The Squad

Dalla Thatcher a The Squad: le donne che hanno rivoluzionato la politica

The Squad: così sono state definite le giovani donne che hanno conquistato la politica statunitense. Giovani, multietniche, di umili origini: donne istruite che professano il miglioramento e il cambiamento degli States.

Se Emmeline Pankhurst potesse vedere i piccoli risultati raggiunti dalle donne del XXI secolo sarebbe soddisfatta? La politica è da sempre monopolio maschile, motivo per cui molte donne hanno lottato per ottenere l’equità e l’uguaglianza sociale. I sacrifici, le lotte e le sfide di queste donne hanno permesso a tante leader storiche di dar voce al popolo femminile nell’elitaria schiera politica patriarcale. Tutto è iniziato infatti con la Pankhurst, una delle più grandi personalità che hanno segnato la storia e l’evoluzione del femminismo.

Nel 1999 la rivista statunitense <<Time>> proclamò Pankhurst come una delle “persone più importanti del XX secolo” affermando che “ha modellato un’idea di donna per il nostro tempo, ha scosso la società in un nuovo modello da cui non ci sarebbe stata più possibilità di tornare indietro“. Si è battuta per il suffragio universale femminile in Inghilterra dando vita alla lotta politica e sociale delle donne di tutto il mondo. Il suo movimento, Women’s Social and Political Union (WSPU), le ha permesso di ottenere il diritto di voto per tutte le donne inglesi.

The Squad: le congresswoman che hanno conquistato gli States

Oggi negli States quattro donne hanno segnato la storia della politica all’insegna dell’inclusione e del femminismo: Alexandria Ocasio-Cortez, Ihan Omar, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib.

Alexandria Ocasio Cortez, nota sui social come AOC, ha un impatto sociale e mediatico nettamente superiore alle altre tre congresswoman, tanto da far sognare i suoi sostenitori che la vedono come futuro presidente degli Stati Uniti d’America.

Ihan Omar è nata in Somalia, dove ha trascorso i suoi primi anni di vita. Classe 1982, è la più piccola di sette fratelli. Cresciuta dal padre e dal nonno, è scappata con la sua famiglia dalla Somalia per sfuggire alla guerra. Dopo aver alloggiato per quattro anni in un campo profughi nel Kenya, la famiglia di Ilhan è arrivata nel 1992 in Virgina, negli States. Ihan è stata vittima di bullismo per il suo hijab, per la sua pelle e la sua provenienza. Dopo essersi laureata in scienze politiche e studi internazionali e dopo aver curato la campagne elettorali di Kari Dziedzic e di Andrew Johnson, è stata eletta prima direttore delle iniziative politiche della rete femminile per l’organizzazione delle donne e infine rappresentante al Congresso per il quinto distretto del Minnesota.

Ayanna Pressley ha battuto un ulteriore record, classificandosi come la prima donna di colore eletta al consiglio comunale di Boston e prima donna di colore eletta al Congresso dallo Stato del Massachussetts. Durante il suo primo discorso da congresswoman si è apertamente schierata contro Trump, definendolo “un uomo razzista, misogino, veramente fallimentare“, dichiarando pubblicamente aggiungersi alle accuse di impeachment verso il Presidente. Sostenitrice del movimento antirazzista taking a knee, sostenitrice del Medic-care for all, è a favore della depenalizzazione della prostituzione, affermando che essa costituisce in alcuni casi l’unica fonte di ricchezza per le persone emarginate e i transgender.

Rashida Tlaib, rappresentate del tredicesimo distretto del Michigan, è con Ihan Omar la prima donna islamica a sedere nel Congresso. Laureata in scienze politiche, Rashida Tlaib ha dichiarato apertamente le sue controversie non solo contro Trump, allineandosi alla volontà di Pressley nel chiedere l’impeachment del presidente, ma si è schierata contro gli aiuti economici allo Stato di Israele  e contro la politica dell’Arabia Saudita, considerata non rispettosa dei diritti umani. A favore del Medic-care for all, spinge per raggiungere un salario minimo dai diciotto ai venti dollari l’ora.

Prima del The Squad: leader donne che hanno rivoluzionato il patriarcato

Prima del The Squad, la scena politica internazionale ha visto tante donne leader che hanno rivoluzionato l’establishment politico, portando avanti battaglie e dando vita a nuovi sistemi politici. Donne che hanno dato la spinta alla nuova generazione per formare le nuove idee politiche e portare avanti gli scopi che si sono prefissate. La strada per le donne in politica è ancora dura da spianare, tuttavia oggi, negli Stati Uniti, con le elezioni della Camera dei rappresentanti, è arrivata una svolta che ha segnato l’idea di politico. Le donne che prima del The Squad hanno segnato la politica sono state tante: Margart Thatcher, Rigoberta Menchù, Maria Eva Dauarte de Perón, Angela Merkel, fino ad arrivare alle recenti donne leader della Nuova Zelanda, governata da Jacinda Ardem e dell’Islanda, governata da Katrin Jacobsdottir.

