimo di miglioramento), c’è qualcosa per i quali non è stata ancora inventata alcuna chirurgia. Questi sono cervello e valori, che sono rimasti gli unici fattori che ci permettono di distinguerci davvero da chiunque altro.

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