Margaret Thatcher, primo e unico ministro ad ottenere la carica per tre anni, è nata a Gratham nel 1925. La sua era politica è stata definita l’era del thatcherismo. Laureata in chimica e poi in giurisprudenza, i suoi tre mandati vanno dal 1979 al 1990. La Thatcher e la sua linea politica sono state oggetto di critiche per la veemenza di alcune decisioni cruciali per il Regno Unito. Prima donna a capo del partito conservatore e a capo della Gran Bretagna, la  Thatcher avviò diverse iniziative politiche e economiche per ridurre drasticamente l’elevata disoccupazione della Gran Bretagna dovuta alla recessione, inoltre apportò la privatizzazione delle aziende statali e la riduzione dell’influenza dei sindacati. Dopo aver vinto la guerra delle Falkland e dopo aver ottenuto una netta ripresa dell’economia, fu rieletta nel 1987 per un terzo mandato, periodo in cui modificò il sistema fiscale introducendo la poll tax, tassa fissa comunale. Sempre durante il terzo mandato si distinse per le sue spinte anti-europeiste, rendendo famosa la frase “I want my money back“. Si dimise da primo ministro e leader del partito nel novembre 1990, ottenendo il titolo di baronessa. Il thatcherismo fu elogiato dai suoi estimatori come forma di politica adatta a risollevare l’economia del paese, ma fu duramente attaccato dai detrattori per aver causato un divario importante tra le classi inglesi.

Rigoberta Menchú è nata nel 1959 a San Miguel Uspatan, in Guatemala, nel quartiere Quichè. Vincitrice del premio Nobel per la Pace nel 1992, porta avanti la sua battaglia per i diritti umani, difendendo in particolar modo le minoranze etniche del suo paese. Si è scagliata contro le classi dominanti guatemalesche, fautrici dello sterminio della popolazione Maya del Guatemala. Ha perso i fratelli a causa delle pessime condizioni di lavoro nelle fincas, la madre è morta dopo essere stata violentata e torturata da un gruppo di militari, mentre il padre è stato vittima dell’incendio all’ambasciata di Spagna. Da adulta ha deciso di combattere contro i soprusi della classe dirigente, portando al tribunale spagnolo l’ex dittatore militare Efraín Ríos Montt per crimini commessi contro cittadini spagnoli e per l’accusa di genocidio della popolazione Maya del Guatemala. Nel 1983 è scappata in esilio nel Messico, per sfuggire alla repressione, pubblicando un’autobiografia di denuncia della grave situazione degli indigeni in Guatemala, in particolar modo delle donne indigene dell’America Latina.

María Eva Duarte de Perón, nota come Eva Perón o Evita, nacque nel maggio 1919. Fu una dirigente politica e attrice argentina. Sposò  Juan Domingo Perón nel 1945, che l’anno successivo fu eletto presidente dell’Argentina. Evita fu a capo del Partito Peronista Femminile e della Fondazione Eva Perón, inoltre divenne ufficialmente Capo Spirituale della Nazione nel 1952. Evita ha promosso il peronismo, diventando una paladina per le lotte femministe: si batté infatti a favore dell’uguaglianza civile e politica delle donne argentine. Inoltre fu l’intermediaria tra le richieste degli operai al presidente Perón. Oltre a istituire un ufficio di segreteria che si preoccupava di rispondere e accettare le diverse richieste, Evita visitava continuamente fabbriche, scuole, ospedali, sindacati, club sportivi e culturali: la first lady argentina, infatti, costruì un legame molto intenso con le classi popolari, le quali le permisero di interfacciarsi con le realtà più disparate, ottenendo grande stima dal popolo.

Angela Merkel, classe 1954, è la prima donna a ricoprire la carica di cancelliere della Germania e la seconda a presiedere il G8, dopo Margaret Thatcher. Designata da Forbes come la donna più potente del mondo, la Merkel è stata eletta per quattro volte cancelliere della Germania. Con la sua politica concentrata sul lavoro e sulla produzione di nucleare, Angela Merkel,  durante il G7 del 2015, si è fatta portavoce della costruzione di un dialogo inclusivo tra la società e il mondo della donna. Il “G7 Forum for Dialogue with Women” ha sancito l’impegno per facilitare la partecipazione e l’introduzione politica delle donne.

Jacinda Ardem e Katrin Jacobsdottir rispettivamente classe 1980 e 1974, sono le donne più giovani a reggere uno stato. Con la Jacosbsdottir l’Islanda ha raggiunto la parità salariale tra i sessi, battendo il record di primo paese al mondo a stabilire una leggere che regolamentasse l’uguaglianza degli stipendi tra uomo e donna.

Donne, politica, lotte e novità: prima del The Squad americano molte donne, nel passato e nel presente, hanno portato le loro voci nel governo, riuscendo nell’impresa rivoluzionaria di dare più spazio alle donne in politica.

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